KARADAǦ (A. T., 88-89)
Ǧ Monte dell'Anatolia, situato a circa 75 km. a SE. di Conia; s'innalza dall'altipiano della Licaonia fino a 2170 m. Sul versante settentrionale vi sono rovine importanti di chiese e di altri edifici cristiani, divisi in due gruppi: quello di Deile a occidente, più elevato, e quello di Madenşehir a oriente, un po' più basso. L'insieme è designato col nome turco di Binbirkilise (Le mille e una chiesa) e corrisponde all'antica diocesi di Barata. La città non ebbe mai grande importanza; sembra essere quasi interamente sfuggita all'influenza ellenistica, poiché i suoi monumenti rappresentano una tradizione puramente anatolica. Le numerose chiese hanno una costruzione semplice, ma robusta, a vòlta, e sono decorate sobriamente, con poca abilità, in pietra vulcanica che non si presta a lavori delicati, ma che produce un bell'effetto; vi si può notare più d'una rassomiglianza con le prime produzioni dell'arte romanica. Predomina la pianta basilicale: si trova in edifici risalenti forse ai secoli V e VI, ma fu usata fino al sec. XI. Caratteristici: il nartece composto di tre corti, dei quali i due estremi, a destra e a sinistra, spesso si aprono sulle navate laterali senza comunicare con l'esterno; i pilastri rettangolari fiancheggiati da mezze colonne, sia nelle navate, sia in porte e finestre (si confronti l'architettura romanica); gli archi a sesto rialzato (elemento anatolico). Nelle chiese più antiche la pianta è di proporzioni abbastanza vaste (da sette a otto campate nella navata laterale), risultandone un insieme piuttosto tozzo, ma non privo di eleganza. Più rare sono la pianta ottagonale e quella a croce (v. cappadocia). In molte chiese si vedono tracce di restauri affrettati, probabilmente in seguito alle incursioni arabe dei secoli VIII e IX: allora la popolazione dovette spostarsi in posizione più sicura, verso Deile, dove infatti i monumenti risalgono a tale epoca. Dopo le vittorie della dinastia macedone, Madenşehir si ripopolò e si arricchì di nuove costruzioni. Sopravvenuti i Selgiuchidi (circa 1072), parecchie chiese furono trasformate in moschee: allora la città alta era musulmana, la cíttà bassa cristiana. È incerto il tempo dell'abbandono: ora nella località abitano poche famiglie di Yuruks, che finiscono di distruggere le rovine rimaste.
Bibl.: J. Strzygowski, Kleinasien, ein Neuland der Kunstgeschichte, Lipsia 1903; C. Holzmann, Binbirkilisse, Amburgo 1904; M. W. Ramsay e G. Bell, The thousand and one Churches, Londra 1909.