WITTFOGEL, Karl August
Sociologo e orientalista, nato a Woltersdorf, Hannover, il 6 settembre 1896, collaboratore dell'Institut für Sozialforschung di Francoforte (1925-33) e della Columbia University (1934-47), professore di storia della Cina alla Washington University (1947-66). Esperto del Comintern per i problemi dell'Oriente, se ne allontanò quando fu eliminata l'opposizione di sinistra e prevalse definitivamente, negli anni 1930-31, la concezione unilineare dello sviluppo storico, più tardi sintetizzata da Stalin. Sotto l'influenza di Marx, di M. Weber e in genere della Kultursoziologie, W. affrontò questioni di metodo, segnalò la rinascita politica della Cina e aprì l'orientalistica allo studio delle strutture economiche e sociali (introd. a Sun Yat-sen, Aufzeichnungen eines chinesischen Revolutionärs, Berlino 1927; Geopolitik, geographischer Materialismus und Marxismus, in Unter dem Banner des Marxismus, III, 1929, pp. 17-51, 485-522, 698-735; Voraussetzungen und Grundelemente der chinesischen Landwirtschaft, in Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik, LXI, 1929, pp. 566-607; Wirtschaft und Gesellschaft Chinas, Lipsia 1931). Successivamente egli si staccò dal marxismo, pur restando in contatto con la scuola di Francoforte, emigrata negli Stati Uniti di fronte al potere nazionalsocialista. Nello spirito della guerra fredda, il suo fondamentale occidentalismo si tradusse in una polemica radicale contro il "dispotismo managerialeburocratico" della società asiatica (comprendente anche, come aree marginali, l'America precolombiana e la Russia, la decadenza ellenistica e romana); secondo la sua teoria "idraulica", le forme di potere totale e il sistema di proprietà statale risalgono storicamente alla necessità di realizzare opere gigantesche per l'irrigazione e lo sfruttamento del suolo (Die natürlichen Ursachen der Wirtschaftsgeschichte, in Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik, LXVII, 1932, pp. 466-98,579-609,711-31; Die Theorie der orientalischen Gesellschaft, in Zeitschrift für Sozialforschung, VIII, 1938, pp. 90-122; introd. a Feng Chia-sheng, History of Chinese society. Liao, Filadelfia 1949; The ruling bureaucracy of oriental despotism. A phenomenon that paralyzed Marx, in Review of Politics, XV, 1953 pp. 350-59; Oriental despotism, Yale 1957, trad. it., Firenze 1968). La pubblicazione dell'opera principale del 1957 riaprì la questione del "modo di produzione asiatico" e stimolò gli studi sulle società burocratiche. D'altra parte, W. accentuò la rigidezza dei suoi schemi, negando (mentre si delineava il contrasto Cina-URSS) ogni aspetto di "originalità ereticale" al maoismo da lui ricondotto insieme con il sovietico entro i limiti di una stessa ortodossia. La sua polemica con altri sinologi americani, come J. K. Fairbank e B. I. Schwartz, ebbe inizio sulle colonne del New Leader (22-27 febbraio 1959, 4 aprile 1960) e proseguì a livello scientifico con il saggio The legend of "Maoism", in The China Quarterly, 1960, n.1, pp. 73-86, n. 2, pp. 16-34 (v. anche le repliche apparse sulla stessa rivista, 1960, n. 2. pp. 35-42, n. 4, pp. 88-101). Poi lo studioso tedesco-americano proseguì l'analisi degli scritti marxiani sulle condizioni specifiche del precapitalismo russo e cinese (The marxist view of Russian society and revolution, in World politics, XII, 1960, pp. 487-508; The marxist view of China, in The China Quarterly, 1962, n. 11, pp.1-20, n. 12, pp. 154-69) e tornò ancora sui problemi permanenti dell'economia agricola nell'URSS e nell'Asia contemporanea.
Bibl.: G. Sofri, Il modo di produzione asiatico. Storia di una controversia marxista, Torino 1969, pp. 133-47; Sul modo di produzione asiatico, a cura di D. Giori, Milano 1972, pp. 45-55.