K'UEN-LUN (A. T., 84-85)
Si comprende col nome di K'uenlun il grande fascio di catene montuose che limita verso N., e in parte racchiude, l'elevato altipiano tibetano, stendendosi quasi nella direzione dei paralleli, tra 76° e 100° long. E. Questo fascio, ristretto a occidente dove è formato da una sola catena, va allargandosi verso oriente, per il successivo diramarsi di nuove catene, che corrono poi tra loro subparallele e separate da ampie valli.
Queste catene toccano i 6-7000 m. di altezza, ma innalzandosi da uno zoccolo comune già molto elevato (4000-5000 m.) non dànno luogo a dislivelli troppo accentuati, tranne nella regione periferica orientale, ove si fa passaggio alle bassure della Cina, e nella catena settentrionale più esterna che scende come una muraglia precipite e uniforme, rotta solo da alcune profonde gole trasversali, sui bacini del Tarim e dell'Han hai (1000-1500 m.).
Il K'uen-lun s' inizia a O. con un unico potente arco montuoso, che separa i Pamiri dal bacino del Tarim, e porta varie cime ghiacciate sopra i 7000 m. (passi tra 4000 e 6000 m.). Presso l'80° long. E. si ha una prima biforcazione, ma la catena meridionale torna ben presto a dividersi. Non bene noti sono però i collegamenti con le montagne che si riscontrano più a oriente. Tra 86° e 92° long. E. le catene subparallele, talora disposte come quinte, sono parecchie. La più esterna costituisce il potente Altyn-tagh (o Astin-tagh); l'asse principale del sistema sembra rappresentato dall'Arka-tagh, che giunge fino a 7724 m. e si collega a oriente coi Monti di Marco Polo. L'altezza dei passi è minore nelle catene più settentrionali (Altyn-tagh, 3000-3500 metri).
Nella sezione più orientale le catene vanno piegando verso SE.; l'asse principale segnato da rocce cristalline passa all'Amne-Khor e all'Amne-Machin che fiancheggiano il corso superiore del Hwang ho; a N. le varie catene del Nan shan, insieme con l'Altyn-tagh, delimitano da questo lato il vasto bacino chiuso dello Zaidam (3000 m.). A S. del Hwang ho altre catene molto elevate stabiliscono la continuità con i monti dell'India posteriore, tra gli alti corsi del Yang-tze kiang, del Mekong e del Saluen.
Gran parte alla costituzione del K'uen-lun prendono i terreni del Paleozoico, specialmente i devonici, rappresentati da rocce sedimentarie e da scisti cristallini (gneiss, filladi) che derivano dalle prime per metamorfismo esercitato da potenti masse di rocce eruttive, principalmente graniti, emesse durante i periodi di corrugamento paleozoici. Vi sono però anche graniti e gneiss assai più antichi. Queste rocce cristalline formano essenzialmente l'asse della catena principale nel K'uen-lun occidentale e nell'Altyn-tagh, mentre il K'uen-lun medio e orientale è costituito in grande prevalenza dai terreni sedimentarî. Il Carbonico marino occupa estensioni molto minori, benché diffuso dappertutto, ed è sempre discordante sul Devonico. Nel Paleozoico s'ebbero più periodi di piegamento, e con quello sopravvenuto alla fine del Carbonico la regione finì con assumere i tratti tettonici fondamentali mantenutisi fino a oggi; essa non fu più coperta dal mare, essendo i sedimenti marini più recenti, triassici, limitati alle zone più meridionali. Potenti ed estese sono invece le formazioni continentali, già iniziatesi prima del Carbonico nel K'uen-lun orientale, col deposito delle cosiddette arenarie del Nan shan. In gran parte al Mesozoico spettano gli strati fluvio-lacustri della serie di Angara (brecce e conglomerati, arenarie quarzose rosse, marne e argille con sale e gesso). Più recenti, gli strati detti terziarî, del Han hai, simili ai precedenti e come essi privi o quasi di fossili. Tutte queste formazioni continentali (che per la relativa abbondanza di depositi limnici testimoniano di un clima assai più umido dell'attuale) furono deposte in bacini e ampie vallate longitudinali, in mezzo alle serie di catene già abbozzate nel Paleozoico; gli strati del Han hai sono ancora orizzontali, mentre quelli di Angara subirono spostamenti considerevoli al principio del Terziario, per l'intervento di movimenti tettonici, consistenti specialmente in dislocazioni in senso verticale, e che comunque non alterarono le caratteristiche ricevute dalle catene nei piegamenti paleozoici. Del resto la direzione delle pieghe concorda con quella orografica delle catene.
Anche durante il Quaternario continuò la formazione di potenti accumuli detritici e alluvionali; inoltre, sono state riconosciute le tracce di due grandi glaciazioni quaternarie (la prima più estesa) e di fasi di maggiore sviluppo degli specchi lacustri.
