KABARDIA-BALKARIA (A. T., 73-74)
Territorio autonomo della Russia sovietica, situato sul versante settentrionale del Caucaso, incluso nel territorio economico del Caucaso del Nord. È compreso fra il territorio dei Caraciai, l'Ossetia Settentrionale e l'Inguscetia a est, il distretto georgiano degli Svani a sud. Misura kmq. 12.205 di superficie con circa 203.800 ab. Al territorio della Kabardia, creato nel 1921, fu aggiunta, nel 1922, la Balkaria; mentre la prima si estende nella zona pedemontana, parte pianeggiante e parte collinosa, la seconda occupa per intero il versante montuoso, spingendosi fino alle vette dell'El′brus (5628 m.), del Šchara-tau, ecc. Il clima della Balkaria, piuttosto rigido, varia a seconda dell'altitudine e dell'esposizione dei versanti, quello della Kabardia è invece mite, ma arido all'estremo settentrionale della pianura, lungo il corso del Terek. Altri corsi d'acqua, tutti con buona portata, sono la Malka, il Baksan, il Čegem, il Nal′čik, il Čarek, che affluiscono al Terek. Ricche foreste di querce, aceri e faggi coprono il territorio della Kabardia. Kabardini e Balkari rappresentano il 76% della popolazione, il resto è costituito da Russi, Ucraini, Osseti, Tedeschi, Ebrei. La massa (60%) è in effetto formata dai Kabardini, che sono un ramo dei Circassi; attivi e meno incolti dei Balkari, godettero sempre di una certa superiorità sui loro vicini, dai quali percepivano, in altri tempi, tributi. I Balkari, che vivono di preferenza nelle alte vallate, sono affini ai Caraciai e parlano un dialetto turco: stanziatisi nel Caucaso circa cinque secoli or sono, divennero, sotto l'influenza dei Kabardini, maomettani sunniti durante il sec. XVIII. Abitano in piccoli villaggi (auls), situati in località quasi inaccessibili, formati di case di pietra basse e con un foro per l'uscita del fumo. I Balkari si occupano in prevalenza dell'allevamento degli ovini e dei bovini; nella Kabardia si coltivano mais, miglio, girasoli, patate, legumi, meloni, cocomeri, e su piccole estensioni anche la vite. Nella zona collinosa, ove abbondano i pascoli, l'allevamento dei cavalli, assai pregiati, dei bovini da carne e da lavoro, delle pecore e capre, non ha minore importanza delle coltivazioni; tuttavia fra il 1914 e il 1922, per effetto della guerra e delle carestie, il patrimonio zootecnico fu ridotto di circa un terzo. In questi ultimi anni si è sviluppato l'allevamento stanziale e si è istituito un controllo veterinario. Pollicoltura, agricoltura, e bachicoltura servono soltanto ai bisogni locali, ciò che si può dire per le industrie; vi sono due segherie, un molino a vapore, e una centrale elettrica a Nal′čik. Cattive sono le strade ordinarie. Le ferrovie sono rappresentate da un tratto della linea transcaucasica: è in costruzione la linea da Kotljarevskaja a Nal′čik, che è il centro amministrativo, con 13.000 abitanti.