JUTLAND
(lat. Chersonesus Cimbrica; danese Jylland; ted. Jütland)
Penisola dell'Europa centrosettentrionale, appartenente alla Danimarca (v.) e nella parte meridionale, la regione dello Schleswig (l'od. Land tedesco dello Schleswig-Holstein), alla Germania. Nel Medioevo lo J. costituiva, insieme all'isola di Fionia, una regione giuridicamente indipendente, dotata di leggi proprie, sotto la sovranità del regno di Danimarca e, già alla fine del sec. 13°, vi si emanavano leggi a carattere 'nazionale'.La regione prende nome dagli Iuti, una popolazione della penisola, citati da Beda il Venerabile (672/673-735) insieme agli Angli, perché stabilitisi nel sec. 5° in Inghilterra (Hist. eccl., I, 15; IV, 16). La regione era abitata per la maggior parte dai Danesi, salvo che nella porzione ovest dello J. meridionale e negli arcipelaghi lungo la costa, dove, a partire dall'età vichinga, si era insediata la ridotta popolazione dei Frisoni, proveniente dalle isole, sulle quali si era stabilita all'epoca delle grandi Migrazioni. Il territorio a N del confine attuale tra Danimarca e Germania, disabitato o scarsamente popolato in età medievale, venne colonizzato dai Sassoni nel corso del Duecento.La cristianizzazione dello J. si deve all'attività missionaria dell'arcidiocesi di Amburgo-Brema; le prime diocesi della regione risultano nominate nel 948, ma solo intorno al 1060 si costituì effettivamente la divisione in circoscrizioni ecclesiastiche (stift), rimasta in vigore nel corso di tutto il Medioevo; lo J. comprendeva cinque diocesi: Schleswig, Ribe, Aarhus, Viborg e Börglum.Delle prime chiese costruite in legno, tutte scomparse, alcune sono documentate in seguito a indagini archeologiche. Esse variavano notevolmente nelle dimensioni, dalla più piccola, la chiesa di Hörning (lunghezza m. 9,3), al grande edificio di Jelling, che era notevolmente più ampio della chiesa in pietra erettavi in seguito. Da Hörning proviene, tra i pochi frammenti conservati, un asse (Copenaghen, Nationalmus.) che presenta esternamente motivi animalistici nello stile di Urnes (v. Animalistici, Stili) e internamente dipinti decorativi fitomorfi in uno stile legato ad ambito artistico europeo occidentale.Alla fine del sec. 11° risalgono le prime chiese in pietra, erette prevalentemente in tufo calcareo. Ad Aarhus si conserva l'originaria cripta romanica, a tre navate e tre absidi, della od. Vor Frue Kirke, mentre ad Asmild, presso Viborg, sono noti i resti di una piccola basilica a sistema alternato di tipo sassone, alla quale venne addossato intorno al 1100 un Westwerk con torri e abside; anche la Sanct Budolfi Kirke ad Aalborg presentava un'abside occidentale; si tratta degli unici due esempi di tale tipologia nella regione. Un'abbaziale benedettina risalente al 1100 ca., pressoché integra, si trova a Veng, presso Aarhus, e presenta caratteri sia anglosassoni sia derivanti dall'architettura dell'Europa continentale; essa è particolare sotto l'aspetto tipologico in quanto dotata di un transetto a due piani, con abside su entrambi i bracci.Nel corso del sec. 12° vennero erette le grandi cattedrali romaniche situate a Schleswig, Ribe e Viborg; al medesimo periodo risale anche l'abbaziale di Vestervig, in conci di granito, la parte orientale della quale riprende le forme delle cattedrali di Viborg e di Ribe, mentre il corpo longitudinale risente dell'influsso dell'architettura anglonormanna.Nella stessa epoca venne eretto un gran numero di chiese minori per le quali normalmente - a parte alcuni esempi in pietra di cava - veniva utilizzato come materiale edilizio il granito, tratto da massi erratici dell'era glaciale e messo in opera, nella maggior parte dei casi, in conci splendidamente lavorati, sebbene in