KALIBANGAN
Località nel distretto di Ganganagar (Rajasthan), in cui dal 1959 si conducono scavi, prima ad opera di B. B. Lai, quindi sotto la direzione congiunta dello stesso e di B. K. Thapar. Il sito archeologico, che era già noto come appartenente alla civiltà della Valle dell'Indo, (esplorazione di A. Ghosh, 1951), è costituito da due monticoli sul fiume Ghaggar (l'antica Sarasvati). La più antica occupazione è stata riconosciuta sul monticolo occidentale.
Il sito mostra fortissime affinità con Harappa e Mohenjo-daro, in particolar modo nell'impianto urbanistico, tanto che si poté avanzare l'ipotesi che K. fosse la terza delle "capitali" della civiltà della Valle dell'Indo. Le indagini successive hanno mostrato però che la cultura di K., pur essendo calcolitica, differisce sotto molti aspetti - ad esempio nella produzione ceramicada Harappa e Mohenjo-daro. Inoltre la cultura di K. sembra essere precedente a quella della Valle dell'Indo: si son trovati contatti con i più antichi livelli di Kot Diji e, con ancor maggiore chiarezza, con i depositi pre-fortificazioni di Harappa. La scomparsa della ceramica di tipo pre-harappiano (con presenza di quella di Harappa) può esser seguita nel monticolo orientale.
Le case sono costruite con mattoni crudi di 30 × 20 × 10 cm; molto rari e di uso particolare sono i mattoni cotti. Una seconda occupazione (in età harappiana) del monticolo occidentale sembra che abbia avuto un carattere difensivo.
Recenti analisi basate sul radiocarbonio han dato, per campioni tardo-harappiani di K. date oscillanti tra i termini estremi del 2210 e del 1970 a. C. Sembra, anzi, che l'occupazione harappiana di K. non sia durata più di tre secoli e che la sua fine sia da porsi proprio all'inizio del II millennio.
Oltre alla ceramica tipica di K., che comprende sostanzialmente una qualità rossa opaca senza ingubbiatura con disegni in nero e in bianco ed una qualità rossa ingubbiata con disegni prevalentemente in nero, son da ricordare una testina maschile di terracotta, che è stata opportunamente confrontata con il celebre busto di "re-sacerdote" di Mohenjo-daro, ed una terracotta raffigurante un bue, anch'essa confrontabile assai da presso con analoghi prodotti della Valle dell'Indo.
Bibl.: A. Ghosh, The Rajputana Desert - Its Archaeological Aspect, in Bull. of the National Inst. Sciences of India, I, 1952, pp. 37-42; Indian Archaeology, 1960-61, p. 31 ss.; B. B. Lal, in Ill. London News, 24 marzo 1962; id., A Picture Emerges: an Assessment of the Carbon - 14 Datings of the Protohistoric Cultures of the Indo-Pakistan Subcontinent, in Ancient India, 18-19, 1962-63, p. 212; Indian Archaeology, 1961-62 (1964), p. 39 ss.; ibid., 1962-63 (1965), p. 20 ss.; ibid., 1963-64 (1967), p. 30 ss.; Y. D. Sharma, in Archaeological Remains, Monuments and Museums, Nuova Delhi 1964, I, p. 4 ss.; R. Raikes, Kalibangan: Death from Natural Causes, in Antiquity, XLII, 1968, p. 286 ss.; B.-R. Allchin, The Birth of Indian Civilization, Harmondsworth 1968, p. 120 ss.