ČUKOVSKIJ, Kornej Ivanovič (pseud. di Kornejčukov Nikolaj Vasil'evič)
Critico, poeta e scrittore sovietico, nato a Pietroburgo il 19 marzo 1882, morto a Kuncevo il 28 ottobre 1969. C. crebbe a Odessa; autodidatta, studiò l'inglese e nel 1903-04 fu corrispondente da Londra, dove approfondì lo studio della letteratura inglese e americana: in particolare amò la poesia di W. Whitman, che per primo divulgò in Russia (la prima, parziale traduzione apparve nel 1907). Intenso fu il lavoro pubblicistico di Č.: dopo la rivoluzione del 1905 organizzò la rivista satirica Signal; in seguito collaborò alla rivista Vesy e a vari organi liberali. Nel 1912 si trasferì a Kuokkala, dove frequentò il pittore I. Repin e dove si davano appuntamento molti intellettuali dell'epoca; ne rimane un curioso palinsesto, Čukokkala, di autografi, calembours e disegni. Fu tra i primi a interessarsi al futurismo, e nel 1922 dedicò un libretto ai Futuristi russi. Nel 1926 curò l'edizione di Nekrasov, su cui in seguito scrisse un saggio, Masterstvo Nekrasova ("L'arte di Nekrasov" 1952), premio Lenin 1962. Invitato nel 1916 da Gor'kij a dirigere una collana per ragazzi, Č. è noto anche per le sue deliziose poesie per bambini. S'interessò molto di Čechov, sul quale ha lasciato un libro (1967); negli ultimi anni scrisse anche di poeti contemporanei, tra cui la Achmatova e Pasternak. Ha lasciato molte traduzioni (da M. Twain, G. K. Chesterton, H. Fielding, A. C. Doyle, R. Kipling), e saggi sull'arte del tradurre (Vysokoe iskusstvo, "L'alta arte", 1941, 1964, 1968). Le sue opere, in 6 voll. sono raccolte in: Sobranie sočinenij ("Raccolta delle opere"), Mosca 1965-1969.
Bibl.: Ju. Tynjanov, K. Čukovskij, in Detskaja literatura, 4 (1939); V. Kaverin, Ja-dobryi lev ("Io sono un buon leone"), in Junost', 4 (1972); M. Slonimslij, K. Čukovskij, in Zvezda, 8 (1972).