alcune zone venisse impiegato anche allo stato grezzo o semplicemente sbozzato.Nell'Ovest dello J. meridionale, dove mancavano sia cave sia pietre di origine sedimentaria, si importarono enormi quantità di tufo dalla Renania, come mostra, oltre a numerosi esempi minori, la cattedrale di Ribe. La carenza di materiale edilizio adeguato ebbe come conseguenza la necessità di acquisire con celerità la tecnica di produzione del laterizio: risale al 1160 il primo esempio di muratura in mattoni nel Danevirke, l'imponente sistema difensivo lungo il confine con la Germania. Poco tempo dopo, i mattoni vennero impiegati nel transetto della cattedrale di Schleswig. Ad Aarhus la parte orientale della cattedrale venne iniziata intorno al 1200 nello stile dello Sjaelland, mentre la navata subì l'influsso dell'architettura in laterizio tipica della Germania del Nord.Le abbazie cistercensi dello J., nelle quali il mattone venne adottato assai precocemente, presentavano per lo più forme di ispirazione francese, come l'abbaziale di Lögum, costruita in origine secondo il modello di Fontenay, che conserva l'ala orientale risalente al 1200. L'abbaziale cistercense di Vitsköl, nel Nord dello J., oggi in rovina, venne ristrutturata all'inizio del sec. 13° e dotata di un deambulatorio con nove cappelle radiali.L'architettura dello J. alla metà del Duecento appartiene allo stile di transizione, caratterizzato da finestre a lancetta a due o tre luci, che impronta fra l'altro le chiese degli Ordini mendicanti, come quelle domenicane di Aarhus e Viborg. A quest'epoca risale la copertura della navata centrale della cattedrale di Ribe, a volte costolonate, esapartite, cupoliformi del tipo della Vestfalia, adottate in questo edificio per la prima volta e dominanti nell'architettura religiosa dello J. nel corso del 13° secolo.Se del tutto inconsistenti sono le tracce di costruzioni significative risalenti al Trecento - fatta eccezione per il coro della chiesa francescana a Horsens -, dagli inizi del Quattrocento sino all'età della Riforma protestante riprese nella regione una vasta attività edilizia, legata nelle sue forme, alquanto sobrie, all'architettura dei territori tedeschi che si affacciano sul mar Baltico. Tra i monumenti principali si annovera il monastero delle Brigidine (oggi conservato solo in parte) a Mariager, con la grande chiesa 'a sala' realizzata secondo le disposizioni di s. Brigida. Nel duomo di Aarhus si eresse un coro 'a sala' di vaste dimensioni, mentre in quello di Schleswig la navata venne ricostruita con la sopraelevazione delle navate laterali e l'inserimento delle cappelle tra i contrafforti, che all'esterno rendevano sostanzialmente lisce le pareti del corpo longitudinale.Il numero di chiese erette nel sec. 15° appare limitato; per contro, innumerevoli furono gli interventi su quelle già esistenti (specialmente nello J. orientale): dalla realizzazione di coperture a volta, a vere e proprie aggiunte di torri, cappelle, sagrestie e portici, messi in rilievo da timpani e gradini incassati.Per quanto riguarda la scultura, al periodo romanico risalgono monumentali fonti battesimali in granito, decorati con motivi iconografici semplici, tra i quali il leone appare estremamente diffuso. È possibile individuare nella regione tre diverse tipologie di portali a colonna, ciascuna legata ai tre prototipi forniti dagli esempi delle cattedrali di Ribe, Viborg e Schleswig. Si tratta di portali nei quali la componente essenziale è data dalla loro struttura architettonica, con figurazioni sul timpano - talora di carattere narrativo - e sui capitelli, sovente di genere simbolico (per es. leoni). Nello J. orientale i portali presentano spesso varianti che ne alterano la struttura, ma mostrano in compenso una ricca decorazione, per quanto con motivi iconografici spesso difficilmente interpretabili.