KALUGA (A. T., 69-70)
Città della Russia centrale, capoluogo del governatorato omonimo, situato sulla destra dell'Oka, alla confluenza con l'Ugra. È importante centro commerciale e industriale; vi si confezionano oggetti in pelle, e vi si fabbrica ottimo materiale laterizio; vi sono pure musei, una biblioteca, un teatro, ecc. Nodo ferroviario importante, è anche porto fluviale attivo. La popolazione di Kaluga, che nel 1915 ammontava a 57.000 ab., è scesa nel 1927 a 52.000 ab. circa.
Storia. - Kaluga è menzionata per la prima volta in un documento della fine del sec. XIV. Nei secoli XIV-XV fu talvolta un principato patrimoniale (udelnyj) indipendente, talvolta alla diretta dipendenza dei granduchi di Moscovia, finché nel 1518 entrò a far parte del ducato moscovita. Durante i "tempi torbidi", nell'inverno del 1606-1607 a Kaluga si affermò il capo del popolo Ivan Bolotnikov che resistette vittoriosamente all'assedio dell'esercito dello zar, costretto nella primavera del 1607 a togliere l'assedio. Nel 1610 fu residenza del secondo falso Demetrio ("Il ladro di Tušino") il quale fu quivi ucciso. Assalita nel 1617 dai Polacchi, fu liberata dal voivoda russo D. M. Požarskij. Luogo d'esilio di personalità politiche, ospitò anche Šamil′ (1859-1870), capo dei Lezghi del Caucaso.
Il governatorato di Kaluga. - È compreso fra i governatorati di Mosca a N., di Smolensk a O., di Brjansk a SO., di Orel a S., di Tula a E. Misura 25.700 kmq. di superficie e ha una popolazione di circa 1.150.000 ab. È territorio geologicamente assai vario, essendo costituito da depositi del Carbonico alternati con banchi d'argilla e calcari del Giurassico, che un tempo coprivano l'intera regione; argille del periodo glaciale, frammiste a ciottoli, trascinati dalle regioni finlandesi e dall'Olonec, durante l'avanzata del grande ghiacciaio scandinavo, coprono la parte nord, mentre la zona centrale è coperta di ciottoli silicei, e nella meridionale compaiono ampie distese di loess. Minor varietà presenta la morfologia, essendo regione quasi per intero pianeggiante, in cui i corsi d'acqua, fra gli altri l'Ugra e l'Oka, hanno inciso profondi solchi. Il clima ha carattere prettamente continentale, con inverni rigidi e lunghi, durante i quali il gelo si protrae per almeno cinque mesi, e con estati piuttosto calde; le precipitazioni atmosferiche si avvicinano ai 500 mm. Nel loro complesso le condizioni ambientali generali non sono molto favorevoli allo sviluppo agricolo; le foreste di conifere occupano le cosiddette terre bianche o podzol della parte settentrionale, mentre a S. compaiono le piante latifoglie e cioè betulle, querce e frassini; si calcola che la zona forestale rappresenti il 27% dell'intera superficie. Le coltivazioni si sviluppano nella zona delle terre nere o črnozem; esse dànno specialmente segala (44,4%), orzo (21,5%), patate (8,2%), avena, frammento, lino, poca canapa, oltre a cavoli, cipolle e piante da frutta, coltivate lungo il corso dell'Oka; infine si allevano equini, bovini da lavoro e da latte, ovini e suini. Tuttavia manca una vera organizzazione agricola razionale. Le risorse minerali sono rappresentate innanzi tutto dal carbone, però di qualità inferiore e quindi con scarso potere calorifico, poi da argille plastiche, calcari, caolino, pietre da mola, sabbie quarzifere, fosforiti, rame. Questi prodotti alimentano diverse industrie in cui trova impiego l'eccesso di popolazione agricola; Medyn è il maggiore distretto industriale e ivi sono uno stabilimento metallurgico e alcuni lanifici. Ottime le comunicazioni fluviali, discrete le ferrovie.