ABELL, Kjeld
Scrittore danese, nato a Ribe il 25 agosto 1901. Scenografo a Parigi e a Londra prima, poi al "Reale" di Copenaghen. Esordì nel 1935 con una commedia Melodien der blev vaek ("La melodia perduta"), dove rappresentò farsescamente l'esistenza grigia formalistica e convenzionale d'una famiglia piccolo-borghese; e l'anno seguente in Eva aftjener sin barnepligt ("Eva fa il suo dovere di bambina") rincrudì il tono della sua polemica contro il conformismo della borghesia danese. Nel 1939 ottenne un trionfo col dramma Anna Sophie Hedvig, vibrato appello alla ancor fiacca volontà popolare di resistere al nazismo. Durante e dopo l'occupazione tedesca i drammi di A. contribuirono a tener vivo lo spirito della resistenza (Judith, 1940; Dronningen går igen, "Lo spettro della regina ritorna", 1943; Silkeborg, 1945); e anche gli ultimi, pervasi di surrealismo e psicanalisi (Dage på en sky, "Giorni su una nuvola", 1947; Vetsera blomstrer ikke for enhver, "Vetsera non fiorisce per ognuno", 1950; Den blå Pekingeser, "Il pechinese blu", 1954), riportano sulla scena gli esasperati conflitti morali e sociali dell'ultima guerra.
Bibl.: C. M. Woel, Tyvernes og tredivernes digtere, I, Copenaghen 1941; A. Henriques, Modern dansk dramatik, stoccolma 1942; F. Schyberg, Kjeld Abell, Copenaghen 1947; S. Møller Kristensen, Dansk Litteratur 1918-1950, ivi 1951; M. Gabrieli, Storia delle letterature della Scandinavia, Milano 1958.