KASHGAR (A. T., 93-94)
Città del Sin-kiang o Turkestan cinese, a 1300 m. s. m., a O. del deserto di Takla Makan. È una grande città commerciale, di circa 70 mila ab., nel centro di un fertile distretto (tao) omonimo, con circa 700 mila ab. A essa faceva capo principalmente il commercio col Turkestan russo; lunghe file di cammelli dalla Cina importano mattonelle di tè. La città ha strade pulite e negozî eleganti. La pianura circostante, verdeggiante e fertile, produce frutti abbondanti.
I Cinesi vi giunsero fin dal sec. I d. C. Il territorio di Kashgar fu continuamente soggetto a una lunga serie di invasioni. Nel sec. XIII fu conquistata dai Mongoli; dopo lunghe guerre e lotte, tornò sotto il dominio cinese nel sec. XVIII. Una grande insurrezione musulmana nel 1862-63 diede origine alla dominazione di Yaqub Beg, che durò fino al 1878. Fu allora riconquistata dai Cinesi. Fu descritta e visitata da Hsüan Tsang e da Marco Polo.
La città moderna è ben ordinata. Ha una stazione radiotelegrafica, costruita nel 1922. Poco lootano da Kashgar, ai piedi del T'ien shan, nelle colline a N. della città, sono miniere e fonderie di rame. La città ha anche una raffineria di petrolio. Esporta giada e pietre preziose. La ferrovia Turk-Sib (Turkestan-Siberia), aperta al commercio nell'aprile 1930, ha spostato il commercio russo verso l'Ili. La popolazione è assai mista; vi si parla, oltre un dialetto turco, il cinese e il mongolo.