KARLSBAD o Carlsbad
Nome tedesco della città di Karlovy Vary (Cecoslovacchia); vedi Karlovy vary.
I decreti di Karlsbad. - Celebri decisioni prese nel 1819, in senso antiliberale, dai governi della Confederazione germanica (Deutscher Bund), costituita nel giugno 1815.
Negli stati della Confederazione era sorto, dopo il Congresso di Vienna del 1815 e i trattati che ne erano derivati, un vivo malcontento, soprattutto fra la gioventù, causato principalmente dall'irritazione per non aver raggiunto la desiderata unità nazionale e il regime parlamentare. Il malcontento si manifestò nelle società ginnastiche, nelle corporazioni studentesche (Burschenschaften), con scritti sovversivi e attentati, e fu diretto tanto contro i singoli governi, quanto contro la Dieta della Confederazione germanica, considerata come l'organo politico dell'intera Germania. A questo movimento rivoluzionario, tutt'altro che insignificante, i governi tedeschi, d'indirizzo prevalentemente assolutista, guidati dall'Austria e dal suo ministro Metternich, contrapposero i loro provvedimenti in difesa. Dopo il congresso internazionale tenuto ad Aquisgrana nell'ottobre del 1818, dove furono trattati molto profondamente i pericoli di questo movimento, l'Austria e la Prussia si accordarono il 10 agosto 1819 su certi caposaldi di politica interna (la cosiddetta "Punlktation" di Teplitz) sulla necessità, cioè, delle misure da prendersi contro la stampa e le università, focolari principali delle idee rivoluzionarie, sull'istituzione di una commissione investigatrice a tale scopo e sull'emendamento dell'art. 13 della costituzione del Bund. I due governi, con aperta infrazione dei diritti della Confederazione, convocarono i rappresentanti del Hannover, del Meclemburgo, della Baviera, del Baden, del Nassau e del Württemberg a una conferenza a Karlsbad, che fu tenuta in presenza di 23 di questi rappresentanti dal 6 agosto al 10 settembre 1819. Furono prese gravi decisioni contro il nazionalismo e il liberalismo, sulla base dei memoriali presentati da Federico von Gentz. I cosiddetti "decreti di Karlsbad" furono, con unanimità almeno apparente, approvati dalla Dieta di Francoforte (20 settembre 1819), acquistando quindi forza di legge per tutta la Germania e furono confermati per decisione della Dieta Confederale il 16 agosto 1824.
Quattro furono le risoluzioni prese all'unanimità: 1. Si stabilì un ordinamento esecutivo provvisorio, divenuto poi definitivo nel 1820, allo scopo di sorvegliare ed eventualmente d'imporre l'esecuzione dei decreti della Confederazione. 2. Si stabilì di esercitare sorveglianza speciale sugli studenti e sugl'insegnanti delle università per mezzo di speciali organi istituiti dai varî governi, in modo che fossero licenziati e non potessero essere ammessi a nessuna carica in alcuno degli altri stati della Confederazione quegli insegnanti universitarî che avessero passato i limiti della loro professione, abusando della loro influenza sulle menti della gioventù con la diffusione di dottrine sovvertitrici dei fondamenti delle istituzioni statali. Si vietavano le associazioni segrete degli studenti e specialmente la Burschenschaft generale; nessuno che fosse stato membro di esse poteva ottenere un impiego pubblico; nessuno studente, espulso da un'università o che l'avesse lasciata senza un certificato soddisfacente, poteva essere ammesso in altra università. 3. Si stabilì una legge restrittiva sulla stampa, adottata dapprima per 5 anni, poi, nel 1824, rinnovata a tempo indeterminato; a essa andavano soggetti tutti i giornali e tutti i fascicoli che non passavano i 20 fogli. Si poteva stampare solo col permesso delle autorità governative; il redattore di uno scritto colpito dalla legge non poteva per 5 anni esercitare più l'ufficio di redattore. La sovranità degli stati confederati usciva, in tal modo, limitata da questa legge sulla stampa, che era passata però non senza provocare qualche opposizione. 4. S'istituì una commissione centrale investigativa, con sede a Magonza, composta di rappresentanti dell'Austria, della Prussia, della Baviera, del Hannover, del Baden, del Nassau e dell'Assia-Darmstadt. La commissione doveva indagare sulle mene rivoluzionarie ma, in seguito a protesta dell'imperatore d'Austria, le fu negata facoltà giusdicente. Così, rimasero almeno in funzione i tribunali dei singoli stati germanici di competenza ordinaria. Questa commissione, che il 20 settembre 1819 fu dichiarata organo autonomo e parallelo confederale, e che nel 1827 presentò un'ampia relazione generale, ebbe il soprannome di "Commissione nera". Infierì con persecuzioni, costrinse molti a emigrare e fu sciolta nel 1829.
