Nome d'arte del pittore K. Schmidt (Rottluff, Chemnitz, 1884 - Berlino 1976). Studente di architettura con E. Heckel a Dresda, nel 1905 fu tra i promotori del gruppo Die Brücke. La sua opera pittorica, così come l'intensa produzione grafica, sensibile all'influsso di V. van Gogh e di E. Munch, trasse poi motivi dall'arte primitiva, barbarica e negra, elaborando uno stile accentuatamente bidimensionale di chiara matrice espressionista. Negli anni successivi alla prima guerra mondiale (durante la quale eseguì incisioni di intensa religiosità), il suo stile si schiarì, si attenuarono i toni esasperati dell'esordio, per una ricerca di maggiore plasticità che trovò nei ritratti il tema dominante. Docente dal 1931 all'accademia di Berlino, vi fu allontanato nel 1933 dal regime nazista: si ritirò allora a Chemnitz, dove si dedicò quasi esclusivamente all'acquerello; nel 1947, tornato a Berlino, riprese l'insegnamento all'accademia. Le sue opere sono conservate nei maggiori musei tedeschi.