MÜLLER, Karl Alexander
Fisico svizzero, nato a Basilea il 20 aprile 1927. Si è laureato presso l'Istituto tecnico federale di Zurigo dove ha conseguito (1958) il dottorato in fisica. Dal 1958 al 1963 ha diretto presso l'Istituto Battelle di Ginevra un gruppo di ricerca sulla risonanza magnetica. Nel 1963 ha cominciato a lavorare presso i laboratori di ricerca IBM di Zurigo, interessandosi di fisica dello stato solido. Dal 1970 è anche professore all'università di Zurigo. Nel 1987 ha condiviso con il suo giovane collega J. G. Bednorz il premio Nobel per la fisica per la scoperta di una nuova promettente classe di materiali superconduttori. Ha ricevuto, tra l'altro, la laurea honoris causa in fisica dall'università ''La Sapienza'' di Roma (1990).
Nei laboratori IBM M. ha studiato per circa quindici anni le proprietà del titanato di stronzio SrTiO3 (il primo ossido di cui si siano evidenziate le proprietà superconduttrici) e di altri composti con struttura a perovskite, interessandosi in particolare dei fenomeni connessi alle transizioni di fase cristallina. A partire dal 1972 ha anche collaborato direttamente con H. Rohrer e G. Binnig (premi Nobel per la fisica nel 1986) nel progetto di realizzazione del microscopio elettronico a scansione a effetto tunnel (STM, Scanning Tunneling Microscope). Nel 1983, insieme a Bednorz, appena assunto dai laboratori IBM di Zurigo, dette inizio a uno studio sistematico degli ossidi ceramico-metallici, una classe di materiali fino ad allora mai presa in considerazione per le proprietà superconduttrici. La scelta di tali ossidi fu fatta in base alla spiegazione teorica della superconduzione detta BCS, dalle iniziali di J. Bordeen, L. Cooper e J. R. Schrieffer, premi Nobel per la fisica nel 1972.
Nel 1986 M. e Bednorz trovarono che un ossido di lantanio, bario e rame risultava superconduttore a una temperatura di circa 35 K, sensibilmente più alta della più elevata temperatura di transizione alla superconduzione (Tc) fino ad allora osservata (Tc=23 K per il Nb3Ge). Solo un anno dopo questa scoperta, C. W. Chu e M. K. Wu, muovendosi sulla strada indicata dai due studiosi, sono riusciti a sintetizzare un nuovo ossido di ittrio, bario e rame (YBa2Cu3O7) superconduttore a 95 K, ovvero a una temperatura superiore a quella di ebollizione dell'azoto (77 K).