KENYA (A. T., 116-117 e 118-119)
Colonia britannica dell'Africa orientale, situata fra 34° e 41°30′ long. E. e tra 4°20′ lat. N. e 4030′ lat. S. Confina a N. con l'Etiopia e col Sudan Anglo-Egiziano, a O. con l'Uganda (protettorato britannico), a S. col Territorio del Tanganica (mandato britannico); a E. è bagnata per 420 km. dall'Oceano Indiano e confina con l'Oltregiuba (Somalia italiana).
Esplorazione e storia. - La storia della costa orientale dell'Africa fra Ras Kiambone e Vanga e del territorio retrostante prima dello stabilimento degli Arabi è assai poco nota. Questi, sulla fine del sec. X, vi fondarono le città di Patta, Malindi e Mombasa. Pochi anni dopo i Persiani di Shiraz stabilirono una colonia a Kilva, che sorse rapidamente a grande potenza ed estese il proprio dominio fino a Lamu. Alla fine del sec. XV il sultano di Mombasa si rese indipendente da quello di Kilva. Il 7 aprile 1498 Vasco de Gama toccò Mombasa trovandovi "un prosperoso porto di commercio pieno di navi". Nel 1500 Cabral, recandosi a occupare l'India, saccheggiò Mombasa e nel 1505 d'Almeida se ne impossessò per farne una base navale portoghese. Tristan da Cunha nel 1507 estese l'occupazione fino a Lama. Negli anni 1586 e 1588 ripetute incursioni di una flotta ottomana, comandata dall'ammiraglio Ali Bey, fecero insorgere gl'indigeni, di cui l'ultima insurrezione fu domata mercé la distruzione di Mombasa, compiuta dal capo negro dell'interno Mazimba alleato dei Portoghesi, i quali contemporaneamente sconfissero la flotta ottomana. Gli Arabi ripresero le armi nel 1631 massacrando la guarnigione portoghese di Mombasa, ma la città fu ripresa nel 1636 da Francisco Seixas de Cabreira. Nel 1698 gli Arabi, alleatisi al sultano di Oman e Mascate, cacciarono di nuovo i Portoghesi i quali, dopo aver riaffermato il loro dominio su Mombasa nel 1728, abbandonarono definitivamente la regione. Da allora Mombasa e il suo territorio, a eccezione di un breve periodo d'indipendenza nel 1744, fecero parte dei possessi dei sultani di Oman e Mascate i quali, nel 1832, trasferirono la loro residenza a Zanzibar.
Regnando a Zanzibar Seid Said, cominciò a svolgersi l'esplorazione del retroterra da parte di Europei; i missionarî J. Rebmann e L. Krapf scoprirono rispettivamente nel 1848 e 1849 il Kilimangiaro e i monti Kenya che svelarono l'esistenza di regioni interne dell'Africa completamente ignorate. Seguirono a 10 anni di distanza le spedizioni di R. F. Burton, J. H. Speke, e di J. A. Grant, che portarono alla scoperta del Tanganica e alla soluzione del problema delle sorgenti del Nilo. Nel 1883 J. Thomson per primo raggiunse il Lago Vittoria partendo da Mombasa e nel 1888 il conte Teleki von Szek scoprì il Lago Rodolfo. L'anno precedente una compagnia inglese, la British East Africa Association, ottenne in affitto dal sultano di Zanzibar la zona costiera dell'attuale Kenva, mentre la costa al sud fu affittata alla Germania. Il 3 settembre 1888 la B.E.A.A. con patente regia si trasformò in Imperial British East Africa Company. Nel 1889 sorse controversia fra l'Inghilterra e la Germania circa il possesso di Witu e di Lamu; si ricorse all'arbitraggio del barone di Lambremont che assegnò la regione all'Inghilterra. La Germania rinunciò alle sue pretese sul Tanaland, ottenendo in compenso la retrocessione di Helgoland da parte dell'Inghilterra, mercé convenzione 1° luglio 1890. Nel 1895 l'Inghilterra assunse il governo diretto dei territorî affidati alla East Africa Company, costituendo un protettorato britannico sulla costa e una colonia nel retroterra, cui nel 1920 fu imposto il nome di Kenya (Kenya Annexation Order in Council, 1920). In seguito ad accordo del 15 luglio 1924 l'Inghilterra cedette all'Italia la provincia del Giubaland, estendentesi sulla destra del Giuba sino al 41 meridiano, con il tratto di costa che dalla foce del Giuba raggiunge con circa 200 km. di sviluppo Ras Chiambone, per un'area complessiva di 98.000 kmq. Nel 1926 la regione a ovest del Lago Rodolfo fra i monti Elgon e Zulia fu distaccata dall'Uganda e unita al Kenya. Nel 1923 il governo del Kenya diede occasione al ministro delle Colonie britannico di dichiarare nuovi principî di politica coloniale; nel 1927 e 1929 i problemi dei Kenya furono studiati da apposite commissioni (Hilton Young e Samuel Wilson).