Tutte le catene interne portano i segni della lunga fase continentale cui la regione è stata soggetta, e che ha condotto alla formazione di estese superficie di spianamento. Le catene, in forma di dossi arrotondati e uniformi, racchiudono ampie valli longitudinali e bacini riempiti in gran parte da potenti masse alluvionali e detritiche che talora raggiungono quasi le cime. Queste valli sono in parte senza deflusso; in parte sono percorse dall'alto corso, longitudinale, dei fiumi tributarî del bacino del Tarim, i quali piegano bruscamente e attraversano le catene esterne, in valli profonde e strette, spesso grandiose, gole. Procedendo verso oriente si fanno più rare e meno profonde; così mentre il K'uen-lun a occidente dell'80° meridiano, è tutto potentemente inciso e ha un ricco reticolo vallivo, con aspetto di tipica regione periferica, avendo il generale ringiovanimento causato quasi la scomparsa delle superficie dolci più antiche, l'Altyn-tagh corre quasi ininterrotto, come un lungo dosso uniforme. Questi aspetti si debbono al forte dislivello, originatosi solo nel Terziario, tra le catene esterne del K'uen-lun e i bacini più a nord. Benché non debbano talora mancare linee di frattura lungo le valli trasversali, l'origine di queste è probabilmente dovuta all'erosione regressiva dei fiumi originatisi sul versante settentrionale, che hanno poi catturato una parte dei bacini chiusi interni, dei quali però non hanno turbato la primitiva fisionomia, che fa grande contrasto con quella delle valli trasversali.
Nel K'uen-lun orientale troviamo una tipica regione periferica, poiché i grandi fiumi (Hwang ho, Yang-tze kiang) hanno fortemente inciso l'altipiano tibetano, e maggiormente quelli meridionali più ricchi di acque. Le valli principali sono quindi profonde e ristrette, anche se il loro andamento è longitudinale. Il paesaggio è grandioso, alpino, anche per la presenza di grandi ghiacciai.
Il clima, nel K'uen-lun, è fortemente influenzato dalla posizione interna della regione, e dalla forte elevazione. Dalla prima dipende la scarsità complessiva di precipitazioni, dalla seconda la bassa temperatura. Nell'estate il K'uen-lun sembra essere una delle regioni più fredde dell'Asia (a Dumbure, a circa 4000 m., media luglio 10°, dicembre −18°). Forti sono gli sbalzi giornalieri (estate circa 30°). Le piogge non sono poi troppo scarse nella parte più occidentale, portate probabilmente da propaggini del monsone indiano; ma tra 84° e 94° di long. la regione ne è poverissima. Procedendo verso E., le piogge aumentano, e verso SE., portate dal monsone, diventano addirittura abbondanti. L'importanza dell'idrografia fluviale è strettamente proporzionata all'entità delle precipitazioni nelle varie zone. I numerosi laghi sono per lo più senza deflusso e salati.
In stretta relazione con le piogge sta anche lo sviluppo della vegetazione. La catena più occidentale è ricca di praterie alpine e anche di arbusti, mentre i boschi si limitano alle zone più profonde delle valli e solo di rado salgono fino a 2700 m. Verso oriente si ha un progressivo impoverimento, che è massimo tra 86° e 92° di long. Soltanto nei fondivalle e presso i laghi vi sono magri pascoli e miseri arbusti. Qui però è assai ricca la vita animale, al sicuro delle insidie dell'uomo, essendo la regione disabitata (yak, kulan, antilopi, marmotte). Il bacino dello Zai-dam è una steppa in gran parte salifera. Ma a sud-est di esso si ha una ricca vegetazione. La fauna è pure abbondante (antilopi, asino selvatico, volpi, marmotte, ecc.).
Il K'uen-lun occidentale e medio è quasi disabitato e privo di colture. Nelle valli della parte più occidentale si trovano miseri insediamenti, mentre più all'est le sedi fisse mancano del tutto; scarsa vi è del resto anche la popolazione nomade. Però tra 86° e 92° di longitudine si ha un'area veramente disabitata, al più percorsa da cacciatori e da cercatori d'oro (l'oro si trova al piede settentrionale dei Monti di Marco Polo). Abbastanza popolato (da Tibetani e da altre genti a essi affini) è il K'uen-lun orientale, dove col crescere delle precipitazioni si rendono possibili anche le colture.
L'esplorazione del K'uen-lun è incominciata relativamente tardi e vaste zone sono ancora pochissimo note. Le prime grandi spedizioni sono quelle del russo Prževal′skij (quattro viaggi 1870-85) nel K'uen-lun orientale, dove operarono anche le spedizioni russe di Pievtsov (Pevcov) e Bogdanovič, Roborovskij, Kozlov, e quella inglese di Carey e Dagleish, tra il 1885 e il 1900. Importanti per la conoscenza del K'uen-lun occidentale e medio la spedizione francese di Dutreil du Rhin (1890-95), e i viaggi di Littledale e Deasy specialmente per i rilievi cartografici; della massima importanza sono due spedizioni dello svedese S. Hedin (1894-97 e 1899-902). Nell'ultimo trentennio compirono viaggi nel K'uen-lun Barrett e Huntington, Zugmayer, Stein (tre viaggi 1900-1915 con notevoli risultati cartografici), Filchner, Tafel, Trinkler, ecc.
Bibl.: E. Trinkler, Tibet, in Mitteil. Gesell. Erdk., Monaco 1922; K. Leuchs, Zentralasien, in Handbuch d. region. Geol., voll. 5, Heidelberg 1917; E. Trinkler e H. De Terra, Wissenschaftl. Ergebnisse der Trinklerschen Zentralasien-Expedition, Berlino 1932.