KARLSTEJN
KARLŠTEJN (o Karlův Týn; ted. Karlstein)
Castello della Boemia centrale (distr. di Beroun), nella omonima regione montuosa, nella Rep. Ceca.Il maniero, fondato come possedimento imperiale il 10 giugno 1348 e completato nel 1357, fu costruito su un promontorio roccioso situato tra le valli Studené e Hlboké údolie, in posizione dominante sul fiume Berounka e circondato da montagne.Secondo la tradizione fu personalmente l'imperatore Carlo IV di Lussemburgo (v.), al cospetto di molte personalità di rilievo, a fondare il castello. La prima pietra fu posta dall'arcivescovo praghese Ernst di Pardubice; stando alle volontà di Carlo IV, si ritiene che il progetto architettonico sia da attribuire a Mathieu d'Arras.Il complesso si articola in un recinto fortificato e nel castello-residenza, entrambi a loro volta organizzati in più parti distinte. La cinta esterna aveva la funzione di accesso e di difesa e conteneva la corte che ospitava le abitazioni del burgravio, della servitù e degli uomini temporaneamente in servizio; un altro nucleo era costituito dalla 'torre della fonte'.Nel primo blocco del castello alto era situato il palazzo, nel secondo la torre mediana, mentre al centro del terzo, in posizione sopraelevata, si trovava l'edificio principale, ovvero il massiccio torrione quadrangolare. Il decano, con i canonici del Capitolo, viveva in un edificio antistante l'ingresso alla fortezza; questa era circondata su ogni versante da mura, le cui fondazioni poggiavano su pareti rocciose. La cinta aveva un andamento fortemente verticale con spalti merlati coperti ed era munita di torrette di avvistamento, caditoie e piccole bastie. Il fortilizio era fornito di due accessi: il primo conduceva allo spazio esistente tra le due cinte murarie, mentre il secondo portava alla corte del burgravio, da dove si accedeva al castello alto.Il nucleo principale del complesso era rappresentato dal palazzo imperiale, articolato su due piani e costituito da un unico corpo di fabbrica chiuso lateralmente da una torre cilindrica. Al primo piano si trovavano la c.d. sala bianca e la cappella dedicata a s. Nicola; al piano superiore vi era un salone con soffitto a lacunari in legno che, ancora nel sec. 16°, conservava un affresco con l'albero genealogico di Carlo IV (Linea Caroli IV). Di seguito si trovavano un ambiente di lavoro e la sala di rappresentanza dell'imperatore; l'ultima stanza era la camera da letto del sovrano. Il terzo piano, realizzato in Fachwerk, era riservato all'imperatrice.Gli interventi successivi modificarono tanto l'esterno quanto l'interno del castello. Le trasformazioni avvenute dopo le guerre contro gli hussiti (1422) interessarono in particolare la cerchia esterna e la corte del burgravio. Alla fine del sec. 15° fu in parte rinnovato il palazzo imperiale; il suo rifacimento comportò un intervento di grande portata e il disegno generale fu modificato con la nuova copertura, realizzata dallo stesso cantiere che lavorò a Křivoklát (Boemia) tra il 1493 e il 1499. Nel secondo decennio del sec. 16° fu trasformato secondo lo stile sassone anche l'edificio del burgravio.Il burgravio Joachim di Novohrad nel 1587 commissionò un intervento di restauro all'architetto praghese Ulrich Avostalis de Sala, il quale realizzò per la facciata settentrionale una nuova soluzione, sostituendo la merlatura originaria con una terminazione di gusto rinascimentale e costruendo ex novo un'ala nel medesimo stile; inoltre fu modificato il salone con la genealogia di Carlo IV. L'intervento di maggiore rilievo riguardò la struttura e l'aspetto del terzo piano, con una sopraelevazione in muratura coperta da un tetto a spioventi con timpani rinascimentali. Durante questi lavori venne danneggiata la chiesa della Vergine, collocata al secondo piano della torre mediana, e andò distrutto un terzo delle pitture con scene apocalittiche. Oltre alla cappella di S. Nicola e alla chiesa capitolare dedicata alla Vergine, nel castello di K. c'erano l'oratorio dell'imperatore o di S. Caterina, annesso alla chiesa della Vergine, e la cappella della Santa Croce, che occupava tutto il piano nobile