Kashmir (Kaśmīr )
Il K. è al centro di una disputa territoriale che sin dal 1947 ha visto contrapporsi l'India e il Pakistan, i quali ne controllano di fatto rispettivamente il settore centro-meridionale (Jammu e Kashmir, e Ladakh) e nord-occidentale (Azad Kashmir e Northern Areas), divisi da una linea del 'cessate il fuoco' tracciata nel 1949; a questi si aggiungono, a est, l'area montana dell'Aksai Qin, sotto il controllo della Cina, e il Trans-Karakoram Tract, ceduto alla Cina dal Pakistan nel 1963. Mentre il Pakistan rivendica il solo settore indiano, l'India rivendica l'intero territorio. Aggravatosi negli anni Novanta del 20° sec., il conflitto indopakistano faceva del K. un'area di grave instabilità ancora nei primi anni del 21° secolo.
A partire dal 1989 si sono moltiplicati i gruppi di guerriglia, diversi per matrici (fondamentalismo militante pakistano; terrorismo islamico internazionale) e per obiettivi (annessione del K. indiano al Pakistan; indipendenza del K.; nascita di uno Stato islamico globale). Il conflitto è giunto a un livello di elevata pericolosità nel 1999, quando truppe pakistane e gruppi di militanti islamici hanno occupato l'area di Kargil, nel K. indiano, punto strategico per il controllo dell'unica via di comunicazione tra Srinagar e Leh (Ladakh); l'India ha risposto con bombardamenti aerei, ed è stato soprattutto grazie alle pressanti richieste del presidente degli Stati Uniti B. Clinton che il Pakistan si è ritirato. La tensione è tornata a farsi acuta nel maggio 2002, quando entrambi gli Stati ammassarono imponenti truppe lungo il confine; gli scontri che ne derivarono provocarono migliaia di vittime, sia civili sia militari. Nel novembre 2003, tuttavia, il Pakistan dichiarava unilateralmente il cessate il fuoco, che fu accettato dall'India (ma ignorato da alcune fazioni militari islamiche); poco dopo venivano parzialmente ripristinati i collegamenti ferroviari e aerei tra i due Paesi.
Nell'ottobre 2005 la regione fu colpita da un grave sisma (magnitudo 7,6-7,8) con epicentro nei pressi di Muzaffarabad, capoluogo del K. pakistano; il terremoto causò un numero elevatissimo di vittime (secondo le cifre ufficiali, circa 73.000 in Pakistan e 1300 in India, oltre a 100.000 feriti) ed ebbe effetti devastanti sull'economia della regione; la gravità dell'evento portò India e Pakistan a cooperare per far fronte all'emergenza. Sul piano politico, tuttavia, non si registravano progressi: nel 2006 il governo indiano rifiutava la proposta, avanzata dal presidente del Pakistan P. Musharraf, di smilitarizzazione e gestione congiunta della regione. Tornavano così a farsi aleatorie le prospettive di una soluzione pacifica del conflitto, esacerbato anche da una serie di azioni terroristiche, come l'irruzione armata nel Parlamento di Nuova Delhi (dic. 2001) e gli attentati a Srinagar (ott. 2001), a Jammu (genn. 2002) e, ancor più gravi, a Nuova Delhi (ott. 2005, 60 morti) e a Mumbai (luglio 2006, 200 morti).
bibliografia
S. Bose, Kashmir: Moots of conflict, paths to peace, Cambridge (Mass.) 2003.
S. Trippodo, Kashmir, Roma 2004.