Morfologia. - La colonia ha attualmente una superficie di 583.000 chilometri quadrati ed è formata: a) da una zona costiera bassa e relativamente stretta (100-160 km. di larghezza), costituita da depositi alluvionali pleistocenici e recenti; b) da un altipiano centrale, che giunge fin oltre i 2000 m., costituito da un imbasamento di rocce cristalline arcaiche sulle quali riposano, su tratti assai vasti, rocce eruttive recenti; c) da un tratto della grande fossa estafricana (la Great Rift Valley di J.W. Gregory) che va dal lago Niassa al Mar Rosso (v. africa); è questo un solco largo (dai 70 ai 110 km., chiuso tra ripide pareti, alte, talvolta, dal fondo al ciglio, anche 1100 m., e occupato in parte da laghi (nel territorio della Colonia: Magadi, Naivasha, a 1870 m. s. m., il punto più elevato della fossa, Nakuro, Baringo, Rodolfo); d) da un altipiano occidentale, alto per lo più dai 1200 ai 2000 m. e inclinato verso il lago Vittoria (1134 m. s. m.), al quale manda le sue acque; è costituito anch'esso da uno zoccolo di rocce cristalline arcaiche, coperte, su vasti tratti, da rocce eruttive relativamente recenti; e) da un altipiano settentrionale, regione ancora pochissimo nota, formata prevalentemente, sembra, da calcari giurassici, la quale non è altro che la parte più meridionale dell'altipiano etiopico.
Dall'altipiano centrale e da quello occidentale, ai due lati della Great Rift Valley, s'innalzano alcune tra le maggiori vette dell'Africa, come il Kenya (5195 m.), che ha dato il nome alla Colonia, e l'Elgon (4311 m.), al confine con l'Uganda, ambedue vulcani spenti. L'esistenza di questi vulcani e di altri numerosi minori, come la presenza della spessa coltre di rocce eruttive relativamente recenti, è collegata con la formazione della grande fossa.
La costa, abbastanza frastagliata nel tratto più settentrionale, e accompagnata da numerose isole, offre molti ripari e approdi alle navi, per le quali Mombasa costituisce il porto principale.
Clima. - Dato il rilievo, il clima della colonia varia notevolmente da una zona all'altra. Nella regione costiera è assai caldo, ma con piogge non molto abbondanti, che vanno diminuendo da SO. verso NE. e verso l'interno, mentre le temperature diminuiscono da nord verso sud: Mombasa, a 4° S., ha 23° di temperatura media annua e 2400 mm. di piogge; Lamu, a poco più di 2° S., ha rispettivamente 26°,4 e 938 mm. In genere, fino ai 1500 metri le temperature medie annue non scendono sotto i 20°. Alle spalle della zona costiera si stende una fascia molto calda e arida. Gli altipiani - cioè la maggior parte della colonia - hanno temperature medie annue di 15°-20° tra 1500 e 2500 m. d'altezza, e inferiori ai 15° sopra i 2500 metri; le piogge nel complesso sono più copiose che sulla costa (Nairobi, a 1675 m. s. m., ha 18°,5 di temperatura media annua e 947 mm. di piogge; Kikuyu, a 2040 m., ha rispettivamente 15°,8 e 1200 mm.; Limuru, a 2230 m., 18° e 1380 mm.; Kisumu, a 1146 m., sulle sponde del lago Vittoria, 25°,9 e 1156 mm.). Anche nelle regioni interne le piogge vanno diminuendo da SO. a NE. Sulla costa i periodi più piovosi sono aprile-maggio e ottobre-novembre; da dicembre a marzo si ha un periodo relativamente secco. Sugli altipiani è piovoso anche il dicembre. I mesi più freschi sono giugno, luglio e agosto. Fuorché nella zona costiera e lungo le rive del lago Vittoria, il clima del Kenya è sano, e favorevole anche all'insediamento dei Bianchi.
