KABUKI (giapponese; da ka "poesia"; bu "danza" e ki "arte")
Il dramma popolare giapponese. La storia della sua evoluzione (v. giappone: Letteratura) porta a distinguere due fasi principali di svolgimento, cui corrispondono il vecchio e il nuovo kabuki. Il mo, nato dalle danze di O-Kuni (1603) e sviluppatosi accogliendo elementi dal Nō e dal kyōgen, giunge fino alla fine del sec. XVII con temi di natura romantica, storica o religiosa, svolti con esagerazione e fantasia, in testi scritti, di solito, dagli attori stessi i quali si preoccuparono più del gusto volgare delle folle e delle esigenze del palcoscenico che di elevare il kabuki a forma d'arte; e però si comprende com'esso dové cedere di fronte al meraviglioso sviluppo assunto dal teatro di marionette (jōruri) per opera di Chikamatsu (v.), che introdusse nel teatro l'elemento reale e attuale della vita, dando al dramma un vero contenuto psicologico e artistico. Dopo la sua morte (1724), la decadenza del jōruri portò alla rinascita del kabuki, che sorse con la sostituzione di artisti alle marionette, utilizzando gli elementi di successo del jōruri. Questo nuovo kabuki ebbe, in seguito, un periodo di crisi, in relazione l'interesse che l'Occidente destò nel paese dopo la restaurazione (1868), ma ricomincia ora a salire in auge. Gl'indigeni distinguono attualmente quattro categorie di kabuki: 1. Kabuki influenzati dal teatro di marionette, con testi simili a quelli di questo; 2. kabuki realistici; 3. kabuki sotto forma di rappresentazioni mimiche; 4. kabuki esprimenti eroismo sovrumano (aragoto).
Bibl.: C. Glaser, Japanisches Theater, Berlino 1930; Z. Kincaid, Kabuki, The popular Stage of Japan, Londra 1925.