VAN DONGEN, Kees
Pittore, nato nel 1884 a Delfshaven (Olanda). Vive a Parigi. Fu dapprima tra i fauves più esasperati; poi si dedicò a un suo malinconico intuito figurativo e deformativo, creando atmosfere pallide e morbose intorno alle figure umane che si prestavano al suo pennello di ritrattista "decadentista".
Il Van D. si sostituisce presto, nella pubblica opinione, ai vecchi ritrattisti ufficiali giunti all'esaurimento delle proprie possibilità, cioè ai László, ai La Gandara, ai Boldini. Nuovi personaggi affollano il palcoscenico mondano attraverso il pennello del Van D. Sono Anatole France, Barthou, Castellane, Alanova, contesse e danzatrici, umanisti e commercianti, una élite ostinatamente fine-secolo. Nasce una nuova galleria di figure, un nuovo magazzino di manichini. In genere si può affermare trattarsi di pittura di costume, in un linguaggio aggiornato, ma forse privo di grandi intuizioni pittoriche.
Bibl.: Van Dongen, Parigi 1925 (ed. Des Courières); Sheldon Cheney, A World History of Art, New York 1937; Ch. Zervos, Histoire de l'art contemporain, Parigi 1938.