KALININ (Tver′ sino al 1932; A. T., 69-70)
Città russa, capoluogo di rajon a 168 km. a NO. di Mosca, situata in amena posizione alla confluenza del Volga con la Tverca e la Tmaka; grande centro dell'industria tessile e metallurgica, Kalinin ha visto rapidamente aumentare la sua popolazione che da 45.000 ab. nel 1900 è salita a 133.172 abitanti nel 1931. Di questi quasi ⅓ sono occupati nei diversi stabilimenti industriali della città. Grande importanza ha il traffico per la posizione della città situata sulla linea ferroviaria di grande comunicazione che unisce Mosca a Leningrado e sull'importante rete di canali che la mettono in comunicazione col Ladoga e col Baltico. Il centro dalle vie dritte e regolari ha edifici notevoli tra cui sono particolarmente da ricordare la bella cattedrale costruita dal 1689 al 1696; il monastero della Natività, sec. XIV, il museo di stato fondato nel 1886, che consta di molte sezioni e l'istituto di pedagogia.
Sorta nel sec. XII, Kalinin fece parte dapprima del dominio di Novgorod, poi fu capitale fino al 1486 di un principato in lotta continua con i Tatari. A partire dal sec. XVI divenne un centro economico di notevole importanza; ebbe in seguito periodi di decadenza e di splendore sempre in relazione con il maggiore o minore sviluppo delle industrie; l'apertura del canale di Vyšnij Voloček e la costruzione della ferrovia Mosca-Leningrado diedero un grande impulso alla città, che attualmente è uno dei maggiori centri operai della regione di Mosca.
Il rajon, ex-distretto della regione di Mosca, ha 63.184 kmq. di superficie e 2.238.900 ab., in gran parte Grandi Russi (94%) con gruppi di Carelî al nord (6%). Geologicamente il terreno risulta costituito in gran parte da alberese carbonico giacente su depositi devonici e silurici, che vengono messi a nudo nelle valli; il tutto è ricoperto da un potente strato di depositi glaciali e lacustri. Il suolo pianeggiante, con leggiere ondulazioni nelle parti meridionali e orientali, cresce in altezza a nord fino a raggiungere i 322 m. (M. Kamennik) nell'altipiano dei Valdai, costituito da un insieme di morene terminali con innumerevoli laghi, il maggiore dei quali, il lago Seliger, occupa una superficie di 259 kmq.; a ovest di esso, presso il villaggio di Volgino Verchov′e, hanno origine le sorgenti del Volga che, già navigabile all'uscita del lago di Ovselug, traversa l'intero distretto dapprima con direzione NO.-SE, poi SE.-NO, formando coi suoi affluenti principali la Tverca e la Mologa una ottima via di comunicazione. Il clima, più rigido nell'altipiano dei Valdai è continentale con lunghi e freddi inverni e scarse precipitazioni (media annua circa 500 mm.).
La popolazione, di cui il 13% vive nei centri, si dedica principalmente all'agricoltura; scarsa è però la superficie sottoposta a colture, appena il 25%, il rimanente terreno essendo paludoso o coperto di boschi di conifere (abeti). Si coltivano cereali, soprattutto avena e orzo, e patate; fiorente è l'allevamento dei bovini da lavoro e da latte che alimentano una notevole industria di latticinî.
Grande importanza hanno le industrie tra cui principale quella tessile; seguono la lavorazione del cuoio e delle pellicce, la fabbricazione dei mattoni e del vetro, l'industria molitoria e le distillerie.