MÁCHA, Karel Hynek
Poeta ceco, nato a Praga il 16 novembre 1810, morto il 5 novembre 1836 a Litoměřice. Figlio di un mugnaio, M. trascorse quasi tutta la sua vita a Praga: vi frequentò le scuole secondarie degli scolopî e, dal 1832, la facoltà di giurisprudenza. Per sottrarsi alle strettezze di una vita piccolo-borghese, fece numerose escursioni nei dintorni di Praga, visitando, romanticamente, i numerosi castelli sparsi nelle vicinanze della capitale boema; e da Praga intraprese, nel 1834, l'unico vero viaggio della sua vita: attraversando le Alpi scese a piedi nel Veneto, e da Venezia, attraverso Trieste e Lubiana, ritornò in patria. Un mese prima di morire ottenne il posto di praticante presso un avvocato a Litoměřice. Se si prescinde da una relazione d'amore che, sul finire della sua breve vita, gli procurò poche gioie e molti tormenti, e da qualche tentativo, rimasto infruttuoso, di stringere vincoli d'amicizia con alcuni compagni, tutta la vita di M. è nella sua attività poetica: nella quale egli profuse il suo animo con la fierezza di chi sa di avere una nuova parola da dire, ma anche con l'angoscia di chi, per la singolarità del suo mondo interiore, si sente incompreso da una generazione poeticamente ancora immatura.
Cominciò a poetare in lingua tedesca (Versuche des Ignaz M., raccolti nel 1829, ma pubblicati, postumi, nel 1894), ma, presto rinfrancatosi nell'uso del cèco, scrisse, poco più che ventenne, una serie di bellissime liriche che dimostrano la rapida maturazione del suo talento (Srdci mému, Al mio cuore; Noc, Notte; Vzor krásy, Immagine della bellezza; Těžkomyslnost, Malinconia). Subito dopo il 1832 M. si accinse a opere più vaste e più complesse: Mnich (Monaco), poema frammentario di schietta impronta byroniana; l'allegorica e novalisiana Krkonošská pout' (Viaggio alle Krkonoše); la novella Marinka, ove accenti romanticamente musicali si elevano da uno sfondo realistico; frammenti di un romanzo storico incompiuto, Kat (Il boia); il romanzo Cikáni (Zingari), dalle tinte un po' troppo sgargianti, ma denso, vivo e ricco di movimento drammatico. Ma tutte queste opere sono di gran lunga superate dal capolavoro di M., il poemetto Máj (Maggio), ove non è tanto la tragica sorte dei due protagonisti che ci commuove, quanto la penetrante descrizione delle ultime ore di vita di un condannato a morte e la grande ricchezza ritmica e plastica con cui vi sono ritratti paesaggi, raccontati avvenimenti e scandagliati i segreti dell'animo umano.
Con la fantasia sempre incatenata ad alcuni motivi lugubri, la notte, la morte, i sepolcri, e con la mente fisa in desolanti immagini dell'avvenire e dell'oltretomba, M. è giunto, giovanissimo, a una radicale negazione della vita, dalla quale solo a tratti lo salvava la sua giovanile esuberanza. Ma, pure oppresso dal suo pessimismo per cui il mondo gli appariva "il sepolcro della felicità", M. non ha cessato di andare in cerca di una luminosa visione dell'universo, che lo liberasse dal peso della vita quotidiana. Da questo contrasto che riflette una profonda ricchezza interiore sgorga il fascino dell'arte di M., anche se questa si manifesta troppo spesso in visioni balenate a scatti, che, per la loro saltuarietà, non sempre si concretano in forme definitive.
La poesia del M., che oltre al romanticismo tedesco e inglese, molto deve ai romantici polacchi, è stata ripudiata dai contemporanei non solo perché ad essi riusciva in buona parte incomprensibile, ma anche per l'assenza in essa di qualsiasi tendenziosità che la subordinasse al movimento patriottico del risorgimento cèco. Ma questo giudizio è stato annullato dalla critica cèca e dal pubblico che al poeta del Máj è, già da decennî, fedelissimo.
Ediz.: Dílo K. H. Máchy (Opera di K. H. M.), a cura di Fr. Krčma, voll. 3, Praga 1928-29. Lo stesso Krčma ha curato un'altra ediz. completa di M. in 10 volumetti (Praga 1922-1928), fra i quali è specialmente prezioso l'ultimo che raccoglie le testimonianze dei contemporanei su M. (Vzpomínky na K. H. Máchu, Ricordi intorno a K. H. M.).
Bibl.: J. Voborník, K. H. M., Praga 1907; A. Novák, K. H. M., introduzione all'ediz. del 1907, Praga 1907; F. X. Šalda, K. H. M. a jeho dědictivi ("K. H. M. e la sua eredità"), in Dusě a dílo ("anima e opere"), Praga 1913; F. M. Krejčí, K. H. M., Praga 1907; G. Maver, Un poeta romantico cecoslovacco: K. H. M., Roma 1925; J. Mukařovský, Máchêv Máj, Praga 1928.