KALAMPÁKA (A. T., 82-83)
Città della Grecia, situata presso l'antica Aigínion, nel nomós di Triccala, posta sul margine nord-occidentale della pianura di Tessaglia, presso il Peneo, dove questo esce dalle gole del Pindo, ai piedi delle famose rupi delle Meteore. Al censimento del 1928 contava 2695 ab. È il punto terminale di una linea ferroviaria proveniente da Volo, che attraversa tutta la pianura di Tessaglia toccando Kardítsa e Triccala.
Si conserva al centro della città la chiesa principale della Koímēsis, sul tipo della basilica bizantina a tre navate con nartece, che si può fare risalire al sec. XII o ai principî del XIII. Pochi affreschi di quest'epoca restano nel diakonikón della chiesa; le altre parti sono ornate di affreschi del 1573, di scuola cretese, in buono stato di conservazione (notevoli quelli, firmati, del monaco pittore Teofano "eccellente pittore sacro", e probabilmente pittore del katholikon del monastero della Laura del monte Athos). Il nartece posteriore ha affreschi del sec. XVIII.
Studî recenti dimostrarono che la chiesa bizantina fu preceduta di un'altra paleocristiana, dalla quale proviene gran parte dell'ambone marmoreo a colonne, d'epoca più tarda; e scavi recenti ne hanno citrovato, a poca profondità (m. 0,25), il pavimento a mosaico.
Bibl.: O. Wulff, Altchr. u. byz. Kunst, II, Berlino 1918, p. 478; G. Millet, École grecque, ecc., Parigi 1916, p. 21; G. Sotriuou, in 'Επιτηρὶς τῆς ‛Εταιρ. βυζαν. σπουδῶν, VI (1929), pp. 291-315 (quivi anche lo studio più completo della chiesa dopo il suo restauro).