KALEVIPOEG ("Il figlio di Kalev")
Titolo dato da Fr. R. Kreutzwald, raccoglitore e redattore, al poema che canta le gesta del figlio di Kalev, eroe nazionale degli Estoni. Già nell'età pagana esistevano leggende varie e disperse, in forma quasi sempre prosastica, intorno al Kalevide, forte guerriero, costruttore di castelli, uccisore di belve, iniziatore dell'agricoltura. Nel 1830, mentre ferveva il lavoro di ricerca e pubblicazione dei canti finnici che E. Lönnrot (v.) fuse nell'unità poetica del Kalevala (v.), s'iniziò pure la raccolta delle leggende estoni, con la stessa tendenza all'unità di raggruppamento. Se ne occuparono lo Schüdlöffel (1836) e Fr. R. Fählmann, cui la morte immatura (1850) tolse di condurre a termine l'impresa, compiuta nel 1857 dal Kreutzwald. Nel 1861 comparve la prima edizione del testo (in 20 canti e 19.047 versi), accompagnato da una versione tedesca, negli "Atti della Società estone dei dotti" di Dorpat (Tartu); l'anno seguente una edizione del solo testo, 18.993 versi, stampata a Kuopio.
L'opera del Kreutzwald nella composizione del poema fu diversa e, in un certo senso, maggiore di quella del Lönnrot per il Kalevala. Questi non ebbe che da "combinare" i canti già esistenti in forma metrica: quegli ridusse nel metro tradizionale, comune ai Finni e agli Estoni, i materiali in prosa via via raccolti, materiali che per un certo tempo si credettero distrutti dal raccoglitore, ma che poi furono ritrovati e offerti alla Eesti Kirjanduse Selts (Società di letteratura estone), nei cui archivî sono conservati. A poco a poco il Kalevipoeg è divenuto il più cospicuo patrimonio poetico del popolo estone; ne ha cementato il sentimento di nazionalità e ha richiamato su di esso l'attenzione degli studiosi del folklore comparato e delle origini delle epopee nazionali.
Una gustosa riduzione in tetrametri trocaici offrì J. Grosse, Die Abenteuer des Kaleviden, Lipsia 1875; un breve rifacimento in prosa, C. Israël, K. oder die Abenteuer des Kalewiden, eine estnische Sage, frei... bearbeitet, Francoforte 1873; in prosa e accorciata è pure la traduzione di F. W. Kirby, The hero of Esthonia, Londra 1875. Eccellente, e completa, preceduta da una dotta introduzione e seguita da copiose note, la traduzione metrica tedesca di F. Loewe (Reval 1900).
Bibl.: Dei molti lavori di critica e illustrazione, quasi tutti in finnico ed estonio, citeremo solo U. Karttunen, Kalevipoegin kokoonpano (La composizione del K.), Helsinki 1905 e P. E. Pavolini, Il poema estonio del K., in La Nuova Antologia del 16 marzo 1902. La recente traduzione (accorciata) di G. Ceroni (roma s. a.) è a sua volta tradotta "dalla riduzione francese di N. Raudsep e P. de Stoecklin".