BRAUN, Karl Ferdinand
Fisico, nato a Fulda il 6 giugno 1850, morto a New York, come internato di guerra, il 20 aprile 1918. Studiò alle università di Marburgo e Berlino; nel 1870 fu nominato assistente di Quincke e lo seguì poi a Würzburg. Nel 1876 fu chiamato professore di fisica teorica a Marburg; e insegnò poi in varie università tedesche. Compì importanti ricerche originali in campi svariatissimi, quali l'acustica, la termodinamica e la telegrafia senza fili. Celebri le sue ricerche sui raggi catodici (1895), compiute col tubo che porta il suo nome.
Tubo di Braun. - Tubo di vetro usato per esperienze relative al passaggio dell'elettricità nei gas rarefatti. Come si vede in figura, il catodo C, formato da un piccolo disco d'alluminio, è posto ad un'estremità del tubo, mentre l'anodo A è collocato in un cannellino laterale sito a breve distanza. Davanti al catodo è collocato un diaframma D munito d'un foro centrale, mentre in S è rappresentato uno schermo di mica ricoperto di una sostanza fluorescente (solfuro di calcio).
Il tubo di Braun viene generalmente usato per mostrare la deviazione dei raggi catodici sotto l'azione d'un campo magnetico o elettrico. Mentre, infatti, in assenza d'ogni campo, il pennello di raggi catodici, che passa attraverso il forellino del diaframma, va ad eccitare la fluorescenza sul punto del diaframma S che è posto in linea retta con il catodo e con il forellino stesso, poiché i raggi catodici vanno in linea retta, avvicinando una calamita al tratto DS del tubo, vediamo la macchiolina luminosa della fluorescenza spostarsi sullo schermo S, e ciò prova appunto che i raggi catodici vengono deviati dal campo della calamita. Parimenti, se si stabilisce tra gli elettrodi A e C una differenza di potenziale elettrico, il fascetto catodico è deviato dal campo elettrico che viene a formarsi tra di essi.
Il tubo di Braun può usarsi come oscillografo. Infatti si può per esempio far agire sul fascetto catodico il campo magnetico prodotto da una corrente alternata; le oscillazioni della macchia luminosa M riproducono allora le oscillazioni della corrente alternata e osservando la macchia in uno specchio girante si può vedere in esso il grafico delle oscillazioni. Altrimenti si possono comporre le oscillazioni della macchia dovute alla corrente data con quelle prodotte da una corrente sinusoidale di egual periodo. Se le due correnti spostano la macchia in direzioni perpendicolari, essa descrive una curva che si vede sullo schermo come una striscia luminosa, da cui si può risalire al grafico della corrente.