Idrografia. - Pochi fiumi di una certa importanza solcano la colonia del Kenya. Il più importante è il Tana, che raccoglie le acque spioventi dalle pendici meridionali e orientali del Kenya, e, compiuto un ampio arco la cui convessità viene quasi a lambire l'equatore, mette foce in un punto della costa a 200 km. a N. di Mombasa. Notevole, almeno nel suo primo tratto, è il fiume Engare-Uaso Nyire, che proviene anch'esso dalle pendici del Kenya e, sviluppata un'ampia curva nella regione a O. del 38° meridiano, entra nella zona desertica del Lorian già occupata da un lago, ora prosciugato, e termina quindi il suo corso nell'Oltregiuba italiano. Numerosi corsi d'acqua di limitata importanza si riversano nel Lago Vittoria, di cui spetta alla Colonia del Kenya la parte nord-orientale a est del 34° meridiano, che comprende l'ampia insenatura del Golfo dei Kavirondo, sulla riva del quale si trova Kisumu (già Port Florence) che ne è il principale scalo portuale. Così dicasi per quelli anche minori che si riversano nel Lago Rodolfo, il cui specchio rientra in massima parte nei limiti della Colonia. Att. Mo.
Flora e vegetazione. - Il territorio è costituito da vasti altipiani con vegetazione steppica; le pendici sono ricoperte da dense foreste essenzialmente formate di Juniperus procera e Podocarpus gracilis; più in alto verso i 2800 m. s. m. si trovano fitte formazioni di bambù (Arundinaria alpina), che giungono fin oltre i 3100 m. Al di sopra esiste una zona alpina con pascoli erbosi alternati con rocce e dirupi; in tale zona crescono Ciperacee, Pteridium, le arborescenti Lobelia Gregoryana e L. Telekii e specie di Senecio gigantesche che si sviluppano in mezzo a fitti tappeti di muschi e licheni. Fra il Kenya e la catena di Aberdara nella regione elevata dei boschi vive il Podocarpus milanjianus con i rami ricoperti da barbe licheniche e crescono anche la Rutacea arbustiforme Calodendron capense, la Euforbiacea Cluytia lanceolata e poi Sparmannia abyssinica, Hypericum lanceolatum, Eruca arborea e altre piante della flora abissina. Il versante orientale di Aberdara è più boscoso del settentrionale e rivestito di juniperus procera e dei due Podocarpus sopra ricordati: sulle pendici settentrionali crescono insieme in abbondanza il Tarchonanthus camphoratus e la velenosa Apocinacea Acocanthera Schimperi. Sotto gli arbusti del versante settentrionale vivono alcune felci xerofile (Pteridella hastata, Asplenium praemorsum, Ceterach cordatum), Cyanotis longifolia (Commelinacea), Crossandra leikipiensis (Acantacea), l'Osyridocarpus Schimperianus (Santalacea arbustiforme), Cineraria Schimperi. A occidente della catena di Aberdara si stende l'altipiano di Leikipia solcato da grandi depressioni ove si trovano numerosi laghi circondati da savane, le quali qua e là sono arborate. Anche qui crescono numerose piante della flora abissina e si spingono qui il Calodendron capense e il Trichocladus ellipticus, specie conosciute fino a pochi anni or sono solo per l'Africa meridionale.
Fauna. - La fauna del Kenya fa parte del complesso faunistico dell'Africa orientale. Essa è veramente imponente per numero di specie e varietà di forme. Varî cercopitechi fra le scimmie, molti chirotteri e, tra gl'insettivori, i Macroscelidi dalle lunghe zampe posteriori. Fra i Carnivori molte specie tra le quali notevoli varie viverre, proteli, la iena bruna, varî lupi e sciacalli, volpi, licaoni, martore ecc. Fra i rosicanti molti scoiattoli, topi, spalaci. Gli Artiodattili sono molto numerosi e tra questi il facocero, la giraffa, la caratteristica Okapia, molte antilopi, gazzelle, bufali, ecc. Tra i Perissodattili citeremo il rinoceronte bicorne, varie zebre, ecc. L'elefante africano, una specie particolare di Irace vivente sul Kilimangiaro, varî sdentati completano questa lussureggiante fauna mammologica africana. Né meno riccamente rappresentato è il mondo degli Uccelli tra cui Trampolieri, Gallinacei, Passeracei, Rapaci, Prittaci, ecc. e quello dei Rettili, degli Anfibî e dei Pesci d'acqua dolce. Ricca l'entomofauna con svariate specie di coleotteri, termiti, cavallette e altri ortotteri dalle strane forme; fra i ditteri va ricordata la mosca tse tse che inocula il temuto parassita della malattia del sonno.
