Kirghizistan
Stato dell’Asia centrale. Annesso dalla Russia nel 1864, nel 1918 il K. divenne parte della Repubblica del Turkestan; repubblica autonoma dal 1926, entrò a far parte dell’URSS nel 1937. Nel 1991 proclamò l’indipendenza, affrontando in seguito gravi difficoltà economiche. Infatti, essendo un Paese estremamente arretrato, risentì in modo particolare della disgregazione del mercato sovietico, mentre il rapido passaggio a un’economia di mercato portò, nei primi anni Novanta, a un calo della capacità produttiva e a un notevole peggioramento delle condizioni di vita della popolazione. Si registrarono parallelamente un incremento delle attività criminali legate alla produzione e al commercio di stupefacenti e una crescente diffusione dei fenomeni di corruzione. Ulteriore elemento di instabilità fu il riaccendersi del conflitto etnico tra i kirghisi e le altre minoranze, in partic. russa e uzbeca. A. Akaev, eletto presidente nel 1990, con poteri sempre più ampi, ha governato in violento contrasto con le forze di opposizione, di ispirazione comunista e nazionalista, impegnate a ottenere una riduzione delle prerogative presidenziali e un rafforzamento del carattere etnico dello Stato. Riconfermato due volte alla presidenza (1995 e 2000), Akaev è stato spinto alla fuga (2005) dalle manifestazioni di protesta che denunciavano brogli nelle elezioni legislative. Le successive elezioni presidenziali sono state vinte da K. Bakiev, già primo ministro di Akaev. Il K., entrato a far parte della Comunità degli Stati indipendenti nel 1991, ha mantenuto stretti rapporti con la Russia, sottoscrivendo trattati di amicizia e cooperazione.