know-how
Insieme di saperi e abilità, competenze ed esperienze necessari per svolgere bene determinate attività all’interno di settori industriali e commerciali. Solitamente l’espressione viene utilizzata per indicare le capacità di carattere tecnico-industriale, ma vi possono essere comprese anche quelle sulle regole che riguardano l’organizzazione imprenditoriale, la commercializzazione dei prodotti, le tecniche di vendita e più in generale tutto ciò che attiene alla gestione del’impresa. Il k.-h. risulta quindi come quel complesso di conoscenze e attitudini, non divulgate, brevettabili o meno, che individuano un «saper fare» rivolto a un determinato ambito all’interno del quale il detentore di quel capitale umano opera e organizza la propria attività. Il k.-h., se applicato, rientra nel concetto delle ‘ricadute industriali’ ai cui fini i requisiti di innovazione e originalità non sono obbligatoriamente richiesti. Le medesime informazioni possono essere necessarie alla riproduzione industriale, nelle stesse condizioni, di un prodotto o di un processo già esistenti.
Nel corso del tempo si è assistito a un graduale ampliamento del concetto di k.-h. in senso economico, in quanto vi sono state comprese cognizioni di natura sia tecnica sia commerciale, aventi carattere oggettivo e soggettivo, indipendentemente dalla segretezza o dalla novità delle stesse. Oltre all’elaborazione giurisprudenziale è stata la disciplina comunitaria che ha provveduto anche alla puntuale definizione dei requisiti essenziali. La segretezza della conoscenza è intesa nel senso che essa non sia nell’insieme generalmente nota o facilmente accessibile agli esperti e agli operatori del settore, che abbia valore economico in quanto riservata e che sia sottoposta a misure adeguate a mantenerla tale. Non è necessario che ogni singola informazione sia confidenziale, ma è rilevante che, complessivamente, il sapere risulti da una elaborazione del soggetto che lo detiene: in questo modo il k.-h. acquista valore economico aggiuntivo rispetto ai singoli elementi che ne fanno parte. Vanno considerati, inoltre, il requisito di sostanzialità, inteso come utilità delle informazioni per la produzione industriale, e la loro esauriente descrizione.
ll concetto di k.-h. risulta avere confini ben delineati, anche se la sua tutela presenta ancora necessità interpretative, soprattutto alla luce della disciplina del codice di proprietà industriale (d. legisl. 30/2005, artt. 98 e 99). Grazie a questa forma di protezione, in caso di lesione di k.-h., si configura una vera e propria violazione di un diritto specificamente individuato, contrariamente a una generica fattispecie di lesione della concorrenza. In merito ai rapporti esterni, il k.-h. è fornito dalle imprese attraverso la sottoscrizione di contratti di licenza, tramite i quali il concedente riconosce al licenziatario il diritto di sfruttare le conoscenze di cui dispone, dietro pagamento di un corrispettivo (o royalty) per un periodo di tempo determinato. In questo primo intervallo, il k.-h. è considerato come bene avente rilievo patrimoniale autonomo solo se caratterizzato da segretezza, novità e trasferibilità a terzi.