KELLS (A. T., 4-50)
Città dello stato libero d'Irlanda (contea di Meath), sul fiume Blackwater, a nord-ovest di Navan, cui è collegata per ferrovia. Ha notevoli avanzi antichi. La popolazione urbana era di 2428 ab. nel 1901, di 2198 nel 1926.
Anticamente, come dimostra il nome celtico Ceanannus (poi Kenlis e Kells, comune ad altri centri irlandesi) che indica il dun o piazzaforte circondata da un bastione circolare, fu una residenza reale; l'abitarono i re Conn delle cento battaglia, nel secolo II, e Dermot (544-565). Nello stesso periodo di tempo, probabilmente nel 554, vi avrebbe fondato un monastero S. Colomba, 9 anni prima di recarsi a Iona. Comunque, di questo monastero, che secondo alcuni sarebbe riuscito a salvarsi al tempo delle invasioni danesi, non vi sono avanzi, mentre è certo che al principio del sec. VIII Kells divenne sede episcopale (riunita nel sec. XIII a Meath) e importante centro di cultura. Tra gli uomini più insigni della scuola di Kells è da ricordare Mariano Scoto priore di S. Pietro a Ratisbona, morto nel 1088, commentatore della Bibbia, da non confondere con l'omonimo annalista, morto a Magonza nel 1086.
All'inizio del sec. VIII risale pure, in pase a sicuri criterî paleografici, il cosiddetto libro di Kells, che la pia tradizione vorrebbe reliquia di S. Colomba; è ora nel Trinity College di Dublino, cui fu regalato nel sec. XVII dall'arcivescovo (anglicano) di Armagh, J. Ussher. E un manoscritto dei Vangeli in latino, mutilo all'inizio e alla fine, con onomastico ebraico, canoni eusebiani e annotazioni locali; scrittura, miniature, ornamentazioni sono di grande bellezza, benché non tutte siano state compiute.
Bibl.: L. Gougaud, Les chrétientés celtiques, 2ª ed., Parigi 1911, passim (anche sui due Mariano Scoto); Celtic ornaments from the Book of Kells, Dublino-Londra 1892-95; S. F. N. Robinson, Celtic illuminative art in the Gospel, Books of Durrow, Lindisfarne and Kells, Dublino 1908.