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GJELLERUP, Karl

di Giuseppe Gabetti - Enciclopedia Italiana (1933)
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GJELLERUP, Karl

Giuseppe Gabetti

Scrittore danese, nato a Roholte il 2 giugno 1857, morto a Klotzsche presso Dresda l'11 ottobre 1919. Dal 1892 visse in Germania. Nel 1917 divise con Henrik Pontoppidan il premio Nobel. In giovinezza aderì al naturalismo trionfante allora con Brandes (v. le liriche di Rødtjørn, 1881; Aander og Tider, 1882; e i racconti En Idealist, 1878; Det unge Danmark, 1879; Germanernes Lørling, 1882; Romulus 1883). Ma, dopo un viaggio in Germania, in Italia e in Grecia (v. le sue impressioni in En klassisk Maaned, 1884, e Vandreaaret, 1885), la sua indole patetica e meditativa e l'influenza dei Russi (v. G. Dur, 1882) e dei Tedeschi lo spinsero per altre vie. Tra i suoi numerosi drammi di questo tempo, alcuni dei quali (v. particolarmente Hennar) di tipo schilleriano idealistico, Tamyris (1887) rispecchia le sue nostalgie elleniche (già accennate nel giovanile racconto Antigonos, 1880), e Brynhild (1884) i suoi entusiasmi wagneriani; soprattutto l'idea wagneriana della "Erlösung" divenne motivo centrale della sua opera, anche nei romanzi di soggetto moderno, fra cui i migliori sono Minna (1889) e Møllen (Il mulino, 1896). Wagner e, insieme, Schopenhauer, lo condussero infine verso il mondo indiano (v. i drammi Offerildene, Il fuoco di sacrificio, 1903; Den fuldendtes Hustru, La moglie dell'uomo perfetto, 1907; e i romanzi Pilgrimmen Kamanita, Il pellegrino Kamanita, 1906, e Verdensvandrerne, I viandanti per il mondo, 1910). Con gli ultimi romanzi tornò ad argomenti germanici o danesi (Rudolph Stens Landpraksis, 1913; Guds Venner, 1916, e Den gyldne Gren, 1917). Fu un patetico epigono di alcune grandi correnti spirituali del passato, che egli cercò di mantener vive.

Bibl.: K. G., der Dichter u. Denker. Sein Leben in Selbstezeugnissen u. Briefen, a cura di P. A. Rosenberg, Lipsia 1921-23. Cfr. A. Drews, K. G., in Preuss. Jahrb., CLXXV (1919); G. Buchreitz, K. G., in Edda, XXX (1930).

Vedi anche
Henrik Pontoppidan Romanziere danese (Fredericia 1857 - Copenaghen 1943). Fu il più rappresentativo interprete del naturalismo danese. Dopo alcuni volumi di racconti (Landsbybilleder "Immagini paesane", 1883; Fra hytterne "Dalle capanne", 1887; Skyer "Nubi", 1890) e romanzi (Sandinge Menighed "La comunità di Sandinge", ... Jensen, Johannes Vilhelm Jensen ‹i̯ènsn›, Johannes Vilhelm. - Giornalista, romanziere e poeta danese (Farsø, Himmerland, 1873 - Copenaghen 1950). Una delle maggiori personalità letterarie della Danimarca del 20° secolo, premio Nobel per la letteratura nel 1944, con la raccolta Digte ("Poesie", 1906) innovò la poesia danese ... Georg Morris Cohen Brandes Critico letterario danese (Copenaghen 1842 - ivi 1927). In lunghi viaggi all'estero strinse relazione con I. Taine, E. Renan, H. Ibsen. Di ritorno a Copenaghen iniziò le sue lezioni sulle Grandi correnti della letteratura in Europa nel sec. XIX (1872-90): la sua tendenza a ridurre la storia spirituale ... naturalismo arte e letteratura Genericamente, la tendenza a riprodurre quanto più fedelmente possibile, nell’opera d’arte, la natura o il reale: lo scrittore tenta di vietare a sé stesso, più o meno radicalmente, ogni intervento personale o passionale; analogamente, l’artista mira a rappresentare la realtà oggettiva ...
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