Popolazione. - La popolazione della colonia al censimento del 1931 risultò di 3.106.000 ab., cui corrisponde una densità di soli 5 abitanti per kmq. In essa sono compresi 16.900 Europei per la maggior parte Inglesi, 39.600 Indiani e 12.200 Arabi.
La popolazione indigena della colonia appare composta di elementi assai diversi per l'origine o le affinità e per la cultura. Nei territorî aridi del nord e dell'oriente, verso il Lago Rodolfo e il Giuba, nomadizzano alcuni gruppi di Turcana (Elgumé), nilotici negroidi, e varie tribù di pastori camiti, Galla e Somali: una delle tribù Galla (i Barraretta), perduti gli armenti, si è fissata nella valle del Tana. Verso le foci di questo pare esista un gruppo di Waboni, detti da qualche informatore pigmoidi, comunque assai diversi dai negri Suaheli che sono stabiliti sulla costa. L'altipiano compreso fra le vallate orientali e il Lago Vittoria è occupato dai fitti insediamenti di popolazioni di tipo etiopico (v. etiopici), che parlano un tipo speciale di nilotico avente affinità col Masai, ma anche notevoli intrusioni camitiche. Attivi e abili agricoltori, allevano anche un po' di bestiame ed esercitano varie industrie, specialmente l'estrazione e lavorazione del ferro, quella del cuoio, la ceramica; né disdegnano la caccia all'abbondante selvaggina della regione. Sono principalmente i Nandi, i Lumbua, i Sotik, i Kamasia (El-tuken), gli Elgoni, sulle pendici del M. Elgon, i Suk, a SO. del Lago Rodolfo. Nel territorio della colonia sono inclusi pure alcuni gruppi Masai e parte della loro casta di cacciatori, gli Andorobo (Ndorobo).
Centri. - Capoluogo della colonia è Nairobi, situata nell'interno a 1675 m. s. m., con 47.600 ab. (tra i quali 5200 Europei e 8000 Asiatici). Porto principale è Mombasa, con 56.000 ab. (di cui 1200 Europei, 7600 Indiani e 7600 Arabi). Altri centri notevoli sono Malindi (2900 ab.) e Lamu (6500 ab.), anch'essi sulla costa.
Condizioni economiche. - Le risorse economiche della colonia consistono principalmente nei prodotti agricoli e forestali. Le foreste, che hanno una notevole estensione nelle terre alte, sono costituite specialmente da conifere che forniscono legname da costruzione pregiato e legno per le matite. Lungo il litorale, ove si sviluppa la particolare vegetazione costiera delle mangrovie, si ritrova l'ebano e la noce coppale.
Gl'indigeni coltivano, principalmente per il consumo locale, soprattutto la dura, poi il riso, il granturco, la manioca, le patate dolci, i legumi, le arachidi. Gli Europei, il cui flusso migratorio cominciò a farsi ragguardevole nel 1902-1903 e che nel 1931 risultarono 16.900, coltivano specialmente caffè, agave, sisalana, granturco e grano. Nel 1929 essi avevano posto a coltura 230.000 ettari. La risorsa principale della colonia è il caffè, conosciuto in commercio sotto il nome di caffè Nairobi e coltivato prevalentemente tra i 1600 e i 2000 m. La regione di Kikuyu è quella che ne produce le quantità maggiori. Questa coltura ha fatto grandi progressi nella colonia: infatti, mentre nel 1914 essa si estendeva su 2400 ettari, nel 1931 occupava circa 39.000 ettari. La produzione, così, è andata crescendo fortemente di anno in anno, salendo dai 4400 q. del 1914 ai 141.000 q. del 1931. Nel 1928 si ebbe un massimo di 211.000 quintali.
Nel 1907 fu introdotta la coltura dell'agave sisalana, che si è grandemente diffusa e copre ora 44.000 ettari. Nel 1929 la produzione fu di 15.700 tonn. di fibre (600 tonn. nel 1918). Il granturco è coltivato su circa 100.000 ettari, e il grano su 26.000. Limitata importanza hanno per ora le colture della canna da zucchero e del tè. Nella zona costiera è ragguardevole la coltivazione del cocco. Dalle foreste, sfruttate ancora in minima parte, si ricava legname e caucciù (questo si ottiene anche da piantagioni).
