KAZANLĂK
K Città della Bulgaria centrale, nella vallata del fiume Tundja, l'antico Tonzus, straordinariamente ricca di monumenti archeologici: villaggi neolitici, eneolitici, traci, con relative necropoli a tumuli dell'epoca preromana e romana; (otto chilometri a O di K. è stata scoperta la città tracia di Seutopolis) ma K. è conosciuta sopra tutto per una tomba tracia con pitture murali di età ellenistica, scoperta nel 1944 in un tumulo, nella parte orientale della città.
La tomba è composta di un vestibolo scoperto (lungo m 2,60, largo m 1,8o) costruito di pietre irregolari, d'un dròmos (lungo m 1,96, largo m 1,12); con falsa vòlta alta m 2,25 e di una thòlos (diametro m 2,65), coperta di una cupola a forma di alveare, alta m 3,25. Il dròmos e la thòlos sono costruiti in mattoni rivestiti esternamente con pietrame. L'accesso alla thòlos doveva esser chiuso da un cancello metallico, del quale restano tracce.
Le pareti del vestibolo sono coperte di stucco bianco, imitante l'incrostazione marmorea, il dròmos e la thòlos hanno le pareti coperte in basso con ortostati neri nel dròmos, e bianchi nella thòlos, più su invece sono colorate in rosso pompeiano, fino all'altezza dei doppî fregi, che nel dròmos corrono in alto, poco sopra all'imposta della vòlta a sezione irregolare. Il fregio inferiore del dròmos che passa sopra alla porta d'accesso della thàlos, è ornato da racemi con pampini, disposti a volute, simmetricamente. Un kymàtion lesbico e uno ionico ed una fila di perle dividono questo fregio dal piano rosso della parete; un ornamento a dentelli tra le due cornici forma la base dei fregi superiori, che corrono in corrispondenza dei muri lunghi, dove sono rappresentate figure di armati a cavallo e appiedate convergenti, su ognuno dei due lati, verso un gruppo centrale di due guerrieri appiedati posto uno davanti all'altro come in duello. Ad E i due guerrieri si affrontano dappresso, imbracciando lo scudo e lunghe lame ricurve; a O uno dei due poggia il ginocchio sinistro a terra. Accanto a vesti ed armi di tipo convenzionale (chitone corto e clamide, scudo di forma allungata, elmi di tipo attico e tracio), vi sono oggetti più caratteristici come elmi con fondo piatto e risega nella parte centrale, elmi a corno e spade lunghe e curve, tipiche per l'inventario delle sepolture tracie di epoca ellenistica. Alcune figure di cavaliere ripetono uno schema iconografico già fisso, conosciuto specialmente dalle stele dipinte di Alessandria. Però la composizione generale, il trattamento della maggior parte delle figure nelle pitture murali della tomba di K. mostrano qualcosa di nuovo e di originale. Nelle scene di guerra manca la furia della battaglia vera e propria con raffigurazione di caduti, così caratteristica per l'epoca ellenistica. Forse le raffigurazioni dei fregi del dròmos non vogliono rappresentare scene propriamente belliche e fatti eroici del defunto, ma solo dei ludi funebri.
La cupola della thòlos, a forma di campana fortemente rastremata, è chiusa esternamente da un grande macigno quadrangolare grezzo all'esterno e lavorato al disotto in modo da inserirsi parzialmente a perfetta chiusura nel collo cilindrico della cupola, decorata interamente da due fregi. Questi mostrano, in quello più basso, in una composizione ricca e complessa un banchetto sepolcrale; in quello superiore una corsa di tre bighe al galoppo. Il fregio inferiore è delimitato in basso da una cornice a kỳma lesbico e da un architrave tripartito con bucranî alternati a rosette, e in alto da una serie di ovoli, alla quale seguono dentelli, cordicella e una finta gronda a testa di leone, tutto eseguito in pittura a chiaroscuro. Le tre bighe del fregio superiore sono collocate tra colonne, espresse in pittura, che simulano una funzione di sostegno della pietra di chiusura.
La coppia dei defunti nel fregio inferiore è rappresentata dirimpetto all'ingresso, seduta intorno a una tavola quadrata con tre piedi; la circondano i loro servitori disposti in fila e gradienti verso di loro. A sinistra, presso la figura maschile seduta, una donna velata offre un vassoio di frutta; segue un uomo che offre un calice di vino, due suonatrici di esili trombe e due cavalli accompagnati da un paggio e da un guerriero con elmo frigio; a destra due donne con doni per la defunta e dietro a queste una quadriga con i cavalli irrequieti, che un cocchiere cerca di calmare. Le groppe contrapposte di questi cavalli, e di quelli precedentemente menzionati, formano il punto di sutura delle due parti del fregio.
L'iconografia del banchetto funebre della tomba di K. non ha niente in comune con altri monumenti traci che trattano lo stesso soggetto, manca infatti il letto sul quale di solito giace il defunto. Nella pittura della tomba di K. predomina il gusto della linea che dà evidenza ai contorni. Prospettiva, chiaroscuro e ombre vi hanno ancora una parte secondaria. I colori principali sono: giallo, azzurro, rosso, lilla e bruno. Le figure sono di proporzioni allungate come nella pittura ellenistica sulle stele funerarie di Pagase-Demetrias (v. pittura). Il bucranio alternato alla rosetta, come motivo decorativo nell'epistilio di un tempio, si trova per la prima volta nel Ptolomaion di Samotracia, edificato probabilmente nel secondo venticinquennio del III sec. a. C. A questo stesso tempo, di una generazione posteriore al dominio di Lisimaco (323-281 a. C.) sulla Tracia, dobbiamo datare la pittura murale della tomba di Kazanlăk.
Nella tomba non furono trovati che pochissimi avanzi della suppellettile (un'anfora fittile, due askòi e una oinochòe di terracotta grezza, tessere di ceramica, bottoni d'oro, frammenti in ferro). I resti di due sarcofagi in legno e le ossa di uno scheletro femminile indicano il modo di deposizione e il fatto, insolito in Tracia, della deposizione di un uomo e di una donna nello stesso sepolcro.
Bibl.: A. Frova, Le pitture di Kazanlăk, in Arti figurative, I, 1945, p. 105 ss.; C. Verdiani, Original Hellenistic Paintings in a Thracian Tomb, in Am. Journ. Arch., XLIX, 1945, p. 402 ss.; V. Mikov, Antičnata grobniza pri Kazanlăk, Sofia 1954; D. Burr Thompson, in Amer. Journ. Arch., LX, 1956, p. 295; D. Dimitrov, Grobovic w Kazanlyku Zabytek salvozytnje stuki w Bulgarii, in Przeglad Artystyczny, 1945, n. 5-6, p. 92; id., L'art et la culture matérielle des Thraces pendant l'époque hellénistique primitive, in Les découverts archéologiques en Bulgarie, Sofia 1957, p. 63 ss.; N. Marcodinev, La pittura della tomba di K. (in russo), in Vestnik Drevnje Istorii, 1954, p. 152 ss.