K'AI FENG (A. T., 99-100)
Città della Cina, capitale della provincia del Ho-nan, a 63 m. s. m., a 9 km. a SO. dell'ultimo gomito del Fiume Giallo, con una popolazione di 233 mila abitanti (1925). Fu più volte residenza imperiale, ed è la capitale del Ho-nan dal sec. XVII. Si trova sulla ferrovia che da Ho-nan va a Haichow, vicino all'incrocio con la Pechino-Han-kow. La città, malgrado le numerose dighe che la difendono, è esposta alle inondazioni del Fiume Giallo da cui fu più volte sommersa. È circondata da alte mura erette nel 781 d. C., e più volte ricostruite e restaurate.
Nell'assedio del 1232, furono adoperati per la prima volta cannoni e bombe esplosive contro la città. Vi si stabilì una colonia ebraica nel 1163, di cui sopravvivono ancor oggi alcuni discendenti, le rovine di un'antica sinagoga e numerose iscrizioni. La città, che fu in passato un importante centro commerciale e industriale, è ora decaduta. Ha un arsenale militare, con duemila operai e macchinario europeo.
Monumenti. - Risalgono al 1000 circa la costruzione del Kuo hsiang ssu, piramide a gradini rivestita di piastrelle di ceramica invetriata, e l'"aureo atrio dei dragoni", già parte del palazzo imperiale (Kin lung tien). Recentemente è stato istituito a K'ai-feng un museo, nel quale dovrebbero essere sistemati gli oggetti scavati in uno dei più sicuri giacimenti cinesi o meglio quel tanto che non sia stato già rubato o venduto. Questo museo, che contiene i recipienti bronzei di Hsin Cheng Hsien, ha grande importanza per la storia dell'arte; databili intorno all'età Chou (circa sec. IV), segnano chiaramente il passaggio dall'ornamentazione severa e ligia agli ordinamenti del culto a quella sciolta e decorativa.
Bibl.: J. Tobar, Inscriptions juives de K'ai-Fong Fou, Shanghai 1900 (Variétée Sinologiques, n. 17); Carl W. Bishop, The Find at Hsin Cheng Hsien, in Artibus Asiae, III, 2-3.