Russell, Ken (propr. Henry Kenneth Alfred)
Regista cinematografico inglese, nato a Southampton il 3 luglio 1927. Uno degli autori più visionari del panorama inglese, capace di creare abilmente un linguaggio personale trasformando il cinema in uno strumento di liberazione dell'immaginazione e dell'inconscio. Nel 1971 ha ottenuto una nomination all'Oscar per la regia di Women in love (1969; Donne in amore).
Dopo aver studiato al Pangbourne Nautical College, lavorò per qualche anno sulle navi mercantili, e svolse poi diversi lavori. Si accostò al cinema realizzando alcuni cortometraggi da autodidatta, senza però riuscire a terminarli per mancanza di fondi. Convertitosi alla fede cattolica, con la quale avrebbe avuto un rapporto molto contraddittorio, R. si rivolse al Catholic Film Institute, che nel 1958 lo aiutò a realizzare due cortometraggi, Amelia and the angel e Lourdes, grazie ai quali ottenne un contratto per dirigere documentari per la BBC (British Broadcasting Company), dove lavorò fino al 1969. Furono anni di apprendistato tecnico per il regista, che nel 1963 aveva diretto il suo primo lungometraggio, French dressing, duramente stroncato dalla critica. Grazie all'interessamento dell'attore Michael Caine, R. ebbe la possibilità di dirigere il suo secondo film, Billion dollar brain (1967; Il cervello da un miliardo di dollari), storia di spionaggio e sequel di The Ipcress file (1965; Ipcress) di Sidney J. Furie e Funeral in Berlin (1966; Funerale a Berlino) di Guy Hamilton, ancora con l'agente segreto Harry Palmer, in cui il regista mette in mostra la sua abilità nel costruire immagini raffinate dal punto di vista compositivo. Nel terzo film, Women in love, tratto dall'omonimo romanzo di D.H. Lawrence, R. rilegge il melodramma con raffinatezza estrema, mentre i movimenti dei personaggi e della macchina da presa sembrano alludere a una danza passionale. La fama di R. si diffuse rapidamente dopo i successivi The dance of the seven veils (1970) e The music lovers (1970; L'altra faccia dell'amore). Il primo, che fu anche l'ultimo documentario diretto per la BBC, mostra i rapporti tra il compositore R. Strauss e il nazismo, e all'uscita provocò le proteste della famiglia del musicista; il secondo porta alla luce la tormentata vita sessuale di P.I. Čajkovskij che il regista mette in scena rendendo visive le suggestioni oniriche e visionarie della sua musica. Il gusto per la provocazione visiva e l'eccesso venne confermato ancora in The devils (1971; I diavoli), presentato alla Mostra del cinema di Venezia nello stesso anno. Incentrato su un processo per stregoneria nella Francia del Seicento, il film elabora una fitta trama di rapporti di potere tra Stato e Chiesa: gli eccessi visivi, la forte tensione erotica che lo permeano suscitarono scandalo e confermarono la fama di R. come regista a tinte forti, teso a far esplodere nell'immagine la sua potenza di seduzione. Girò poi The boy friend (1971; Il boy friend), ambientato nel mondo dello spettacolo e tratto dal lavoro teatrale di S. Wilson. Anche quando lo stile appare più misurato ‒ come in Savage messiah (1972; Messia selvaggio), biografia dello scultore francese H. Gaudier-Brzeska ‒ R. conserva il suo interesse per le dinamiche creative come forme di liberazione dell'inconscio. Dopo aver ulteriormente affrontato il rapporto tra musica e rappresentazione cinematografica in Mahler (1974; La perdizione), Tommy (1975), basato sull'omonima opera rock del gruppo inglese degli Who, e Lisztomania (1975), R. ritornò a lavorare sulla potenza visionaria dell'immagine direttamente legata alle pulsioni dell'inconscio. Dopo aver realizzato un altro ritratto biografico, quello dell'attore Rodolfo Valentino in Valentino (1977), con Altered states (1980; Stati di allucinazione) il ricorso alle nuove tecnologie degli effetti speciali ha offerto a R. non tanto la possibilità di visualizzare gli stati di allucinazione del protagonista, quanto di trasformare gradualmente il film stesso in un flusso di immagini visionarie e allucinate. Pur non abbandonando il cinema, R. si è poi dedicato alla regia di opere liriche, portando in scena riletture personali (e legate alle proprie ossessioni visive) di opere di I.F. Stravinskij e di G. Puccini. L'eccesso della lirica diventa per R. l'equivalente teatrale dell'eccesso cinematografico, come dimostra la sua versione dell'aria Nessun dorma, dalla Turandot di Puccini, episodio del film collettivo Aria (1987). Dalla fine degli anni Settanta, R. è tornato a lavorare anche in televisione, continuando a dirigere film biografici o riduzioni di opere letterarie, mentre nei suoi lavori cinematografici è sembrato ritrovare solo in parte l'inventiva e il talento visionario delle sue prime opere. Se Mindbender (1995; Oltre la mente) ricorda solo a tratti il delirio visivo di Altered states, film come Crimes of passion (1984; China blue), Gothic (1986), Salome's last dance (1988; L'ultima Salomè), The rainbow (1989; La vita è un arcobaleno), Whore (1991; Whore ‒ Puttana), Lion's mouth (2000), The fall of the louse of Usher (2002) non sono in grado di competere con la libertà creativa e provocatoria delle prime opere.
J. Baxter, An appalling talent: Ken Russell, London 1973.
R. Mele, Ken Russell, Firenze 1975.
G.D. Phillips, Ken Russell, Boston 1979.
K. Hanke, Ken Russell's films, Metuchen (NJ) 1984.