Oe, Kenzaburo
Ōe, Kenzaburō. – Scrittore giapponese (n. Ōse, Shikoku, 1935). Nobel per la letteratura nel 1994. La polivalenza del linguaggio, la ricchezza immaginativa e il carattere sperimentale e mai convenzionale della prosa sono tra gli aspetti più significativi della sua opera. Un cammino letterario, quello di Ō., in cui sono evidenziabili alcuni percorsi, che pur arricchendosi negli anni di valenze sempre nuove, hanno mantenuto una sostanziale fedeltà al discorso iniziale. Se, infatti, nella sua prima produzione letteraria hanno trovato maggiore spazio i temi legati agli esperimenti atomici e delle armi nucleari, alla sua esperienza di padre di un bambino cerebroleso, alla marginalità, nelle opere più recenti il lato nostalgico prende il sopravvento: da Natsukashii toshi e no tegami (1987; trad. it. Gli anni della nostalgia, 1997) a Ureigao no dōji (2002; «L'infante con il viso malinconico») e Sayōnara, watashi no hon yo! (2005; «Addio, libri miei!»). I pericoli del fanatismo, la ricerca della fede e della spiritualità in un mondo corrotto dall’individualismo e dai deliri delle folle, sono i temi affrontati dal romanzo Chūgaeri (1999; trad. it. Il salto mortale, 2006), mentre il successivo Torikaeko-Chenjiringu (2000; trad. it. The changeling, 2013) indaga sul suicidio e sulle ragioni che possono portare a una scelta così estrema. Rōtashi Anaberu Rii sōkedachitsu mimakaritsu (2007; trad. it. La vergine eterna, 2011) conduce infine il lettore nei meandri di una storia dai toni autobiografici: la vergine del titolo è incarnata dalla bellezza di Sakura Kogi, attrice che ha segnato l’immaginario adolescenziale dello scrittore, diventata poi una stella del cinema hollywoodiano.