KARĪM KHĀN
. Sovrano persiano, della breve dinastia degli Zand, succeduta in Persia nella seconda metà del sec. XVIII alla morte di Nādir Shāh e soppiantata dai Qāgiār. Benché non abbia mai ufficialmente portato il titolo di scià, contentandosi di quello modesto di Wakīl "reggente", seppe in una fortunata lotta contro i Qāgiār e gli altri capi militari, che si disputavano il potere, assicurarsi il possesso effettivo di tutta la Persia, eccettuato il Khorāsān; dove continuò a regnare un discendente di Nādir Shāh. Semplice, modesto, non crudele, sebbene di crudeltà si macchiassero i suoi fratelli Ṣādiq e Zakīche diressero materialmente le guerre civili da cui uscì vittorioso, K. K. formò una luminosa eccezione nella serie di sovrani avidi e sanguinarî, che prima e dopo di lui regnarono sulla Persia. Personalmente incolto, fu amico e protettore di poeti, promotore dell'agricoltura e del commercio, edificatore e restauratore di monumenti. Morì a 74 anni il 23 ṣafar 1193 èg., 13 marzo 1779; ma la sua opera non gli sopravvisse e la Persia ricadde nell'anarchia sino al sanguinoso avvento della dinastia dei Qāgiār.
Bibl.: P. Horn, in Grundriss d. iran. Philol., Strasburgo 1896-1904, II, p. 593; P. M. Sykes, A History of Persia, II, Londra 1915, pp. 375-377.