BARTH, Karl
Teologo protestante considerato il maggiore vivente, nato il 10 maggio 1886 a Basilea. Ha studiato a Berna, Berlino, Tubinga, Marburgo. Dal 1909 è stato pastore in varie comunità, dal 1921 professore universitario onorario a Gottinga, dal 1925 ordinario a Münster (Vestfalia) e dal 1930 a Bonn. L'insegnamento, del resto, per lui non s'è mai completamente distaccato dal "ministero della parola di Dio", secondo l'originario insegnamemo di Calvino. La sua predicazione e "profezia" di Dio ha come presupposti negativi la critica del "liberalesimo" teologico di A. Harnack e di E. Troeltsch, e dell'umanitarismo socialistico-cristiano di L. Ragaz. La salvezza religiosa non può essere opera né della trasformazione socialistica seppure cristianamente ispirata, né della "cultura", né di altra attività umana. Presupposti positivi sono la filosofia di S. Kierkegaard e la critica radicale (di varie origini) della società esistente. In nome della parola di Dio, il B. reagì al nazionalsocialismo e alle deviazioni nazionalsocialiste e stataliste del luteranesimo, cosicché nel 1934 dovette abbandonare l'insegnamento in Germania e riprenderlo nella Svizzera tedesca e francese. Attualmente insegna a Basilea.
La sua teologia è molto in auge nel mondo protestante, specie fra i gruppi d'ispirazione o di tradizione calvinistica. Ha avuto una certa influenza sul movimento esistenzialistico, all'origine. D'altra parte, il ritorno all'esperienza religiosa originaria ch'essa rappresenta in seno al Cristianesimo, e la sua conseguente riproposizione del carattere specifico della teologia contro la "cultura" (umanesimo, storicismo, laicismo, filosofia, scienza, ecc.), come problema di annuncio, profezia, fede, non di apologetica, hanno permesso a molti tradizionalisti protestanti di considerare il Barth come "criptocattolico" (per il suo superamento della controversistica protestante e per il suo richiamo ai Padri e a teologi del Medioevo); è più esatto osservare che il pensiero del Barth può servire all'elaborazione dei presupposti delle dottrine e della prassi "ecumenica" per un riavvicinamento fra le Chiese cristiane.
Opere: quella che diede la fama al B. è il commento all'Epistola paolina ai Romani (Der Römerbrief, Monaco 1919; numerose riedizioni); la Kirchliche Dogmatik, Monaco 1932, 5ª ed. Zollikon-Zurigo 1947) comprende tre volumi in sei tomi e prevede altri 2 voll.; Die Theologie und die Kirche, Monaco 1928; Anselms Beweis der Existenz Gottes, Monaco 1929; e innumerevoli volumi di prediche. Il B., che ama esporre nella forma antica della lectio, ha così commentato il Piccolo Catechismo di Calvino (Ginevra 1945) e la Professione di fede scozzese del 1560 (Neuchâtel 1946).
Bibl.: Valdo Vinay, la dottrina di Dio nella teologia di Carl Barth, Torre Pellice 1942.