AQUILA (Adler), Kaspar
Polemista e teologo luterano, nato in Augusta il 7 agosto 1488, di buona famiglia. Studiò nella città natale e in Ulma; viaggiò in Svizzera e in Italia: in Roma, conobbe Erasmo. Nel 1510 è all'università di Lipsia, nel 1513 a Vittenberga, dove, il 3 marzo, è baccelliere. Dopo essere stato, come cappellano militare, in Francia, lo ritroviamo curato di Jengen presso Augusta (1516) e in lotta, per le sue idee luterane, col vescovo Cristoph von Stadion, che lo fece imprigionare in Dillingen. Fu liberato, pare, per intercessione d'Isabella, sorella di Carlo V e moglie di Cristiano II di Danimarca. Ritornò quindi a Vittenberga dopo il 1521; certo è che nel 1522 era pedagogo dei figli di Franz von Sickingen ad Ebernburg; quindi insegnò ebraico a Vittenberga, e Lutero ricorse a lui per aiuto nella versione della Bibbia. Nel 1527 è curato di Saalfeld in Turingia, l'anno successivo sopraintendente; nel 1530 incontra, alla dieta di Augusta, il vescovo suo antico avversario. Nella controversia antinomistica, le sue simpatie sono per l'Agricola. Poi, la sua opposizione all'Interim (1548) lo fece incorrere nell'ira imperiale, e cacciare da Saalfeld. Lo accolse la contessa Elisabetta di Schwarzburg nel suo castello di Rudolfstadt, e poi i fratelli di lei gli diedero un rifugio in Masfeld; quindi fu nominato decano della collegiata di Smalcalda. Polemizzò con l'Osiandro; in seguito, poté essere richiamato a Saalfeld, dove, dopo altre polemiche, morì il 12 novembre 1560. I suoi scritti, oltre qualche commento biblico, sono per lo più sermoni e opere occasionali o di polemica.
Bibl.: J. Avenarius, Kurze Lebenschreibung Herrn M. C. A., Meiningen 1718; Fr. Gensler, Vita M. C. Aquilae, Jena 1816; Beck, in Allgem. deutsche Biographie, I, s. v.; G. Kawerau, in Realencykl. für protest. Theologie und Kirche, I, s. v.