L'allevamento del bestiame è sviluppato specialmente nella Great Rift Valley e sugli altipiani centrali, a occidente del M. Kenya. Il patrimonio zootecnico della colonia si calcolava nel 1929 di 3,5 milioni di bovini, 2,9 milioni di ovini e 3,7 milioni di caprini. Si esportano pelli e lana.
Le risorse minerarie nel complesso non sono importanti; è da ricordare peraltro, che dal lago Magadi, presso il confine col territorio del Tanganica, si estraggono grandi quantità di carbonato di soda (per un valore di oltre 220.000 sterline nel 1930). Si calcola che ve ne sia per circa 200 milioni di tonnellate.
Commercio. - I commerci esterni della colonia negli ultimi decennî, di pari passo con lo sviluppo dell'agricoltura e dell'allevamento e col progredire delle comunicazioni, hanno fatto passi giganteschi. Il loro valore fu di 150 mila sterline nel 1896, salito a 1,3 milioni nel 1907, e a quasi 16 milioni nel 1929 (compreso il commercio dell'Uganda, che si fa quasi tutto via Mombasa). Il valore delle importazioni (tessuti di cotone, oggetti di ferro e d'acciaio, macchine, grano e farina, tabacco, carburanti, automobili, ecc.) supera di solito quello delle esportazioni (caffè, sisal, granturco, carbonato di soda, pelli, ecc.). Il 70-75% delle esportazioni è diretto a paesi dell'Impero britannico (Gran Bretagna soprattutto: 43% nel 1930), dai quali proviene circa il 60% delle importazioni. Notevole è pure il commercio con gli Stati Uniti, col Giappone, col Belgio, con l'Olanda, con la Germania e con l'Italia.
Comunicazioni. - Per le comunicazioni ferroviarie la colonia del Kenya è il paese dell'Africa orientale che si trova in migliori condizioni. La linea principale, la Kenya and Uganda State Railway, fu iniziata nel 1896 e ultimata nel 1901: essa parte da Mombasa e, entrata nell'Uganda, raggiunge le rive del Lago Vittoria a Jinja (1325 km.); a Nakuro se ne stacca una diramazione che va pure al Vittoria, a Kisumu (210 km.); un'altra diramazione collega la ferrovia del Kenya con la Tanga-Arusha nel Territorio del Tanganica; con altri tronchi minori lo sviluppo complessivo delle ferrovie raggiunge i 2500 km. circa (1930). Tutte le linee dipendono dai Kenya and Uganda Railways and Lake Services, che mantengono anche linee regolari di navigazione sul Lago Vittoria. In rapido sviluppo sono i trasporti automobilistici; si calcola che nella stagione secca si possano percorrere con automezzi oltre 14.000 km. di strade. Il porto principale della colonia, come si è detto, è quello di Mombasa, che negli ultimi anni è stato molto bene e modernamente attrezzato. Nel 1930 fecero scalo in esso 663 navi (di 3,8 milioni di tonnellate complessivamente), il 56% delle quali erano britanniche e il 10% italiane. Porti d'importanza del tutto secondaria sono quelli di Lamu, Malindi, Vanga, Kilifi e Gasi.
Ordinamento politico e amministrativo. - Secondo l'ordinamento politico amministrativo della colonia, fissato con la costituzione del 5 gennaio 1924, la colonia è retta da un governatore nominato dal re, assistito da un Consiglio esecutivo di 11 membri da lui nominati e da un Consiglio legislativo composto di membri, parte di nomina governatoriale, parte elettiva (di cui 11 europei, 5 indiani, I, arabo e 1 indigeno). Un forte movimento si è manifestato da tempo per una partecipazione più ampia dell'elemento arabo e indigeno nell'amministrazione. Così pure si è manifestato il proposito di una più intima unione anche politica tra la colonia del Kenya (già doganalmente unita all'Uganda) e i territorî contermini, posti tutti sotto la giurisdizione britannica, dei protettorati di Zanzibar e dell'Uganda, del condominio sudanese e del mandato sul territorio del Tanganica. Ma la diversa natura giuridica di questi territorî specialmente per quanto riguarda il Tanganica, vi rappresenta un ostacolo difficilmente superabile.
Amministrativamente la colonia si divide in 10 provincie.
Dalla colonia propriamente detta si distingue col nome di protettorato del Kenya la fascia costiera per l'ampiezza di 16 km. che dalla foce dell'Umba va sino all'altezza dell'isola di Lamu (1°30′ lat. S.); questa fascia costiera era stata concessa in affitto dal sultano di Zanzibar fino dal 1885.
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