TANGE, Kenzo
(App. IV, III, p. 576)
Architetto e urbanista giapponese. Un'attività intensa anche sul piano internazionale lo ha visto presente con numerose realizzazioni sia in Giappone sia in Italia, Stati Uniti, Australia, Arabia, Asia e Singapore. Professore emerito dell'università di Tokyo, dove risiede, ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi quali la nomina a commendatore della Repubblica italiana (1979) e, nel 1987, il Pritzer Prize per l'architettura.
Nonostante la sua persistente fortuna professionale, alcuni critici considerano comunque conclusa, allo scadere degli anni Settanta, la sua stagione più originale. Al contrario, l'anziano maestro non si è fermato alle posizioni acquisite, spingendo la sua già spettacolare espressività sino al limite dell'utopia: una strada quasi obbligata per tentare di risolvere con proposte nuove il grave problema dell'abnorme crescita dei centri metropolitani. T. ritiene infatti che il funzionalismo non sia più in grado di soddisfare le complesse e, spesso, contraddittorie esigenze della ''società informatizzata'' e che la struttura delle città debba, di conseguenza, essere ripensata come ''spazio delle comunicazioni''; spazio non esente dalla rappresentazione di valori metafisici e spirituali, sicché ogni forma può assumere più significati. Nel suo metodo compositivo attuale, norma e modello interagiscono per non smarrire, nelle sequenze operative squisitamente tecniche, un robusto aggancio con le realtà preesistenti. Tuttavia, nel particolare strutturalismo ''umanistico'' di T. (dove l'efficacia liberatoria di situazioni talvolta esteticamente paradossali diventa il cardine di una rifondazione in fieri di nuovi valori a scala urbana), il contrasto dimensionale tra manufatto e natura raggiunge sovente toni drammatici.
Nell'ultimo periodo, in perfetta sintonia con il suo credo di progetto ''aperto'', T. si è riservato per lo più la regia di una pianificazione attenta e disponibile alle variabilità delle condizioni urbanistiche e nondimeno soggetta, per quest'intrinseca flessibilità, a interferenze nonché al rischio, nonostante l'autorevolezza dei dispositivi previsti, dell'inadeguatezza dei criteri informativi. È il caso di due grandi progetti italiani: il recente insediamento (dal 1991) dei due quartieri S. Francesco e Affari a S. Donato Milanese e l'urbanizzazione di Librino (Catania), iniziata nel 1970 e ancora inconclusa per quanto attiene attrezzature e servizi. Ineccepibile risulta invece il Centro direzionale di Napoli, la cui prima ideazione risale al 1982. Sembrano affidati ai progetti per Tokyo i capisaldi artistici e concettuali di T.: suadentemente futuribili nella proposta, in via di realizzazione, delle isole artificiali-città collegate alla baia di Tokyo (1986), armonicamente equilibrati nel municipio del centro di Shinjuku a Tokyo, iniziato nel 1985. Quest'ultimo ha un senso speciale per il suo autore; incarna, infatti, la summa della sua esperienza costruttiva, ponendosi altresì come emblema della capitale nipponica. Polo simbolico dell'unione-comunicazione tra cittadino e stato, trova forma, nelle parole dello stesso T., in pellicole struttive "a forte rilievo, intensamente verticalizzate. Ispirate per alcuni versi alla tradizione giapponese dell'epoca Edo; come le larghe aperture orizzontali e i fitti steccati, che rifiutano la ordinaria articolazione a muri e finestre. Eppure capaci di evocare, al tempo stesso, il motivo dei circuiti elettronici ... Espressione perciò della nostra informatizzata contemporaneità" (in Ufficiostile, 10, ottobre 1988). Vedi tav. f.t.
Bibl.: P. Riani, Kenzo Tange, Firenze 1969; U. Kultermann, Kenzo Tange, Bologna 1979; R. Banham, Le tentazioni dell'architettura. Megastrutture, trad. it., Roma-Bari 1980; Kenzo Tange, in Space Design, 228 (settembre 1983), n. monogr.; L. Manghi, Il Centro Direzionale di Napoli, in l'Arca, 32 (novembre 1989), pp. 68-69; L. Benevolo, Storia dell'architettura moderna. Il nuovo corso, 5, Roma-Bari 1992, pp. 1007-08; M. Vogliazzo, Due nuovi quartieri di Tange presso Milano, in l'Arca, 56 (gennaio 1992), pp. 86-91; P. Giacoppo, Tange in Sicilia, ibid., 61 (giugno 1992), pp. 66-71; J.P. Noffsinger, Kenzo Tange, in International dictionary of architects and architecture, 1, Detroit-Londra-Washington D.C. 1993, pp. 872-75.