KAIROS (Καιρός)
È la personificazione e divinizzazione del momento opportuno, e come tante altre divinità sorte anch'esse dalla personificazione di un'idea (es. Nike, Irene, Pluto, ecc.), appartiene ad età abbastanza tarda. Non ne troviamo traccia prima del sec. V a. C., quando Ione di Chio scrive per esso un inno, secondo la testimonianza di Pausania il Periegeta (V, 14, 9). E la sola testimonianza di un culto di Kairos si riferisce ad un altare in Olimpia. In un epigramma dell'Antologia Palatina (X, 52) Palladas dice che Menandro chiamò nume Kairos.
L'arte figurata si occupò spesso di Kairos. Si credette per un certo tempo che Fidia e Policleto fossero stati autori di una statua di Kairos, ma quelle notizie risultano solo da non precisa interpretazione e combinazione di testi. La statua di Kairos, bronzea, sorgente in Sicione, fu dovuta a Lisippo: rappresentava un efebo con ali ai piedi, ciuffo alla fronte, capelli pressoché rasi alla nuca. Il significato allegorico di queste due ultime caratteristiche è ben chiaro: le rappresentazioni più tarde accrebbero ancora il lato allegorico aggiungendo anche le ali agli omeri, il rasoio, e la ruota, e accompagnando a Kairos altre figure, ad es. quella di Metanoia (il ravvedimento, il pentimento).