Pastore protestante e scrittore danese (Maribo 1898 - presso Silkeborg 1944). Ingegno disordinato e impulsivo, fu esasperatamente individualista e nazionalista. Il culto dell'eroe inteso in senso vitalistico si riflette nei protagonisti dei suoi drammi espressionistici: da re Erode di En Idealist (1924) al professor Krater, alias Giorgio Brandes, di I braendingen ("Fra i marosi", 1926); da Enrico VIII di Cant ("Ipocrisia", 1931), al cancelliere Alexi, alter ego di Mussolini, in Sejren ("La vittoria", 1936), al profeta-riformatore F. S. Grunditvig di Egelykke (1938-39), caratterizzati tutti da un esasperato superomismo. Migliore il noto dramma sul miracolo della resurrezione operato da due puri di cuore: Ordet ("Il Verbo", 1926), più tardi reso famoso dal film che ne trasse C. T. Dreyer, dove, pur non mancando i toni predicatorî e le scene a effetto sono efficacemente resi i contrasti psicologici fra scettici e credenti. Negli ultimi anni abbandonò la fede nel superuomo, attenuò la sua sfiducia nelle democrazie: ne sono testimonianza il dramma storico-propagandistico Niels Ebbeson (1942) in cui tratta della rivolta dei contadini danesi al dominio tedesco, e la sua morte per la libertà della Danimarca (fu infatti assassinato dai nazisti).