ČAPEK-CHOD, Karel Matĕj
Scrittore cèco, nato a Domažlice il 21 febbraio 1860, morto a Praga il 3 novembre 1927. Giornalista politico e critico d'arte, solo verso i cinquanta anni egli vide riconosciuta e apprezzata la sua opera letteraria col romanzo Kašpar Len, il vendicatore (1908). La profonda e documentata conoscenza della vita cèca, specialmente praghese, contemporanea, la naturale tendenza all'analisi psicologica e a una visione caricaturistica portata anche nella rappresentazione delle situazioni tragiche, dovevano dare all'opera del Č., nel ventennio seguente, una fisionomia inconfondibile, solo in alcune parti richiamante il pensiero a scrittori stranieri, come Balzac e il russo Saltykov-Sčedrin (cfr. Antonín Vondrejc, 1917-18; La Turbina, 1916, Jindrové, 1920; Vilém Rozkoč, 1923). Oltre i grandi romanzi, il scrisse varî volumi di racconti e una specie di auto-confessione critica intitolata Il molino a vento.
Traduzioni: in francese, La turbine, Parigi 1929; in italiano, Presso la rotativa, in Rivista lett. slave, 1927: Favola candida, Udine 1927.
Bibl.: K. Sezima, in Podobizny a reliefy, Praga 1919; M. Rutte, in Novy Svět, 1929 e in Nové evropské umění a básnictví, Praga 1923; A. Novak, in Krajané a sousedé, Praga 1921.