È originaria dello J. una serie di antependia con rilievi in bronzo dorato illustranti scene dell'Infanzia e della Passione di Cristo (due sono custoditi rispettivamente nella chiesa di Stadil e in quella di Sahl; cinque a Copenaghen, Nationalmus.); essi risalgono cronologicamente a un periodo compreso tra il 1140 ca. - come l'altare di Lisbjerg (Copenaghen, Nationalmus.), che presenta tracce dello stile animalistico nordico - e il 1235. Sono noti anche alcuni crocifissi eseguiti nella medesima tecnica - per es. quelli di Aaby e di Tirstrup (Copenaghen, Nationalmus.) - sui quali la figura di Cristo è rappresentata come re vincitore. Non si conoscono molte opere di scultura dello J. in età gotica. Al contrario è conservata una quantità di tavole di altare intagliate, senza contare crocifissi e immagini di santi, di cui una gran parte della seconda metà del Duecento, provenienti dal Nord della Germania, in particolare da Lubecca.Le più antiche pitture su tavola conosciute si trovano su una pala d'altare e su un reliquiario provenienti dall'abbazia di Lögum (Copenaghen, Nationalmus.), risalenti al 1325 circa.Con l'eccezione delle opere dello scultore Hans Brüggemann (ca. 1480-1540), le pale d'altare erano normalmente un insieme di pittura e scultura, con la parte centrale eseguita a intaglio e dipinta e le ali laterali solamente dipinte.Le chiese romaniche erano per la maggior parte decorate da affreschi, molti dei quali riscoperti in tempi recenti. Il soggetto iconografico più comunemente diffuso nelle chiese dello J. era la Maiestas Domini, posta generalmente nell'abside; in seguito si diffusero anche rappresentazioni del Giudizio universale e scene neotestamentarie.Nella chiesa di Raasted (sec. 12°) la decorazione del coro raffigura scene dell'Infanzia e della Passione di Cristo e, sull'arco trionfale, la Traditio legis, gli apostoli, la Vergine e S. Michele che uccide il drago.Nella decorazione di alcune chiese (per es. Aal, Hornslet, Höjen, Lyngby) compaiono immagini di cavalieri e di battaglie, spesso come fregi dipinti sotto il soggetto principale della parete. Il loro significato risulta di ardua interpretazione sul piano teologico, ma in ogni caso esse sembrano rispecchiare il fascino della cavalleria armata sull'aristocrazia.La tecnica dell'affresco e la scelta dei temi iconografici cambiarono alla fine del Duecento in tutta la Danimarca e, di conseguenza, anche nello J., dove l'elegante pittura tardogotica appare peraltro non particolarmente diffusa, se si eccettua l'esempio del duomo di Schleswig, che conserva nel chiostro - seppure in uno stato di grave consunzione - vivaci immagini del 1330 ca., illustranti scene della Vita di Cristo; le volte sono invece coperte da una rigogliosa decorazione fitomorfa.Innumerevoli pitture del sec. 15°, di varia qualità, sono state scoperte recentemente in tutto il territorio dello J.: sono da ricordare per es. nel duomo di Aarhus scene della Passione e delle vite di santi, drôleries e figure simboliche.
Bibl.: P. Nørlund, Gyldne Altre [Altari dorati], København 1926 (Århus 1968, con riassunto ingl.); Danmarks Kirker [Le chiese della Danimarca], København 1933ss.; M. Mackeprang, Danmarks middelalderlige Døbefonte [Fonti battesimali medievali], København 1941; id., Jydske Granitportaler [Portali in granito dello J.], København 1948; Die Kunstdenkmäler des Landes Schleswig-Holstein, X, Stadt Schleswig. II. Der Dom und der ehemalige Dombezirk, a cura di D. Ellger, München 1966; O. Norn, Jydsk Granit [Granito dello J.], København 1968; P. Anker, A. Andersson, The Art of Scandinavia, 2 voll., London 1970.H. K. Kristensen