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MÜLLER, Karl Otfried

di Giorgio Pasquali - Enciclopedia Italiana (1934)
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MÜLLER, Karl Otfried

Giorgio Pasquali

Filologo, nato a Brieg (Slesia) il 27 agosto 1797, morto ad Atene il 1° agosto 1840. Studiò all'università di Breslavia e (sotto Boeckh e Buttmann) di Berlino. Laureato Berlino nel 1817, insegnò nel 1818-19 in un ginnasio di Breslavia, dal 1819 in poi, quale professore di filologia classica, nell'università di Gottinga.

La grandezza del M. consiste nella concezione della filologia ancora più larga che quella del suo maestro Boeckh; egli, a dlfferenza dell'avversario ed emulo G. Hermann, si sente non già successore degli antichi grammatici, di Aristofane e di Aristarco, ma storico; storico delle vicende politiche, della letteratura, dell'arte, della religione delle concezioni etiche. Particolarmente fecondo è il suo atteggiamento rispetto alla mitologia: nella creazione e nello sviluppo di un mito egli vede il prodotto di una determinata stirpe greca in determinate condizioni storiche, e cerca quindi di ricostruire dal mito tali condizioni storiche (o protostoriche). Tale metodo dev'essere perfezionato, non respinto. Egli si pose per primo il problema, quali concezioni della famiglia e dell'obbligo della vendetta di un ascendente ucciso, quali istituzioni giuridiche e quali pensieri etici esponga e presupponga l'Orestea (v. eschilo). La polemica di G. Hermann (v.) contro quest'opera significa la reazione, per molti rispetti non ingiustificata, dell'antica filologia grammaticale contro questa nuova, animata da spiriti storici, più profonda, ma in alcuni cultori, anche nel M., non sempre benfondata grammaticalmente, stilisticamente, metricamente.

Il M., come già nella sua tesi di laurea aveva tratteggiato una storia totalitaria (politica, culturale, artistica) di Egina, così si pose più tardi lo stesso problema non più per un'isola, ma addirittura per due stirpi greche, i Dori e i Macedoni; solo la morte prematura gl'impedì di proporselo anche per gli Ioni e per gli Attici. Il centro di tutta la sua opera è nella protostoria. Ma egli non si limitò ai Greci: il suo libro sugli Etruschi è ancora fondamentale, perché raccoglie, dispone, discute tutto il materiale accessibile su questo popolo; è ancora, in un rifacimento più recente, indispensabile. E, poiché egli amava fare lavoro completo, procurò, per accompagnare questo libro, edizioni di Varrone De lingua latina e di Festo. La sua storia della letteratura greca, rimasta incompiuta e pubblicata postuma, dapprima in inglese, supera tutte le precedenti e buona parte delle seguenti, perché è veramente storia, non raccolta di materiale. Meno vitali sono i lavori archeologici: qui il materiale è troppo aumentato, troppo progrediti i metodi. Ma del M. è l'idea di una raccolta generale dei monumenti dell'arte antica (Denkmäler der alten Kunst).

Sue opere principali sono: Aegineticorum liber (Berlino 1817); Orchomenos und die Minyer (1820),Die Dorier (1824); Über die Wohnsitze, die Abstammung und die ältere Geschichte des Makedonischen Volkes (1825); Prolegomena zu einer wissenschaftlichen Mythologie (1828),Die Etrusker (1828; 2ª ed., a cura di L. Deecke, 1877); edizioni di Varrone De lingua latina (1833) e di Festo (1839); Aeschylos Eumeniden griechisch und deutsch (1833, e Anhang 1834); History of the literature of ancient Greece, I (1840; 4ª ed. tedesca, Stoccarda 1882-83); Handbuch der Archäologie der Kunst (Breslavla 1830; 3ª ed., 1848). Le Kleine deutsche Schriften sono state raccolte dopo la morte dal fratello Eduard (Breslavia 1847-58).

Bibl.: C. Bursian, Geschichte der klassischen Philologie in Deutschland, Monaco 1883, p. 1007 segg.; U. v. Wilamowitz-Möllendorf, Geschichte der Philologie, in Gercke e Norden, Einleitung in die Altertumswissenschaft, I, Lipsia 1921, p. 57. Per il cosiddetto "Eumenidenstreit", v. hermann, gottfried.

Vedi anche
August Boeckh Boeckh ‹bök›, August. - Storico ed erudito tedesco (Karlsruhe 1785 - Berlino 1867); prof. a Heidelberg e a Berlino, elaborò il nuovo concetto della filologia intesa come metodo storico diretto a indagare e ricostruire tutta la vita sociale e politica di un popolo, distinguendo in essa una parte materiale ... mito Dal greco mỳthos ("parola, racconto"), una narrazione di particolari gesta compiute da dei, semidei, eroi e mostri. Il mito può offrire una spiegazione di fenomeni naturali, legittimare pratiche rituali o istituzioni sociali e, più genericamente, rispondere alle grandi domande che gli uomini si pongono. ... filologia In ogni ricerca, l’interpretazione di fatti (o di personaggi ecc.) basata sull’esame di testi, documenti o su notizie storiche. 1. Definizioni Il termine filologia, inteso nel mondo greco e latino come amore della dottrina, con particolare riguardo all’erudizione storica, si andò affermando in Europa ... Asia Minore (o Anatolia) Grande penisola di forma all’incirca rettangolare (politicamente appartenente alla Turchia), che dall’Asia si protende verso l’Europa, dalla quale la separano gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, il Mar di Marmara e il Mar Egeo. La bagnano il Mar Nero a N e il Mar di Levante a S, mentre ...
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  • Müller, Karl Otfried
    Enciclopedia on line
    Filologo (Brieg, Slesia, 1797 - Atene 1840). Fu prof. di filologia classica a Gottinga. Allievo di A. Boeckh e di Ph. K. Buttmann, concepì la filologia come storia delle vicende politiche, della letteratura, dell'arte, della religione, contrapponendosi alla precedente filologia grammaticale rappresentata ...
Vocabolario
mülleriano
mulleriano mülleriano ‹mü-› agg. – Relativo allo scienziato ted. Fritz Müller (1821-1897): mimetismo m., in biologia, particolare forma di mimetismo (v. minatismo, n. 1).
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