KŌYASAN
. Una delle montagne della provincia di Wakayama (Giappone), celebre per i suoi numerosi templi buddhisti, il primo dei quali si fa risalire all'816, anno in cui l'avrebbe fondato il noto viaggiatore e religioso Kōbō Daishi.
L'adattamento al paesaggio, anche a costo di sacrificare la simmetria della pianta, caratterizza l'architettura dei templi di Kōyasan; i particolari costruttivi sono derivati dalla Cina. La pagoda del Kongō-sanmai-in rappresenta il tipo architettonico proprio a Kamakura, caratterizzato dalla molteplicità delle volute sottostanti al tetto superiore, dall'alternare le travature con pietrame variamente disposto, dall'uso decorativo, quasi fosse un rilievo, delle architravi originariamente ideate come sostegni dei tetti. In tutti i santuarî della regione si conservano immensi tesori artistici, risalenti a tutti i secoli, a cominciare dal nono, al quale appartiene il più importante dei templi, il Kongōbuji. In questo sono le sculture più importanti; gli scrigni in legno del sec. IX, forse effettivamente importativi dalla Cina dai fondatori del santuario, le grandi statue dei secoli XI e XII e dell'età di Kamakura, degne dello stesso grande Unkei. Ma Kōyasan deve la sua eccezionale importanza soprattutto al numero stragrande di pitture.
Una delle più celebri rappresentazioni dell'orrendo Fudōnel suddetto tempio principale si può far risalire al sec. IX-X; appartiene pure a questa età un ritratto del tempio Fumon-in. Proprietà comune di tutti i santuarî è la gigantesca Amida-Trinità, datata dal 965, attribuita al massimo dei pittori del periodo Fujiwara, a Eshin Sōzu, certamente il capolavoro dell'epoca, originariamente eseguita per un tempio di Kyōto. Appartiene alla stessa epoca la parte artisticamente e iconograficamente più importante dei dipinti, i quali però, essendo di soggetti religiosi buddhisti, non offrono certo molta varietà. Non è meno riccamente rappresentata l'arte di Kamakura: uno dei migliori suoi rotuli a figure, leggenda illustrata del Kōbō Daishi, è conservato nel Jizō-in. La parte molto importante occupata dalla pittura a bianco e nero nella decorazione dei monasteri e il numero di opere giacenti nei depositi d'immagini dimostrano come questo genere pittorico fosse nei secoli XVI-XVII strettamente legato alle mistiche scuole del buddhismo. Lo Hoki-in possiede opere di Chokuan Saya, di Saizen-in e di Toyeki. I sacerdoti non disdegnarono neppure la smagliante arte decorativa della scuola di Kanō; infatti la decorazione pittorica degli ambienti del monastero Toyeki fu eseguitg da KanōTan-yū (secolo XVII). Il sacro monte posto lungi da tutti i rivolgimenti, sebbene devastato da numerosi incendî, è ricco di preziosissima suppellettile sacra dell'età più remota. Nel Kongōbuji si trova un cassone in lacca dell'epoca Fujiwara, pezzo unico per grandezza, perfezione, conservazione, tecnica (lacca d'oro e d'argento con incrostazioni di metallo e di madreperla). Unici anche gli arredi simbolici in bronzo del tempio. Esposizioni temporanee di opere d'arte d'ogni genere e provenienti da tutti i santuarî vengono organizzate nel museo di Kōyasan, ma nessuno ha potuto ancora avere una visione complessiva di tutte quelle ricchezze artistiche.