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SCHWENCKFELD, Kaspar

di Alberto Pincherle - Enciclopedia Italiana (1936)
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SCHWENCKFELD, Kaspar

Alberto Pincherle

Mistico e riformatore, nato a Ossig, nel ducato di Liegnitz (Slesia), nel 1489; morto a Ulma nel 1561. Studiò a Colonia, a Francoforte sull'Oder, forse anche a Erfurt; ma nel 1511 abbandonò gli studî per dedicarsi, essendo di famiglia nobile, alla vita attiva della corte. Scosso dalla predicazione di Lutero, si recò a Wittenberg, mentre Lutero era alla Wartburg, e si unì a Carlostadio; e a costui e a U. Zwingli Lutero lo accomunò nella sua avversione, combattendolo fieramente, a proposito della cena eucaristica. Pertanto, alla rottura definitiva con Lutero (1527), al quale tuttavia lo Sch. manifestava ancora nel 1543 la propria riconoscenza, seguì l'ostilità dei luterani della Slesia; onde lo Sch. dovette nel 1529 lasciare la patria, vivendo esule e perseguitato, a Strasburgo, Tubinga, Augusta, Ulma, ecc., fino alla morte.

Condannato in vita come sacramentariano e anabattista, considerato come tale da molti anche oggi in base a presupposti confessionali, lo Sch. va considerato più rettamente come uno "spiritualista", nel senso ch'egli dà il massimo valore all'ispirazione personale, testimoniata dalla coscienza. L'uomo corrotto può ricevere da un atto assolutamente gratuito e soprannaturale di Dio la redenzione, che l'unisce al Cristo e lo rinnova completamente: segno di questa trasformazione totale sono la gioia e la tranquillità dello spirito. Il redento acquista così la capacità di ascoltare la voce dello Spirito che parla in lui: cioè la Parola interiore, contrapposta all'esteriore, cioè la Bibbia, rivelazione storica, di cui soltanto l'uomo spirituale può intendere il significato. La salvezza diventa così una trasformazione della natura umana operata direttamente da Dio, non una semplice imputazione di giustizia. E, in conformità con questi concetti, la Chiesa è per lo Sch. l'intera comunità dei figli di Dio, una società del tutto invisibile; essa comprende tutti coloro che sono uniti in spirito a Dio, in ogni età e regione della terra. E così, per quanto riguarda l'Eucaristia, lo Sch. è condotto a considerarla in modo simbolico, perché - egli osserva - se il pane e il vino dell'ultima cena fossero stati realmente il corpo e il sangue di Cristo, anche Giuda ne avrebbe partecipato, ricevendo in sé la natura divina; dunque la carne e il sangue sono la Parola interiore, che effettivamente trasforma l'anima di chi la riceve.

Allo sviluppo di quella chiesa invisibile - che si può trovare, egli osserva, anche fra i Turchi o a Calcutta - lo Sch. dedicò tutta la propria attività, promuovendo (ma si può notare in questo un influsso dell'anabattismo) la costituzione di piccoli nuclei di seguaci, dei quali troviamo tracce in Augusta, nella Prussia Orientale, nella Slesia, ecc., donde, dopo essere stati a lungo perseguitati, emigrarono nel 1734 nella Pennsylvania; e lì costituirono una comunità (Schwenckfeldian Church) che esiste tuttora. E influssi dello Sch. vengono segnalati anche fuori della Germania, in Olanda tra i "collegianti" e in Inghilterra (dove W. Turner parla di loro già nel 1551) tra i seekers (v. quaccheri).

Le opere dello Sch. furono pubblicate in 4 volumi, 1564-70; v. anche Corpus Schwenckfeldianorum, Lipsia 1907 segg. (finora voll. 3); Correspondence of C. S. and the landgrave Philip of Hesse, a cura di J. L. French, Lipsia 1908.

C. J. Arnold, Zur Gesch. u. Literatur der Schwenckfelder, in Zeitschrift d. Vereins f. die Gesch. Schlesiens, XLIII (1909), p. 291 segg.; E. Hirsch, Zum Verständnis Schw.s, in Festgabe... K. Müller, Tubinga 1922; R. M. Jones, Spiritual reformes in the 16th and 17th centuries, 2ª ed., Londra 1928, pp. 64-87; E. Seeberg, Der Gegensatz zwischen Zwingli, Schw. und Luther, Lipsia 1929, estr. dalla R. Seeberg Festchrift.

Vedi anche
Servèto, Michele Servèto, Michele (sp. Miguel Servet ‹serbℎét›). - Filosofo, medico e riformatore religioso (Vilanova de Sixena, Aragona, 1511 - Ginevra 1553). Studente di diritto a Tolosa, si volse ben presto agli studî biblici, patristici e filosofici, venendo così a contatto con le opere degli autori della tarda scolastica ... Bullinger, Johann Heinrich Bullinger ‹bùliṅër›, Johann Heinrich. - Teologo (Bremgarten 1504 - Zurigo 1575). Tornò dai suoi viaggi di studio in Germania convertito alla Riforma: e a Zurigo dal 1531 successe a Zwingli. Guidò e organizzò con mano abile e salda la chiesa zurighese, sostenendo di fronte al Consiglio il diritto dei ... Melantóne, Filippo Melantóne (lat. Melanchthon, dal gr. μέλας "nero" e χϑών "terra", calco di Schwarzerd), Filippo. - Umanista e riformatore (Bretten, Basso Palatinato, 1497 - Wittenberg 1560), si educò sotto l'influenza del prozio G. Reuchlin. Nel 1509 fu all'univ. di Heidelberg, nel 1512 a Tubinga ove divenne (1514) ... Calvino, Giovanni (fr. Jean Calvin, da Calvinus, latinizz. di Cauvin). - Riformatore religioso (Noyon 1509 - Ginevra 1564). Figlio di Gérard Cauvin, notaio e promotore del capitolo, studiò (1523) a Parigi ove si legò d'amicizia con i figli di G. Cop e col cugino P. Robert, l'Olivetano, inclini alle idee della riforma; ...
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  • Schwenckfeld, Kaspar
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    Mistico e riformatore (Ossig, Slesia, 1489 - Ulma 1561). Aderì ai temi della Riforma avvicinandosi a Carlostadio così da venir considerato un "sacramentario": per questo fu combattuto dai luterani di Slesia che lo costrinsero a vivere in esilio. Definito talvolta come sacramentario, talaltra come anabattista, ...
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