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Kind Hearts and Coronets

di Geoff Brown - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Kind Hearts and Coronets

Geoff Brown

(GB 1949, Sangue blu, bianco e nero, 106m); regia: Robert Hamer; produzione: Michael Balcon per Ealing; soggetto: dal romanzo Israel Rank. The Autobiography of a Criminal di Roy Horniman; sceneggiatura: Robert Hamer, John Dighton; fotografia: Douglas Slocombe; montaggio: Peter Tanner; scenografia: William Kellner; costumi: Anthony Mendleson; musica: Ernest Irving.

Nel 1880 Louis Mazzini nasce in povertà nello squallido quartiere di Clapham, a Londra, dal matrimonio economicamente disastroso tra un'inglese della stirpe dei D'Ascoyne, figlia del settimo duca di Chalfont, e un cantante italiano di umili origini. Subito dopo la nascita di Louis, suo padre muore. Anni dopo, il desiderio espresso da sua madre in punto di morte (essere sepolta nella tomba di famiglia dei D'Ascoyne, dai quali era stata diseredata) le viene negato. Sulla sua tomba Louis giura di vendicarla; nel tentativo, sino ad allora fallito, di conquistare la mano dell'ambiziosa Sibella, decide quindi di appropriarsi del ducato di Chalfont eliminando le otto persone che occupano i gradi più alti nell'albero genealogico della famiglia. La prima vittima è il frivolo e mondano Ascoyne D'Ascoyne, che pare annegarsi per i debiti di gioco. Seconda vittima è l'affabile Henry D'Ascoyne, che muore nell'esplosione della camera oscura del suo studio fotografico lasciando una vedova, Edith ‒ utile a Louis come moglie, ora che Sibella ha sposato il rivale Lionel. Il reverendo Lord Henry D'Ascoyne soccombe bevendo un porto avvelenato; la suffragetta Lady Agatha scompare su una mongolfiera; l'ammiraglio Horatio muore nel naufragio della propria nave perché Louis gli nega il suo aiuto; una bomba nascosta in un contenitore di caviale toglie di mezzo il generale Lord Rufus D'Ascoyne; il successivo duca, Ethelred, si dimostra più difficile da eliminare, ma infine Louis gli spara a bruciapelo durante una battuta di caccia. Quando l'anziano Lord Ascoyne D'Ascoyne, l'ultimo della lista, muore sul colpo venendo a sapere di aver ereditato il titolo, finalmente Louis raggiunge il suo obiettivo diventando il decimo duca di Chalfont. Ma il destino offusca il suo successo quando Lionel viene trovato morto; Louis è arrestato e condannato a morte come colpevole dell'omicidio ‒ in realtà l'unico che non abbia commesso. Graziato e rilasciato, Louis sta per compiere una scelta tra le due donne della sua vita, Edith e Sibella, quando si rende conto che ha dimenticato nella cella del carcere le sue eloquenti memorie.

La particolare fama delle commedie prodotte dagli studi Ealing ebbe inizio tra la primavera e l'estate del 1949. Alla fine di aprile di quell'anno uscì Passport to Pimlico (Passaporto per Pimlico) di Henry Cornelius, mentre a metà giugno apparve Whisky Galore! (Whisky a volontà) di Alexander Mackendrick seguito, a una settimana di distanza, da Kind Hearts and Coronets di Robert Hamer. Quest'ultima, tuttavia, è una commedia di tipo molto diverso dalle precedenti. L'elemento comico di Passport to Pimlico si produce a partire dalla determinazione di un gruppo di cittadini che, intendendo opporsi alla burocrazia e all'austerità del governo del dopoguerra, fondano un proprio stato indipendente; in Whisky Galore! si combatte una battaglia simile, tra burocrazia e libertà personale, su una remota isola scozzese improvvisamente sconvolta dal prezioso dono del carico di whisky di una nave affondata. Il film di Hamer, sceneggiato da John Dighton e tratto da un romanzo edoardiano pubblicato nel 1907, rifugge invece gli elementi della ribellione e di una moderata eccentricità a favore di un territorio assai più oscuro e indefinibile. Kind Hearts and Coronets è una storia piena di letale umorismo nero, di crudele ironia, di immagini forti e di parole ancor più forti; i suoi compagni di scuderia sono piuttosto film come Monsieur Verdoux di Charlie Chaplin (1947) o Le roman d'un tricheur di Sacha Guitry. In un articolo pubblicato nel 1952 insieme ad alcuni estratti della sceneggiatura, Hamer parla delle speranze e delle idee nutrite durante la lavorazione del film. Il materiale, scrive, gli offriva la possibilità di realizzare un film diverso dalle altre produzioni inglesi; di utilizzare la lingua in modo più vario e interessante del normale; e di ignorare le convenzioni morali vigenti. Ma la censura fu prevedibilmente in disaccordo con quest'ultima intenzione: la versione del film destinata alla distribuzione americana conteneva un nuovo finale in cui si vede il manoscritto di Louis nelle mani delle autorità, stabilendo così senza ambiguità che anche nella sophisticated comedy il crimine non paga. Nulla invece ostacolava Hamer nelle sue intenzioni riguardo all'uso della lingua inglese, che rivela la propria finezza con uno sfoggio epigrammatico degno talora di Oscar Wilde.

