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RITTER, Karl

di Roberto Almagià - Enciclopedia Italiana (1936)
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RITTER, Karl

Roberto Almagià

Geografo, nato a Quedlinburg il 7 agosto 1779, morto a Berlino il 28 settembre 1858, il minore fra sei figli di un medico, il quale, morto precocemente, lo lasciò, insieme coi fratelli, all'educazione della madre. Il R. entrò presto nell'istituto di recente fondato dal pedagogista C. Salzmann a Schnepfenthal, e vi studiò soprattutto sotto la guida di I. C. F. Guts Muths, che vi insegnava geografia e tecnologia. Dal Guts Muths, geografo di assai larghe vedute (egli è l'autore, tra l'altro, di un Handbuch der Geographie, pubblicato per la prima volta nel 1810), il R. ebbe la spinta agli studî geografici e l'indirizzo generale dal quale poi non si doveva più dipartire; grande influsso esercitarono peraltro su di lui anche le idee di J. G. Herder, nella cui opera Ideen zur Philosophie der Geschichte der Menschheit si possono trovare i germi di talune dottrine sviluppate dal R. Questi rimase a Schnepfenthal fino al momento di passare all'università, che frequentò prima a Halle (1796-97) poi dal 1798 a Francoforte. Intanto si era dato all'insegnamento privato, che esercitò per 20 anni e nel quale ebbe agio di svolgere le idee del Guts Muths, elaborandole coi frutti dell'esperienza personale. Del 1806 è già un suo piccolo scritto metodico, nel quale, collocando la geografia fra le discipline storiche, egli afferma che oggetto di questa scienza è di studiare l'uomo e la Terra come campo della sua attività; non dunque questo campo in sé e per sé, ma nei rapporti con l'uomo.

Nel 1807 visitò Iferten e vi rimase parecchie settimane, studiando i metodi del Pestalozzi, che, come è noto, cercava di render vivo ed efficace l'insegnamento della geografia, illustrando l'intimo nesso che vi è tra il quadro naturale e lo sviluppo storico e civile dei popoli; un elemento che, sviluppato anch'esso dal R., diventerà fondamentale nelle sue opere. Frattanto, negli anni 1804-1807 aveva già dato alla luce l'opera Europa; ein geographisch-historisch-statistisches Gemälde, nella quale la parte fisica difetta tuttavia notevolmente. Ma dal 1807 il R. si dedicò a studî naturalistici e si formò una cultura geologica; fece numerosi viaggi nelle Alpi, soggiornò dal 1810 al 1812 a Ginevra, poi dal 1813 al 1819 a Gottinga, dove si assorbì interamente negli studî geografici. Nel 1817 pubblicò il primo volume della sua Erdkunde in Verhältniss zur Natur und Geschichte des Menschen (voll. 2; Berlino 1817-18), che gli procurò molta fama e parecchie chiamate all'insegnamento superiore; egli accettò la cattedra di geografia per lui fondata nell'università di Berlino dove insegnò ininterrottamente dal 1820 fino alla morte. Per molti anni fu insegnante di geografia anche nella Allgemeine Kriegsschule.

Il R. fu, nel periodo della sua piena maturità, soprattutto un grande maestro: famose rimasero molte sue prelezioni, prolusioni e discorsi, soprattutto su questioni di metodo e di attualità (la questione delle sorgenti del Nilo, i risultati di recenti esplorazioni africane, la Palestina, la Liberia, gli Eschimesi), ma egli stimolò, avviò e in certa guisa preparò anche molti viaggiatori ed esploratori (specialmente in Africa). La sua opera maggiore è la seconda edizione della Erdkunde, che assunse le proporzioni e i caratteri di un'opera monumentale, ma rimase incompiuta, perché i 19 volumi apparsi a Berlino dal 1822 al 1859 non comprendono che un'introduzione generale, l'Africa e parte dell'Asia. Caratteristica essenziale di quest'opera e di tutto il pensiero ritteriano è che, trattando di una determinata regione, il R. non la considera isolatamente, ma come un individuo geografico, che è parte di un organismo vivente, e perciò è in continue e necessarie relazioni con gli altri membri di quell'organismo, ossia della Terra. Il R. ha perciò affermato il principio di coordinazione spaziale, applicandolo poi in special modo allo studio dell'azione reciproca del suolo sull'uomo e dell'uomo sul suolo. L'influsso dell'ambiente naturale è rintracciato attraverso lo sviluppo storico dei popoli che abitarono successivamente una data regione; l'elemento storico acquista perciò grande importanza e spesso predomina soverchiamente. Il R. è inoltre profondamente religioso: la Terra è per lui il teatro della divina rivelazione, predisposto per la vita e l'evoluzione civile dell'uomo; concetti teleologici appaiono sovente e ispirano la sua trattazione, nella quale l'elemento geografico si riduce talora a un mezzo per spiegare le vicende storiche dei popoli. Ma ciò nondimeno la Erdkunde del R. è una sintesi poderosa e, per giudicarla, bisogna anche considerare che essa riguarda due parti del mondo per le quali mancavano ancora molti fondamenti per una conoscenza sicura.

Tra le opere minori del R. si ricordano ancora il suggestivo scritto Über das historische Elemente in der geogr. Wissenschaft (1833), la Einleitung zur allgem. vergleichenden Geographie (1852) e i preliminari per una Productenkunde (1836), cioè una geografia della produzione su basi geografico-storiche. Molti altri scritti sono negli atti dell'Accademia delle scienze di Berlino (specialmente dal 1829 in poi). Postume furono pubblicate la Geschichte der Erdkunde und der Entdeckungen (a cura di H. Daniel; Berlino 1861; 2ª ed., 1880), la Allgemeine Erdkunde (Berlino 1862), ecc.

Il R. è considerato in Germania, insieme con A. v. Humboldt, uno dei fondatori della geografia moderna. E certamente il suo influsso fu grandissimo, specie per il lungo insegnamento universitario, onde egli ebbe una folla di scolari, che a lor volta diffusero, nei centri universitarî tedeschi, le dottrine del maestro. Essi non di rado esagerarono l'indirizzo storico-umanistico del R. (H. A. Daniel, Kapp, I. G. Kohl, Guyot), che dominò di fatto per qualche tempo in Germania, finché non sopravvenne una reazione in favore della geografia naturalistica, iniziata da O. Peschel. Le scuole geografiche tedesche furono allora divise fra ritteriani e pescheliani (v. geografia).

Bibl.: G. Kramer, K. R., ein Lebensbild nach seinem handschriftl. Nachlass dargestellt, 2 parti, Halle 1864-70 (2ª ed., ivi 1875); F. Ratzel, Zu K. R. hundertjähr. Geburtstag, in Kleine Schriften, I; del Ratzel è anche il bell'articolo sul R. nella Allgem. deutsche Biographie.

Vedi anche
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