URQUIZA, Justo José de
Militare e uomo politico argentino, nato nel 1800 ad Arroyo de la China (provincia di Entre Ríos). Durante le guerre civili, che seguirono alla dichiarazione dell'indipendenza (1818) nelle Provincie Unite di Río de la Plata, U. per quanto fosse accusato dai suoi nemici di essere un unitario, non lo fu in modo esclusivo, e combatté sotto la bandiera dei federalisti, cercando di riconciliare i due partiti combattenti. Durante le guerre fra l'Argentina e l'Uruguay, si rese celebre per l'efficace aiuto prestato al tiranno Rosas. Ma, quando il 1° maggio 1851 la provincia di Entre Ríos, alla quale si era unita anche quella di Corrientes, dichiarò solennemente di non voler prestare obbedienza al dittatore, U. si mise a capo del "Grande esercito alleato dell'America Meridionale", forte di 24.000 uomini, e sconfisse l'esercito del tiranno, che contava 22.000 uomini, sul Monte Caseros, distante 40 km. da Buenos Aires. Rosas dovette esulare (3 febbraio 1852).
U. fu proclamato dittatore (31 maggio 1852) e tutte le provincie lo riconobbero come tale, meno quella di Buenos Aires. Il congresso, riunitosi a Santa Fé, approvò la costituzione federale (25 maggio 1853) ed elesse presidente U. (5 marzo 1854). Poco dopo la provincia di Buenos Aires, dissidente, si costituiva in stato libero (12 aprile 1854).
L'opera politica ed economica di U. ha due tratti che la caratterizzano: l'apertura dei fiumi alla navigazione e la conclusione di trattati di commercio con molte potenze europee e americane. La situazione finanziaria della confederazione era molto difficile, poiché la quasi unica fonte di reddito - le dogane - fruttava ben poco. Il congresso federale approvò un progetto di dazî differenziali che poneva una forte tassa sulle merci non importate direttamente (19 luglio 1856). Questa legge non ebbe gli effetti desiderati e portò con sé invece prima la guerra di tariffe fra Buenos Aires e le altre provincie, e poi la guerra fratricida preceduta da aspre contese fra U. e il governatore di Buenos Aires V. Alsina. U. riportò una vittoria su Bartolomeo Mitre, ministro della guerra di Buenos Aires, sul campo di Cepeda (23 ottobre 1859) e pose assedio alla capitale. Con il trattato di San José de Flores, Buenos Aires ritornò a far parte della federazione argentina, nella costituzione della quale dovevano essere fatte alcune riforme. Avvenuta una violazione del trattato, U., per ordine del presidente Santiago Derqui, si mise al comando delle truppe. Nella battaglia di Pavón (17 settembre 1861), Mitre ottenne la vittoria sulle truppe federali che ebbe per conseguenza la deposizione del presidente Derqui e la elezione di Mitre (5 ottobre 1862). U. promise il suo appoggio a Mitre nella ricostituzione del paese che si chiamò "Repubblica Argentina" e si ritirò a vita privata. Tuttavia, durante la guerra con il Paraguay (1866-1870), egli dovette, per ordine di Mitre, porsi a capo della sua celebre cavalleria. Ma quando si convinse che le simpatie di Entre Ríos erano per i Paraguayani, licenziò le sue truppe e si ritirò nel suo splendido palazzo di San José, ove fu assassinato l'11 aprile 1870 a istigazione di un suo genero, il generale López Jordán.