KJÖKKENMÖDDINGER o, in grafia moderna, køkkenmsøddinger
Termine danese, che significa "avanzi di cucina", col quale sono impropriamente indicati dei depositi preistorici contenenti, oltre alle conchiglie in numero incalcolabile, i cui molluschi, eduli, non venivano cotti, grande quantità di altri relitti, che attestano la lunga abitazione, e anche sepolture.
Sono questi pertanto speciali stazioni, che i dotti danesi oggi pare preferiscano chiamare skaldynger "ammassi di conchiglie", ma il primo termine è ormai introdotto e rimane nella scienza; precedentemente si usava anche il termine affaldsdynger "ammassi di rifiuti".
I kjökkenmöddinger si presentano come collinette, risultanti soprattutto di conchiglie e di sabbia, lungo le rive del Baltico, specialmente nella Danimarca e nella Svezia meridionale; credute da prima naturali, furono poi riconosciute come prodotte dai relitti e dai rifiuti dell'uomo. Sono alte, in genere, due o tre metri, lunghe 5 0 6. Uno dei più estesi è il kjökkenmödding di Ertebølle, di 514 mq., che fornì 86.000 oggetti e 20.300 ossa di animali: qualche altro raggiunge fino a 400 m. di lunghezza.
I molluschi spettano alle specie Ostrea edulis, Cardium edule; meno frequenti sono Litorina litorea, Nassa reticulata, e i generi Mytilus e Tapes. Frequenti i resti di pesci e di uccelli; meno abbondanti quelli del cervo, del capriolo, del cinghiale, della foca, della lince, del castoro, del bue primigenio. Importante è la presenza del cane, unico animale domestico.
Larghissima è la produzione di oggetti di pietra: raschiatoi, coltelli, cuspidi con lavoro bifacciale: soprattutto caratteristici i così detti tranchets, simili a scalpelli che hanno la penna ottenuta mediante una faccia sbiecata: si potrebbe chiamarli anche cunei, perché talora servirono a spaccare il legno. Si lavorava anche l'osso per farne pettini, e il corno di cervo per ricavarne accette. La ceramica è rozza, e presenta vasi, per lo più campaniformi, senza alcuna decorazione, con fondo appuntito, che forse derivano da otri di cuoio, e olle grossolane. Non è conosciuta la levigazione della pietra.
Posizione cronologica. - I kjökkenmöddinger spettano a un periodo successivo al maglemosiano, che rappresenta la prima occupazione umana della Danimarca e della Svezia, regioni che non ebbero civiltà paleolitica. Soprattutto per la presenza dei "picchi" e dei tranchets e per l'assenza dell'accetta levigata, si fanno corrispondere al Campignano francese, cioè al periodo protoneolitico.
Geologicamente è il tempo della Litorina e del rovere (Quercus robur). Soprattutto la flora attesta un raddolcimento del clima, il migliore che si verificò, dopo le grandi glaciazioni, prima dell'Olocene. Seguirà a questo un lieve raffreddamento che porterà dal mare del Nord la Mya arenaria.
Il nome dei kjökkenmöddinger si estese ad altre stazioni press'a poco coeve, pure dovute a povere popolazioni conchiliofaghe. Tali gli shelleaps dell'Inghilterra, qualcuno in Francia, nel Finistère, e sopra tutto le stazioni della valle del Tago nel Portogallo, la cui prima origine è probabilmente più antica. Si deve peraltro avvertire che i concheros portoghesi, che si erano avvicinati ai kjökkenmøddinger settentrionali per la quantità di conchiglie che contengono, in realtà presentano relitti industriali molto diversi. L'industria litica dei concheros appartiene al ciclo delle lame "strette e svelte", proprio del Quaternario finale nel bacino mediterraneo. Non vi si trovano solo i cosiddetti "arnesini geometrici", che colpirono i primi osservatori, ma anche gran numero di lame ritoccate, di cuspidi a codola e a tacca ecc., cioè tutto il corredo proprio dell'orizzonte predetto.
Bibl.: Kjökkenmöddinger, in Matériaux pour l'histoire... de l'homme, 1869, p. 523; V. Steenstrup, Kjökkenmöddinger, Copenaghen 1886; S. Müller, Ordning of Danmarks Oldsager, 1888-1895; A. P. Madsen, S. Müller, ecc., Affaldsdynger fra Stenalderen i Danmark, Copenaghen 1900; P. Reinecke, Zur Kenntnis d. frühneolithischen Zeit in Deutschland, in Mainzer Zeitschr., III, 1908; E. Brücker, Geochronologische Untersuchungen ü. d. Dauer der Postglazial in Schweden, Finland, und Nordamerika, in Zeitschr. f. Gletscher Kunde, XII, 1921; W. Köppen e A. Wegener, die Klimate der geol. Vorzeit, Berlino 1924.