Nella questione riguardante l'interpretazione dell'articolo 13 dello statuto confederale (secondo il quale ogni stato confederato doveva avere una sua costituzione), la conferenza di Karlsbad non poté arrivare a una conclusione unanime, poiché gli stati della Germania meridionale (Baden, Baviera e soprattutto il Württemberg) si opposero con successo all'interpretazione proposta dalla maggioranza, secondo la quale l'articolo avrebbe inteso di conservare la vecchia costituzione a base di stati (Stände) con poteri, in ultima analisi, solo consultivi, e non d'introdurre una costituzione moderna a base rappresentativa. Fra tale disparità di vedute, la decisione dovette essere rinviata alle conferenze che furono tenute a Vienna dal 25 novembre 1819 al 25 maggio 1820; i risultati delle quali sono raccolti nei Wiener Schlussakte, divenuti legge della Confederazione l'8 giugno 1820. Qui l'art. 13 trovò la sua interpretazione negli articoli 53-61, nel senso che non dovesse essere cambiata nessuna costituzione esistente, se non nei modi previsti dalla costituzione stessa e che la Confederazione potesse, sì, assumersi la garanzia per singole costituzioni locali, ma che il potere dello stato dovesse rimanere concentrato nel sovrano, il quale era obbligato a ricorrere alla cooperazione degli Stände solo nell'esercizio di certi dati diritti. Infine, nessuna costituzione doveva ostacolare l'esercizio dei doveri verso la Confederazione di un suo membro, la libertà di discussione parlamentare non doveva portare danno né al proprio stato né alla Confederazione, né con la parola né con la stampa.
I decreti di Karlsbad furono notificati in tutta la Germania; la Baviera fece una riserva, tatticamente senza importanza, e il Württemberg, contando invano sulla consanguinea corte di Russia, tentò senza fortuna di sfuggire alla tendenza politica espressa nei decreti.
L'opinione pubblica tedesca ne fu oltremodo eccitata, anche nei circoli dei conservatori. La Burschenschaft si sciolse il 26 novembre 1819 e al suo posto sorse un'associazione segreta. Gli antinazionali e illiberali decreti di Karlsbad mostrano il cancelliere Metternich al colmo della sua potenza. Egli poté effettuare questa sua politica, appoggiandosi sui sentimenti antirivoluzionarî predominanti allora in tutti i governi d'Europa; alle conferenze di Karlsbad, con le quali - a suo dire - egli avrebbe vinto la rivoluzione tedesca "nello stesso modo come aveva vinto il conquistatore del mondo", seguono, per quanto con sempre più accentuata riservatezza dell'Inghilterra, i congressi della Santa Alleanza, di Troppau, di Lubiana e di Verona (1820-1822). I decreti di Karlsbad avevano rappresentato l'inizio del sistema del Vormärz (cioè del periodo di reazione anteriore alle rivoluzioni del marzo 1848) e quindi, uno dei primi atti della rivoluzione tedesca del 1848 fu, il 2 aprile, l'abolizione, con tutte le cosiddette leggi eccezionali, anche dei decreti di Karlsbad.
Bibl.: D. D. Pradt, Congrès de Carlsbad, voll. 2, Parigi 1819-20; J. L. Klüber, Öffentliches Recht des Deutschen Bundes und der Bundesstaaten, Francoforte sul M. 1840; L. K. Aegidi, Aus dem Jahre 1819, Amburgo 1861; id., Die Schlussakte der Wiener Ministerialkonferenzen, Berlino 1860-1869; F. v Weech, Korrespondenzen und Aktenstücke zur Geschichte der Ministerkonferenzen von Karlsbad und Wien, Lipsia 1865; A. F. H. Schaumann, Der Kongress zu Karlsbad, in Historisches Taschenbuch, I (1850); H. v. Srbik, Metternich, der Staatsmann und der Mensch, I, Monaco 1925. Fra le opere generali v. H. v. Treitschke, Deutsche Geschichte im XIX. Jahrhundert, II, Lipsia 1882; H. v. Zwiedineck-Südenhorst, Deutsche Geschichte (1806-1871), Stoccarda 1898, II, A. Stern, Geschichte Europas von 1815 bis 1871, Berlino 1894, I.