KONRAD von Soest
Pittore nato probabilmente a Dortmund, in Vestfalia, intorno al 1360-1370 e morto, forse nella medesima città, dopo il 1422.Il nome dell'artista è tramandato dall'iscrizione sulla cornice del Wildunger Altar, l'altare a sportelli che si conserva nella chiesa anticamente dedicata alla Vergine (od. Stadtkirche) di Wildungen, in Assia: "Hoc opus est completum per Conradum de Susato sub anno Domini MCCCC[---]o ipso die beati Egidii confessoris". L'anno non più completamente leggibile è stato interpretato come 1403 o 1404, mentre il giorno di s. Egidio è il 1° settembre.Oltre che nell'iscrizione del Wildunger Altar, il nome del pittore compare più volte tra il 1413 e il 1422 nelle liste della confraternita della Nikolaikirche di Dortmund. In questa città egli sposò nel 1394 Gertrud von Münster; si può pertanto presumere che vi abbia stabilmente risieduto, come del resto sembra testimoniare il fatto che proprio a Dortmund, nella Marienkirche, si conserva la seconda delle sue opere principali, il Marienaltar. In base alla data del Wildunger Altar, opera sicuramente riferibile a un'attività relativamente giovanile, sono stati ricavati in via approssimativa l'anno di nascita del pittore, intorno al settimo decennio del sec. 14°, e quello della morte, avvenuta probabilmente negli anni venti del 15° secolo. Una stretta relazione con i suoi modi caratterizza un considerevole numero di opere conservatesi, fatto che ha consentito di presupporre il possesso di una bottega da parte di K. e l'esistenza di una cerchia di aiuti.Fra le personalità più significative in campo artistico dell'epoca tardomedievale, K. rappresenta di fatto il principale pittore della Vestfalia e della Germania settentrionale agli inizi del sec. 15° e l'esponente più autorevole, per l'alto livello qualitativo raggiunto, dello stile internazionale del periodo, noto nella storia dell'arte tedesca con il termine di weicher Stil. Restano ancora non del tutto chiarite le fonti d'ispirazione della sua arte - da ricercarsi nell'ambito dell'Europa occidentale e forse più specificamente a Parigi -, recepite probabilmente attraverso la mediazione della miniatura o anche grazie a viaggi effettuati in quelle regioni.Capolavoro della prima attività di K. è il citato Wildunger Altar, conservatosi integralmente (attualmente sottoposto a restauro); si tratta di un altare della Passione, con la grande Crocifissione al centro, scene della Vita di Cristo, dall'Infanzia, sull'anta di sinistra, alla Passione, a partire dall'Ultima Cena, sui campi laterali della tavola centrale, fino alla Pentecoste e al Giudizio universale sullo sportello di destra. Le facce esterne dei pannelli laterali mostrano a sinistra i Ss. Caterina e Giovanni Battista e a destra i Ss. Elisabetta e Nicola. L'alta qualità del polittico si rivela soprattutto nell'immagine centrale, in cui sotto la croce sono raffigurati a sinistra il gruppo delle Marie e Longino con la lancia e a destra il gruppo raccolto intorno al Buon centurione.A un'epoca non molto posteriore devono risalire le tavole provenienti da Soest con le Ss. Dorotea e Ottilia raffigurate su un prato sotto arcate a fondo oro (Münster, Westfälisches Landesmus. für Kunst und Kulturgeschichte). Controversa è invece l'attribuzione a K. della tavola con S. Nicola e quattro santi della Nikolaikapelle di Soest.L'altro capolavoro, il Marienaltar di Dortmund, si è conservato in modo frammentario. Sia la tavola centrale, con la Morte della Vergine, sia gli sportelli, sui quali sono rappresentate l'Adorazione del Bambino e l'Annunciazione a sinistra, l'Adorazione dei Magi e l'Incoronazione di Maria a destra, vennero rifilati nei margini per essere inseriti nel 1720 in un altare barocco. Riconosciuta come opera tarda dell'artista, in essa si evolve in senso monumentale lo stile narrativo della produzione giovanile di K., secondo formule che restano, peraltro, singolari nel panorama artistico dell'epoca.L'influsso dell'arte di K. sulla pittura in Vestfalia fu molto grande e si spinse anche molto al di là dei confini regionali: nella regione di Münster numerosi polittici attestano una chiara dipendenza dai suoi modi, ma legami con l'arte del maestro denunciano anche diverse opere di Colonia, della Bassa Sassonia e di Lubecca.
Bibl.: M. Geisberg, Meister Conrad von Soest, Dortmund 1934; A. Stange, Deutsche Malerei der Gotik, III, Norddeutschland in der Zeit von 1400 bis 1450, Berlin 1938, pp. 21-32; K. Steinbach, Konrad von Soest, Wien 1946; P. Pieper, Die altwestfälische Malerei. Forschungsbericht I, Westfalen 27, 1949, pp. 91-106; R. Fritz, Conrad von Soest und sein Kreis, cat., Dortmund 1950; id., Beobachtungen am Dortmunder Marienaltar Conrads von Soest, Westfalen 28, 1950, pp. 107-122; P. Pieper, Zu einer Tafel mit den Heiligen Ottilie und Dorothea, ivi, pp. 123-134; T. Rensing, Rätsel um Konrad von Soest, ivi, pp. 138-181; R. Fritz, Conrad von Soest als Zeichner, ivi, 31, 1953, pp. 10-19; id., Conrad von Soest. Der Wildunger Altar, München 1954; W. Rincke, Conrad von Soest. Bibliographie zum Leben und Werk des Dortmunder Malers, Dortmund 1991.P. Pieper