Vedi KANGAVAR dell'anno: 1961 - 1995
KANGAVAR
Città persiana, nel Kurdistan. È nella zona di passaggio obbligato dall'altopiano iranico alla Mesopotamia. Va identificata con la Concobar citata da Isidoro di Charax (Mansiones Parthicae) nel passo in cui si ricorda anche un grande santuario di Artemide-Anāhitā.
Resti di questo tempio sono ancora visibili: colonne e capitelli si trovano murati negli edifici più recenti del villaggio, mentre una parte del basamento e la metà inferiore di alcune colonne si trovano ancora in loco. Il basamento è di pietra locale, in opera pseudo-isodoma, di esecuzione accurata, coronato da una cornice a kỳma. Le colonne hanno il fusto liscio, una base attica e capitello dorico con abaco dell'ordine corinzio. La ecletticità di questi motivi fa pensare ad una derivazione da modelli ellenistici, quali si trovano nell'architettura di età romana nell'Asia Minore o in Siria. Il risultato rivela comunque notevole aderenza ai valori proprî degli ordini usati.
Il Dieulafoy propose una datazione in età parthica, condivisa in un primo tempo dallo Herzfeld, che poi sostenne l'appartenenza del monumento all'epoca seleucide. Il Reuther propone la metà circa del I sec. a. C. È più attendibile la datazione al principio del II sec. a. C.
Nei pressi di K., nel villaggio di Sakhnah, sono due tombe rupestri, probabilinente di età meda. Quella detta di Farhad u Shirin presenta in facciata le due colonne del portico nettamente staccate dal muro dell'ingresso; la porta è sormontata dal disco solare alato di Ahura Mazdāh, e immette in un atrio con due banconi funerarî laterali. In fondo, sul pavimento, da un pozzo si accede ad una seconda camera, arretrata ed a livello inferiore rispetto alla prima, con un solo bancone. È, rudimentalmente abbozzato, lo schema che si ritroverà nelle sepolture reali di Persepoli e di Naqh-i Rustam, e riapparirà ancora in età seleucide nella tomba di Ishkeut-i Quizqapan, dove però le colonne a giorno sono sostituite da semicolonne con capitello pseudo-ionico a volute.
Bibl.: E. Flandin-P. Coste, Voyage en Perse 1840-41, Parigi 1843-54, vol. I, p. 409 ss.; M. Dieulafoy, L'art antique de la Perse, Parigi 1884-85, vol. V, pp. 7-11; Fr. Sarre-E. Herzfeld, Iranische Felsreliefs, Berlino 1910, pp. 230-32, tavv. 47-48; E. Herzfeld, Iran in the Ancient East, Londra 1941, p. 281, figg. 380-81, tav. 87; O. Reuther, in A Survey of Persian Art, Londra 1938, vol. I, p. 413, trav. 129 C; L. Vanden Berghe, Archéologie de l'Iran ancien, Leida 1959, pp. 107-110. Tomba rupestre di Farhad u Shirin: W. Hinz, in Zeitschrift der Deutschen Morgenl. Gesellschaft, XCII, 1939, p.363, tav. I.