Vedi KASMENAI dell'anno: 1961 - 1995
KASMENAI (Κασμέναι, Casmĕnae)
Colonia di Siracusa, fondata dopo Acre e prima di Camarina, 90 anni dopo la fondazione della metropoli, secondo quanto afferma Tucidide (vi, 5, 3), intorno alla metà del VII sec. a. C.
L'altra sola notizia sicura che di K. ci resta è in Erodoto (vii, 155), dal quale apprendiamo che da questa città Gelone trasse i proprietarî siracusani (Gamòroi), intorno al 485 a. C., riportandoli in patria dopo la loro cacciata ad opera del popolo alleatosi con gli schiavi. Un frammento di Filisto (Jacoby, iii B, 559, fr. 5), se, come sembra, è da accettarsi l'emendamento proposto dal Pais, ci attesta K. a fianco di Siracusa nella lotta condotta da questa contro la ribelle Camarina ed i Siculi ad essa alleati, nel 553-52 a. C.; mentre nel 357 a. C. sembra che Dione, sbarcato ad Eraclea Minoa, vi abbia raccolto soldati nel cammino per Siracusa (Diod., xvi, 9, 5).
Insignificanti menzioni di K. si trovano infine in Stefano Bizantino (s. v.) e in scolî a Tucidide (ed. Didot, p. 102).
Dall'Arezzo in poi si è variamente tentato di identificare il sito di K., la quale, certo, sorgeva nella Sicilia sud-orientale ed almeno sei diverse ubicazioni sono state proposte. Più frequentemente si è parlato di Ispica, Scicli e Còmiso, ma in realtà K. va identificata nei resti di una città arcaica scoperti dall'Orsi sulla spianata di M. Casale, 12 km circa ad O della moderna Palazzolo (l'antica ῎Ακραι).
Sul ciglio di un pianoro fortemente allungato in senso E-O restano gli avanzi di una cinta muraria ad enormi blocchi, lunga circa 3400 m, spessa in genere m 3, con torri rettangolari esterne. Dentro la cinta si stendeva la città, articolata su almeno 38 vie parallele, di m 3,10-3,50, che corrono in direzione NO-SE e che dànno luogo ad isolati larghi, in genere, non più di 25 m. Il transito E-O avveniva invece attraverso passaggi di ampiezza irregolare, presentandosi i singoli blocchi allineati solo sul lato settentrionale. I saggi di scavo, tuttora inediti, condotti dall'Orsi a M. Casale fra il 1922 ed il 1931, consentono di attribuire tale impianto a reticolato, sia pure imperfetto, almeno alla prima metà del sec. VI a. C., mentre hanno portato alla luce, nell'angolo occidentale del pianoro, un tempio, arcaicissimo nelle proporzioni (m 27 × 7,50), di cui è stata recuperata parte della decorazione architettonica e scultorea in terracotta policroma. Dal tèmenos del tempio proviene una enorme quantità di armi in ferro, ex voto di una popolazione evidentemente in gran parte militare.
Nell'area urbana ed in quella delle necropoli sono stati recuperati, poi, tre interessanti avanzi di epigrafi arcaiche. L'abitato pare esaurirsi con la fine del IV sec. a. C. e fu indubbiamente sede di una colonia militare sulla antica via interna Siracusa-Agrigento-Selinunte.
Bibl.: La bibl. principale si trova in A. Di Vita, La penetrazione siracusana nella Sicilia sud-orientale alla luce delle più recenti scoperte archeologiche, in Κώκαλος, II, 2, Palermo 1956, p. 177 ss.; P. Schubring, in Rhein. Museum für Phil., N. S., XXVIII, 871, p. 130 ss.; E. Pais, Storia della Sicilia e Magna Grecia, I, App. XII, Torino-Palermo 1894; A. Holm, Storia della Sicilia nell'antichità (trad. Dal Lago-Graziadei), I, 1896, p. 23, nota; p. 294, n. 30; F. Stanganelli, Su le origini di Comiso, in Archivio Storico della Sicilia Orientale, X, 1913, p. 249 ss.; P. Orsi, in Boll. d'Arte, 1930, p. 144.