della grande torre.Sebbene le facciate dei singoli edifici del castello fossero molto semplici, gli interni presentavano decorazioni insolitamente ricche. La complessità del programma iconografico delle pitture fu dettata dal fatto che il fortilizio rappresentava una delle residenze predilette dall'imperatore, dove erano custoditi i preziosissimi gioielli della corona boema, le reliquie della passione di Cristo e gli insigna del re, dell'imperatore e del Sacro romano impero connessi all'idea di sovranità religiosa. Una concezione profana delle pitture appariva solamente nella sala grande del palazzo; nella chiesa della Vergine e nell'oratorio di S. Caterina sono preponderanti i temi di carattere sacro e anche quelli a soggetto profano sono sempre legati a contesti religiosi; nella cappella della Santa Croce sono invece del tutto assenti temi profani.Le fonti informano sull'attività presso la corte di Carlo IV di artisti francesi, brabantini, tedeschi, italiani e boemi; essi si avvicendarono anche nel cantiere imperiale di Karlštejn. L'imponente pittura con l'albero genealogico di Carlo IV fu realizzata da un anonimo maestro nel 1357, attivo anche nella chiesa della Vergine, dove dipinse l'Incoronazione della Vergine e i ventiquattro vegliardi dell'Apocalisse; egli fu anche autore dei cinque schizzi che rappresentano apostoli e santi nella cappella della Santa Croce (1360). Un suo allievo, il maestro Oswald, dipinse in alcuni ambienti della grande torre, negli anni 1361-1363, le leggende del principe s. Venceslao e di s. Ludmilla, l'imperatore Carlo IV mentre depone una reliquia in un reliquiario a forma di croce, i cori angelici e panorami fantastici. Tomaso Barisini (v.) è l'autore del dittico con la Vergine e il Cristo sofferente nella cappella di S. Nicola (1355 ca.) e del trittico con la Madonna e i ss. Venceslao e Palmazio nella cappella della Santa Croce (1356 ca.). Le opere ascritte a Nikolaus Wurmser, tra il 1357 e il 1361, sono la Crocifissione e il doppio ritratto imperiale ai lati della croce nell'oratorio di S. Caterina, nonché il ciclo dell'Apocalisse di Giovanni, la Pentecoste, la Risurrezione, la Discesa agli inferi e la Morte della Vergine nella chiesa a lei dedicata. Teodorico da Praga fu l'autore del Cristo apocalittico circondato da un coro di angeli e dai simboli degli evangelisti, dell'Annunciazione, della Visitazione e dell'Adorazione dei Magi nella cappella della Santa Croce (ante 1367); un suo allievo dipinse nella stessa cappella il Cristo tra Marta e Maria. Talvolta a K. appaiono preponderanti caratteri propri dell'arte italiana del tempo, ottenuti attraverso l'imitazione delle gamme cromatiche, delle architetture dipinte con illusioni prospettiche o attraverso l'applicazione di antiche tecniche artigianali come le incrostazioni con pietre semipreziose e l'applicazione di dorature.
Bibl.:
Fonti. - B. Balbín, Miscellanea historica regni Bohemiae, 8 voll., Praha 1679-1688; G. Dobner, Monumenta historica Bohemiae, 6 voll., Praha 1764-1785; Fontes rerum Bohemicarum, a cura di J. Emler, III-V, Praha 1882-1888; Regesta diplomatica nec non epistolaria Bohemiae et Moraviae, II-V, a cura di J. Emler, B. Rynešová, J. Spĕváček, Praha 1882-1955.
Letteratura critica. - K. Sedlácek, Hrady, zámky a tvrze království českého [Rocche, castelli e fortezze del regno di Boemia], VI, Praha 1889, pp. 1-78; K. Guth, Přehled stavebních dejín Karlštejna [La storia costruttiva di K.], Praha 1913; G. Pirchan, Italien und Kaiser Karl IV. in der Zeit seiner zweiten Romfahrt, Praha 1930; D. Menclová, Hrad Karlštejn [Il castello di K.], Praha 1946; A. Matĕjček, J. Pešina, La peinture gothique tchèque 1350-1400, Praha 1950; A. Friedl, Mistr Karlštejnské Apokalypsy [Il Maestro dell'Apocalisse di K.], Praha 1950; id., Magister Theodoricus. Das Problem seiner malerischen Form, Praha 1956; id., Mikuláš Wurmser, mistr královských portrétů na Karlštejne [Nikolaus Wurmser, il maestro dei ritratti reali a K.], Praha 1956; D. Dvořáková, D. Menclová, Hrad Karlštejn [Il castello di K.], Praha 1965; A. Kutal, České gotické umĕní [Arte gotica boema], Praha 1972.B. Chropovský