Il commento recitato da Dennis Price risulta decisivo nella strategia stilistica del film. Grazie all'ampia esposizione verbale dei fatti e delle loro motivazioni, Hamer e il suo direttore della fotografia sono liberi di dare forma a brevi scene ellittiche che rendono la depravazione ancor più perversa e squisita perché visivamente priva di enfasi. La morte del fotografo Henry D'Ascoyne è indicata soltanto da una nuvoletta di fumo in lontananza. Altre morti vengono rapidamente annotate con un tratto di penna che recide un ennesimo D'Ascoyne dall'albero genealogico della famiglia. Decisivi risultano pure il tono e la suggestione della voce di Price: una voce raffinata e composta, punteggiata di secca ironia, perfettamente adatta a un personaggio che affronta l'esecuzione capitale indossando una giacca da camera con il collo imbottito e una cravatta a nastro. Anche la voce di Joan Greenwood, che accarezza le parole con inflessioni manierate e suggestive, restituisce a perfezione la natura della venale Sibella. Le continue apparizioni di Alec Guinness sotto diverse spoglie, forme e travestimenti, corrispondenti ai vari membri della famiglia D'Ascoyne, arricchiscono ulteriormente la complessità stilistica di un film visivamente irregolare. Nei suoi momenti migliori, Hamer riesce a creare immagini che corrispondono perfettamente all'eleganza del testo e, attraverso l'uso delle scenografie e dei costumi, esprimono lo spirito e l'immaginario dell'epoca edoardiana. In altri momenti meno felici, ma anche meno frequenti, l'immagine tende invece a ristagnare; in particolare la scena del processo risulta goffa e immobile, quasi priva di montaggio. I critici dell'epoca, sia in patria che all'estero, sottolinearono i difetti del film, ma ne riconobbero pure il valore: nel 1949 Lindsay Anderson, solitamente piuttosto duro, riteneva gli autori del film degni di figurare tra "i pionieri del territorio semi-inesplorato del cinema inglese maturo". A parte The Man in the White Suit (Lo scandalo del vestito bianco, 1951) di Mackendrick, le successive commedie prodotte dalla Ealing non furono altrettanto riuscite e raffinate. Dagli anni Cinquanta in poi la produzione inglese di commedie si intensificò; ma con il suo sofisticato umorismo nero, Kind Hearts and Coronets rimane un film inimitabile.

Interpreti e personaggi: Dennis Price (Louis Mazzini/ suo padre), Joan Greenwood (Sibella), Valerie Hobson (Edith), Alec Guinness (Ascoyne D'Ascoyne, Henry D'Ascoyne, reverendo Lord Henry D'Ascoyne, ammiraglio Horatio D'Ascoyne, generale Rufus D'Ascoyne, Lady Agatha D'Ascoyne, Ethelred D'Ascoyne, Lord Ascoyne D'Ascoyne), Audrey Fildes (Mama), Miles Malleson (boia), Clive Morton (direttore del carcere), John Penrose (Lionel), Cecil Ramage (avvocato), Hugh Griffith (Lord High Steward).

Bibliografia

L. Anderson, Kind Hearts and Coronets, in "Sequence", n. 9, Autumn 1949.

R. Hamer, Kind Hearts and Coronets, in The Cinema 1952, London 1952.

A. Stanbrook, Kind Hearts and Coronets, in "Films and filming", n. 7, April 1964.

Ch. Barr, Ealing Studios, London 1977.

Ealing Studios, a cura di E. Martini, Bergamo 1988.

J. Palmer, Enunciation and comedy: 'Kind Hearts and Coronets', in "Screen", n. 1-2, Winter-Spring 1989.

H. Kennedy, Kind Hearts and Coronaries, in "Film comment", n. 1, January-February 1996.

Sceneggiatura: Kind Hearts and Coronets, London 1984.

Vedi anche
Sir Alec Guinness Guinness ‹ġìnis›, Sir Alec. - Attore inglese (Londra 1914 - Midhurst, West Sussex, 2000); nel teatro dal 1933, recitò all'Old Vic (1936-37; 1938-39) e con John Gielgud (1937-38). Nel 1946 avvenne il suo incontro col cinema, che gli offrì larga popolarità: Great expectations (1946); Oliver Twist (1948); ... Peter Sellers Sellers ‹sèlëʃ›, Peter. - Attore (Southsea, Portsmouth, 1925 - Londra 1980); dal varietà passò al cinema ove conquistò rapidamente grande popolarità interpretando ruoli comici o grotteschi, caratterizzati da un mimetismo a tratti febbrile e da uno humour inconfondibile. Tra i film da lui interpretati: ... Charlie Chaplin Chaplin ‹čä′plin›, Charlie (propr. Charles Spencer Chaplin). - Attore e regista cinematografico (Londra 1889 - Vevey 1977). Dopo un'infanzia difficile nei quartieri poveri di Londra, entrò a far parte, molto giovane, della compagnia di pantomime di Fred Karno, con cui debuttò in teatro nel 1906. Arrivato ... cinema Il complesso delle attività artistiche, tecniche, industriali che concorrono alla realizzazione di spettacoli cinematografici (film) e anche l’insieme di questi, come opera complessiva, in quanto concreta espressione d’arte nel campo della fantasia o strumento d’informazione, di documentazione scientifica, ...
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AND ‹änd› cong., ingl. – Voce corrispondente alla cong. ital. e, talora usata, con valore di sost. e in funzione appositiva, in logica matematica per indicare l’operazione di congiunzione, o prodotto logico, di due o più variabili binarie...
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