MOSER, Justus
Scrittore tedesco, nacque il 14 dicembre 1720 a Osnabrück e vi morì l'8 gennaio 1794. Ricoprì varie e importanti cariche pubbliche nella sua città natale.
L'inizio della sua attività di scrittore reca i segni dell'influenza del Gottsched e dei francesi (Arminius, 1749, dramma), ma poi se ne liberò a mano a mano per accostarsi alla realtà e prendere un tono più originale. Fu uomo di grande dirittura morale e di carattere saldo e intero e, nell'amministrazione del piccolo stato del quale fu gran parte, seppe portare un tono saggiamente patriarcale che senza peccare di retrograde incomprensioni tendeva a dare benessere al popolo e a salvare in lui col senso della disciplina anche l'amore alle tradizioni e agli usi popolari (v. a questo riguardo, i suoi due scritti: Harlekin, oder Verteidigung des Grrotesk-Komischen, 1761, e Schreiben an den Herrn Vikar von Savoyen, abzugeben bei dem Herrn J. J. Rousseau, 1765; 2ª ed., 1777). Fu amico del Goethe e del Herder. Con essi pubblicò il volume: Blätter von deutscher Art und Kunst, il primo segno di un rivolgersi dello spirito germanico alle proprie tradizioni.
Ediz.: Tra gli scritti politici e storici, ricordiamo Patriotische Phantasien, 1774, e Osnabrùckische Geschichte, 1768. Sämtliche Werke, a cura di B.R. Abeken, in 10 voll., 1842 (il vol. X contiene, con l'epistolario, una biografia del M. scritta da Fr. Nicolai); Gesammelte Werke, a cura di H. Schierbaum e una scelta di G. Stecher, 1922.
Bibl.: H. Lentz, J. M. und das Bauerntum, Colonia 1923; Fr. Meinecke, Über J. M.s Geschichtsauffassung, Berlino 1932.