Kabir
Pensatore religioso indiano (forse 15° sec.). I contorni della figura storica di K., tradizionalmente considerato un sarto, tendono a sfumare ed è possibile che gli siano stati attribuiti versi di suoi seguaci o di altri esponenti della corrente religiosa dei Sant. Vissuto nell’India settentrionale in un momento in cui le religioni indiane erano costrette a confrontarsi con l’invasione islamica, K. propone una religiosità che prescinda dai dogmi, dai testi sacri e quindi anche dalla teologia personale. Al contrario, il Dio concepito da K. è un Dio senza attributi (nirguṇa ➔ guṇa) che può essere avvicinato tramite un autentico sentimento religioso, il quale non solo non è facilitato, ma spesso è anzi ostacolato dalla teologia e dalle contrapposizioni solo umane che questa proietta su Dio. K. è considerato un precursore della sintesi fra religioni indiane e Islam tentata nel sikhismo, nel cui testo fondamentale sono citati più di 500 versi di K. e a cui lo accomunano il rifiuto di un Dio personale, l’accento posto sul trasporto del fedele, l’abolizione dei dogmi.